Matteo Bassetti, medico infettivologo, spiega in che modo disinfettare le nostre borracce per eliminare i tantissimi batteri.
Negli ultimi anni la borraccia è diventata un vero e proprio simbolo del vivere sano ed ecosostenibile. La portiamo ovunque: in palestra, in ufficio, nelle passeggiate. Ma in pochi si fermano a riflettere su ciò che potrebbe annidarsi al suo interno. A sollevare il velo su questa inquietante verità è il professor Matteo Bassetti, noto infettivologo italiano, che ha deciso di lanciare un avvertimento tramite i suoi canali social.
Il medico, con il suo solito tono diretto e senza giri di parole, ha dichiarato: “Ci sono più batteri nella vostra borraccia che nel vostro WC”. Un’affermazione che ha immediatamente acceso l’attenzione, provocando un’ondata di commenti e condivisioni. Ma è davvero così? A quanto pare sì, e il rischio non è affatto trascurabile. Dietro il materiale lucido e l’apparente pulizia delle nostre bottiglie riutilizzabili si cela un microcosmo in fermento. Le borracce, specialmente se usate in modo continuativo senza un’adeguata pulizia, diventano facilmente terreno fertile per batteri, muffe e germi. Ecco qui invece un consiglio infallibile su come sbiancare il WC in casa.

Il nemico invisibile: batteri e scarsa igiene
Il problema, spiega Bassetti, non è tanto l’acqua che vi si inserisce, ma piuttosto l’ambiente chiuso e umido in cui questi microrganismi proliferano. Il vero focolaio? Il tappo. Quella piccola parte che ogni giorno tocchiamo con le mani, con le labbra, che cade a terra, che entra in contatto con l’aria e con superfici non sempre pulite. Bassetti non si limita all’allarme: offre una soluzione chiara e diretta, alla portata di tutti.
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Il messaggio dell’esperto è tanto semplice quanto fondamentale: lavare la borraccia ogni giorno, e farlo nel modo giusto. Non basta un semplice risciacquo veloce. Secondo Bassetti, l’interno della bottiglia va passato abbondantemente sotto acqua calda, proprio per eliminare i batteri che si annidano sulle superfici interne. Ma ancora più importante è dedicare attenzione al tappo, la parte più contaminata di tutte.
Il tappo va insaponato con cura, anche usando le mani e poi risciacquato sotto l’acqua corrente. Dopo, è fondamentale lasciarlo asciugare, sottolinea il medico. L’umidità residua, infatti, è una delle principali responsabili della proliferazione microbica. E non si tratta di un’operazione da compiere ogni tanto, magari quando ci si accorge di odori strani o sapori sgradevoli. Deve diventare un’abitudine quotidiana, esattamente come lavarsi i denti o fare la doccia. Solo così si può davvero mantenere il livello di igiene necessario per evitare spiacevoli sorprese. Il messaggio è chiaro: non basta scegliere il contenitore giusto, bisogna anche saperlo usare e soprattutto pulirlo con regolarità. Un piccolo gesto che può contribuire in modo decisivo alla nostra salute.
