Italiani a Berlino comprano pacchi smarriti da un distributore automatico: cosa trovano

Distributori automatici di pacchi smarriti, dove sogni un iPhone ma ti ritrovi al massimo con qualche paio di mutande nuove. A Berlino, due italiani curiosi hanno speso 20€ a testa per tentare la fortuna. Cosa ci sarà mai dentro quei pacchi mai reclamati? Spoiler: niente diamanti, ma qualche risata sì.

Pacchi smarriti, la lotteria urbana che conquista l’Europa

Dimenticate le solite slot machine. Il nuovo gioco d’azzardo urbano si chiama “Lost Parcel Vending Machine” e ha l’aspetto innocente di un distributore automatico. Il principio è semplice quanto crudele: spendi pochi (da 5 a 10) euro e ricevi un pacco anonimo, smarrito o mai reclamato. Dentro potrebbe esserci di tutto. O quasi niente.

A Berlino, la capitale tedesca dove ogni stranezza trova il suo habitat naturale, questo tipo di acquisto ha preso piede velocemente. Gli italiani non restano a guardare. In particolare due fratelli, Laura Mikus e il fratello, hanno deciso di testare la fortuna davanti alla telecamera del loro smartphone. Il contenuto? Una piccola saga tragicomica tutta da raccontare.

10 euro a pacco: shopping alla cieca e colpi bassi

I distributori automatici a Berlino non vendono solo snack e bibite: ora sfornano anche misteri incartati. Laura e suo fratello ne comprano quattro, spendendo 20 euro a testa. Pacchi in mano, si fiondano a casa per scoprire il contenuto davanti agli occhi dei follower.

Il primo pacchetto è morbido. Il fratello della tiktoker lo apre e trova… dei boxer. Tre per l’esattezza. Uno blu elettrico, uno nero con la scritta “MEN” a caratteri cubitali e un altro bianco, più largo, in cotone e con i quadretti. “Pensavo fossero calzini”, commenta rassegnato. Niente colpo grosso, ma almeno ha tre paia di mutande nuove, che servono sempre.

Va meglio a Laura. Il suo primo pacco aperto contiene una gonna lunga nera, perfettamente in tono con il suo look del giorno. Taglia giusta, tessuto decente. Per 10 euro? Promossa. Non sarà Chanel, ma nemmeno uno scarto da mercatino.

Il secondo giro: tra cavi misteriosi e accessori da nerd

La suspense continua. Laura apre il terzo pacco. Dentro trova un cavo lungo e sconosciuto, forse un pezzo di ricambio per un elettrodomestico imprecisato. Lei lo guarda come se fosse un frammento alieno. Forse lo rivenderà o - più probabile - lo metterà in un cassetto a prendere polvere e, presto o tardi, lo getterà nell'immondizia.

A sinistra la mutanda, a destra lo strano pezzo di ricambio trovato nei pacchi smarriti, pagati 10€ ciascuno.
A sinistra la mutanda, a destra lo strano pezzo di ricambio trovato nei pacchi smarriti, pagati 10€ ciascuno.

L’ultimo pacco è del fratello. Stavolta spunta un componente per PC fissi: un adattatore da collegare direttamente alla scheda madre per la connessione Wi-Fi. Roba tecnica e che sicuramente non costa 10€ ma utile solo se si ha un PC fisso senza scheda di rete. Il problema? Può darsi che lui non ce l'abbia. Tocca cercare un amico nerd da accontentare.

Dalla TikTok-mania ai centri commerciali: la moda si espande

Il fenomeno dei pacco smarrito misterioso non è una novità solo berlinese. Da mesi è esploso anche in Italia e in altre capitali europee. Nei centri commerciali spuntano “pop-up store” pieni di pacchi venduti a peso. Il format è virale: TikTok pullula di unboxing dal finale incerto, tra euforia e delusione.

Ma da dove arrivano questi pacchi? Spesso si tratta di ordini restituiti o mai consegnati, rimasti nei magazzini logistici di grandi e-commerce. In teoria dovrebbero essere rimborsati, ma nella pratica molti restano lì, abbandonati. Alcune aziende li rivendono in blocco. Altre, più furbette, li spacchettano e li distribuiscono in questi canali alternativi.

Vale la pena? Un gioco di illusioni (e mutande)

Per molti il fascino sta nell’adrenalina: spendere poco per la speranza di ottenere qualcosa di costoso. Ma la verità, come dicono i dati e l’esperienza, è un’altra. Gli oggetti davvero di valore vengono sempre rivendicati o recuperati dalle aziende. I pacchi in vendita sono spesso quelli di scarso interesse o di valore limitato. Una gonna e tre boxer, insomma, sono la normalità, non l’eccezione.

Chi partecipa alla lotteria dei pacchi non lo fa dovrebbe farlo per convenienza, ma per show. Un click, un like, una risata. L’ennesima prova che ormai il confine tra acquisto e intrattenimento si è fatto sottilissimo.

Morale? Se un pacco è smarrito e nessuno lo ha reclamato, un motivo ci sarà.

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