Luigi Lo Cascio brilla su Rai Play in un'interpretazione che arriva all'anima del pubblico. Ecco il titolo e la trama.
Nel panorama del cinema italiano contemporaneo, pochi attori riescono a incarnare la complessità dell’animo umano come Luigi Lo Cascio. Su RaiPlay, la sua interpretazione in Il mangiatore di pietre, offre un esempio limpido di questo talento. Tratto dal romanzo omonimo di Davide Longo, il film si colloca al confine, non solo geografico, ma soprattutto esistenziale: tra legalità e criminalità, tra silenzio e parola, tra colpa e redenzione.
Lo Cascio interpreta Cesare, un ex contrabbandiere ritiratosi in una valle alpina piemontese, una terra di confine intrisa di solitudine, lontana dai rumori della civiltà. Questo microcosmo montano diventa la scenografia perfetta per un noir dai ritmi interiori, in cui il vero motore narrativo è l’angoscia di un passato che torna a bussare con violenza.
Il mangiatore di pietre: film con Lo Cascio su Rai Play
Tutto prende avvio quando Cesare scopre il cadavere del figlioccio Fausto, ucciso con due colpi di fucile. Un tempo uniti dal contrabbando, i due si erano allontanati per divergenze morali: Fausto era passato al traffico di droga, una scelta che Cesare aveva rifiutato con fermezza. Da quel momento, la storia si avvita in un’indagine che si muove in parallelo tra la ricerca della verità e quella di una pace interiore, sempre più irraggiungibile.

L’ambiente alpino diventa più di un semplice scenario: è un protagonista silenzioso, capace di riflettere e amplificare le tensioni interiori. La fotografia di Simon Guy Fässler, con le sue inquadrature ampie e contemplative, costruisce un mondo che isola e protegge, ma allo stesso tempo schiaccia con la sua durezza. Nel cuore del film pulsa la tematica della genitorialità mancata e delle sue conseguenze. Cesare è un uomo che ha rinunciato al suo ruolo di guida, lasciando Fausto a un destino criminale che forse si poteva evitare. La morte del figlioccio riapre ferite mai sanate, e trasforma l’indagine in un cammino di espiazione.
Un film da recuperare quanto prima: ecco perché
Il cast, composto da attori di grande esperienza e giovani promesse, sostiene con efficacia la complessità del racconto. Ursina Lardi è Sonia di Meo, la commissaria incaricata dell’indagine, donna lucida e sospettosa, soprattutto verso le connivenze della polizia locale con la criminalità. Bruno Todeschini interpreta Ettore, figura ambigua e ombrosa, mentre Vincenzo Crea dà vita al giovane Sergio, un ragazzo del villaggio che chiederà a Cesare di guidare alcuni migranti oltre il confine.
Il mangiatore di pietre affronta temi di grande attualità, come il traffico di droga, la migrazione, la corruzione e il disagio giovanile, ma lo fa senza retorica. La forza del film non sta tanto nella denuncia, quanto nella sua capacità di porre domande profonde, lasciando spazio al dubbio e alla riflessione.
