Per quale motivo molti preferiscono parlare solo a vivavoce? C'è una spiegazione che mette in luce aspetti comuni e curiosità. Scopri se ti rispecchi o se, c'è qualcosa che si allontana da te.
Oggi più che mai ci ritroviamo a parlare al telefono in situazioni sempre più diverse: camminando per strada, cucinando, lavorando, persino mentre ci rilassiamo sul divano. Una modalità che sta guadagnando sempre più terreno è l’uso esclusivo del vivavoce, una scelta apparentemente comoda ma che, secondo la psicologia, può rivelare molto di più. Per alcuni è una necessità pratica, per altri una preferenza strutturata. Ma cosa significa davvero, a livello psicologico e relazionale, parlare sempre in vivavoce?
Parlare al telefono in vivavoce può sembrare una semplice scelta tecnica, ma in realtà racchiude una complessa rete di significati legati alla nostra percezione dell’altro, del sé, e del contesto sociale. Il vivavoce rompe una delle caratteristiche principali delle telefonate: la privacy. Quando parliamo al telefono normalmente, abbiamo il controllo della comunicazione. Siamo noi e l’altra persona, in uno spazio acustico chiuso. Il vivavoce, invece, apre quella conversazione al contesto circostante.
Parli al telefono sempre in vivavoce? Ecco che cosa vuol dire
Chi parla sempre in vivavoce potrebbe quindi avere un rapporto più fluido con i confini personali o, al contrario, cercare di evitare l’intimità profonda rendendo la comunicazione più pubblica e meno coinvolgente emotivamente. Parlare al telefono può generare ansia in molte persone. L’uso del vivavoce può diventare un modo per “diluire” la pressione dell’interazione diretta. Viviamo in un’epoca in cui siamo abituati a fare più cose contemporaneamente. Il vivavoce si inserisce perfettamente in questa dinamica: ci consente di cucinare mentre chiacchieriamo, di rispondere a una chiamata mentre scriviamo una mail. Ma questa moltiplicazione dell’attenzione ha un prezzo. Un altro aspetto interessante riguarda il ruolo del vivavoce nella socialità.

Parlando in vivavoce, non solo si espone la conversazione agli altri, ma si rende l’altro parte della scena. È una forma di “conversazione teatrale” che può avere anche valenze di potere. C’è poi un aspetto sottile ma cruciale: il vivavoce dice molto sul tipo di relazione tra le persone coinvolte. Se qualcuno ci chiama e rispondiamo in vivavoce, stiamo implicitamente dicendo che quella conversazione può essere “pubblica”, o che non richiede la nostra attenzione esclusiva. Infine, per alcuni il vivavoce non è solo un’abitudine, ma una vera e propria dichiarazione: di trasparenza, di efficienza o anche di distacco. Come ogni comportamento ripetuto, anche questo finisce per diventare parte dell’identità relazionale e comunicativa di una persona. E tu hai quest'abitudine? Se la tua risposta è si, questa è una spiegazione che potrebbe aiutarti a scoprire molti aspetti legati alla tua personalità e non solo, anche a chi ti circonda.
