Questo film su Rai Play emoziona dal primo fino all'ultimo minuto. Nel cast Giulio Scarpati e Sabrina Ferilli, due grandi attori molto amati dal pubblico. Scopriamo insieme titolo e trama.
In un’Italia ancora segnata dalle ferite della criminalità organizzata, alcune figure emergono con una forza tale da diventare simboli di speranza e giustizia. Una di queste è senza dubbio quella di Rosario Livatino, il giovane magistrato siciliano che ha affrontato a viso aperto la mafia, pagando con la vita il suo impegno. La sua storia è al centro del film Il giudice ragazzino, disponibile su Rai Play, un’opera intensa e toccante che racconta la parabola umana e professionale di un uomo dallo straordinario senso del dovere.
Diretto nel 1994 da Alessandro Di Robilant, il film si ispira a eventi reali, ma con una narrazione che va oltre la cronaca giudiziaria: è un ritratto profondo dell’anima di un uomo che ha fatto della legalità il suo scudo. Il protagonista, interpretato da Giulio Scarpati, dona al personaggio una credibilità sobria ma intensa, fatta di silenzi, sguardi, esitazioni e determinazioni. Accanto a lui, Sabrina Ferilli nei panni dell’avvocatessa Angela Guarnera, arricchisce la trama con un ruolo femminile che porta ulteriore umanità e tensione morale.
L’ascesa di un eroe silenzioso: su Rai Play Il giudice ragazzino
Rosario Livatino nasce nel 1952 a Canicattì, in provincia di Agrigento. Fin da giovane dimostra uno spiccato senso etico e un forte attaccamento ai valori cristiani. Dopo la laurea in giurisprudenza, entra in magistratura e inizia una carriera silenziosa ma determinata, sempre improntata alla giustizia e all’onestà. Non cerca notorietà né consensi: la sua forza risiede nella discrezione e nell'incrollabile fiducia nelle istituzioni. Il soprannome di “giudice ragazzino” gli viene affibbiato per via della giovane età e dell’apparente timidezza. Ma sotto quell’aspetto mite si cela un magistrato dalla tempra granitica, capace di sfidare i clan mafiosi più pericolosi della Sicilia con determinazione. Nel film, la macchina da presa segue da vicino la sua evoluzione personale: il giovane giudice affronta le prime indagini, si misura con le contraddizioni del sistema giudiziario e impara a convivere con l’ombra del pericolo.

Il punto di svolta arriva con le inchieste sulla criminalità organizzata nella zona di Agrigento, dove Livatino inizia a colpire gli interessi economici delle cosche con indagini patrimoniali e sequestri di beni. Rifiuta la scorta, una scelta che oggi appare quasi incomprensibile, ma che per lui era coerente con un senso di responsabilità personale e di fede profonda. Non voleva che altri rischiassero la vita per proteggere la sua. Il 21 settembre 1990, mentre si reca al lavoro da solo, viene brutalmente assassinato lungo la strada statale tra Canicattì e Agrigento. Aveva appena 38 anni. Il suo corpo senza vita, lasciato sull’asfalto, diventa l’emblema di una nazione che si interroga sul prezzo della giustizia. Ma anche di una memoria che non può e non deve svanire.
Un film di memoria e resistenza civile
La pellicola di Di Robilant è più di un semplice biopic: è un'opera che invita alla riflessione. La sceneggiatura, scritta insieme a Ugo Pirro, Andrea Purgatori e Nando Dalla Chiesa (figlio del generale assassinato anch’egli dalla mafia), è ricca di dettagli emotivi e morali. Non si limita a ricostruire gli eventi, ma scava nell’intimità del protagonista, nella sua fede, nei suoi dubbi, nelle sue relazioni familiari. Lo spettatore è così chiamato a partecipare, quasi in prima persona, al viaggio esistenziale di Livatino. Le sequenze più potenti sono quelle in cui il giovane magistrato si confronta con il dilemma della paura, del dovere e del senso della vita. Non mancano i momenti di tensione, i contrasti con colleghi e superiori, ma anche i pochi attimi di leggerezza che umanizzano ulteriormente la figura del giudice.
Il film è disponibile su Rai Play. La piattaforma streaming diventa così uno strumento prezioso per far conoscere alle nuove generazioni una storia che rischierebbe di essere dimenticata, ma che invece merita di essere riletta e tramandata. Guardare Il giudice ragazzino oggi significa fare i conti con una parte dolorosa ma fondamentale della storia italiana. Per chi ama i film biografici italiani e le narrazioni drammatiche fondate su eventi reali, questa pellicola rappresenta un'opera imprescindibile. Lontana dai cliché, vicina alle persone. Non solo racconta una vita, ma la rende esempio. Con uno stile asciutto e coinvolgente, mette in scena la fragilità e il coraggio, il sacrificio e la speranza. Rai Play offre la possibilità di guardare tanti capolavori magnetici, non perdere tutti i consigli.
