Una storia di sorellanza e resilienza: su Rai Play, una storia che fa riflettere

Su Rai Play c'è una storia di sorellanza che commuove e fa riflettere. Un racconto che arriva subito al cuore delle persone, per un impatto che lascia il segno anche nei giorni seguenti.

In un’Algeri che porta ancora le cicatrici della guerra e i silenzi della repressione, si dipana una storia intensa e vibrante, capace di commuovere e di far riflettere: è quella raccontata da Houria – La voce della libertà, film della regista franco-algerina Mounia Meddour, già nota per Non conosci Papicha. Il suo nuovo lavoro è un inno alla forza delle donne, un viaggio emozionale tra dolore, ricostruzione e rinascita, dove la danza diventa simbolo di libertà. Al centro della vicenda troviamo Houria, una giovane donna che vive per la danza. Il suo sogno è chiaro: entrare nel prestigioso Balletto Nazionale Algerino.

Determinata e instancabile, trascorre le giornate tra prove estenuanti e piccoli espedienti per aiutare la madre, come le scommesse clandestine sui combattimenti tra arieti, un'attività tanto discutibile quanto rivelatrice delle contraddizioni sociali di un Paese dove modernità e retaggi violenti convivono. L’atmosfera che avvolge la protagonista è fatta di sogni vissuti in silenzio, corpi che lottano contro le regole imposte, e desideri che si scontrano con una realtà brutale. Proprio alla vigilia del suo debutto nel Lago dei Cigni, la vita di Houria viene spezzata da un'aggressione feroce, che la lascia paralizzata alle gambe e muta. La promessa della danza si dissolve in un istante. Quello che resta è un corpo ferito, un’anima che cerca di sopravvivere, una voce che sembra perduta.

Una nuova voce, una nuova danza: il potere della sorellanza

Ma Houria – La voce della libertà non è un film che si accontenta di raccontare la caduta. È, piuttosto, un'opera che indaga con sensibilità la rinascita. Dopo il trauma, Houria entra in un centro di riabilitazione. Qui, tra pareti che hanno ascoltato molte storie di dolore, incontra altre donne. Diverse per età e per esperienze, ma unite da una comune ferita: chi ha perso un figlio in un attentato, chi convive con una disabilità dalla nascita, chi è vittima di violenze domestiche. Un gineceo di resilienza, dove ogni voce è un’eco di forza. È in questo spazio che il film si fa corale. Il dolore, condiviso e ascoltato, si trasforma. Houria impara a comunicare di nuovo, ma non con la voce: attraverso il corpo, il movimento, lo sguardo. La danza, da sogno individuale, diventa linguaggio universale. Non più palcoscenico, ma condivisione. Non più perfezione, ma espressione.

Houria – La voce della libertà su Rai Play
Houria – La voce della libertà su Rai Play

Lyna Khoudri, già apprezzata per ruoli intensi e raffinati, dà vita a una Houria delicata e potente, attraversata da uno spettro di emozioni che la recitazione fisica riesce a rendere autentiche e toccanti. Il suo silenzio parla più di mille parole. Houria, accettando la fine del sogno originario, si reinventa. Decide di non rinunciare alla danza, ma di trasformarla: diventa insegnante, guida, presenza salvifica per altre donne che, come lei, cercano un modo per ritrovare se stesse. Insegna loro a sentire di nuovo il proprio corpo, a conoscerlo, ad abitarlo nonostante le cicatrici. A danzare, anche senza la perfezione del gesto, perché ogni movimento è una piccola vittoria.

Il film si muove su un doppio binario: da un lato il racconto individuale, dall’altro il ritratto collettivo di un Paese che lotta ancora per la giustizia e la libertà. L’Algeria che Meddour mostra non è solo uno sfondo: è un personaggio silenzioso e potente. Le sue ferite, la sua memoria, la sua violenza non elaborata pesano su ogni scelta dei protagonisti. La denuncia contro l'impunità dei colpevoli si intreccia con il bisogno di ritrovare un’identità nazionale inclusiva e libera.

Perché vederlo oggi, su RaiPlay

In un panorama cinematografico spesso dominato da storie occidentali, Houria – La voce della libertà rappresenta una boccata d’aria fresca e necessaria. È un film che parla a tutti: a chi ha subito una perdita, a chi cerca la propria strada, a chi crede nella potenza della solidarietà femminile. Ma soprattutto, è un film che ci ricorda quanto sia importante non voltare lo sguardo di fronte all’ingiustizia e alla sofferenza.

Guardarlo su RaiPlay significa accogliere un punto di vista diverso, lasciarsi toccare da una narrazione potente e gentile, scoprire un mondo lontano eppure vicino nelle emozioni. È un invito a riflettere su come il corpo possa essere campo di battaglia e al tempo stesso strumento di liberazione. E su come, anche quando tutto sembra perduto, possa nascere una nuova danza.Rai Play offre agli utenti, capolavori e storie uniche, da guardare per trascorrere una serata diversa e da ricordare.

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