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Quando si parla di erbacce e piante spontanee, la maggior parte delle persone pensa a un’unica soluzione: bruciarle. In molti comuni italiani, specialmente d'estate e specialmente nelle ore centrali, questa pratica è vietata per legge. Ma Chiara Daverio, content creator italiana e amante della natura, ha un approccio completamente diverso. Nei suoi video, diventati virali tra chi cerca uno stile di vita più sostenibile, Chiara offre consigli concreti per trattare gli scarti vegetali in modo intelligente e utile per l’ambiente.
“Mi trovo nel terreno di un amico che voleva bruciare queste erbacce. In natura non esistono rifiuti. Sono un’invenzione umana”, racconta Daverio mostrando una montagna di erbacce secche. Mentre molti si preparano a dar loro fuoco, lei le raccoglie con cura in un sacco di juta. Il motivo? Diventeranno humus, oro per il terreno.
Bruciare le erbacce? Una pratica dannosa
L’idea di eliminare gli scarti verdi col fuoco è ancora radicata, soprattutto nelle campagne e nei piccoli centri. Ma questa pratica è tutto tranne che sostenibile. La combustione delle erbacce provoca inquinamento atmosferico rilasciando polveri sottili, monossido di carbonio, diossine e altre sostanze pericolose. Non solo: può innescare incendi e, in molte regioni italiane, è vietata o fortemente regolamentata.
C'è poi una questione più “terra terra”: bruciare significa perdere nutrienti. Il fuoco trasforma il verde in cenere, alcalinizzando il terreno. Questo può essere utile solo in suoli eccessivamente acidi, ma nella maggior parte dei casi rappresenta uno squilibrio. “Favorire la fertilità significa restituire al terreno ciò che gli appartiene”, sottolinea Daverio.
Cos’è l’humus e perché è fondamentale
L’humus (che non è l'hummus!) è una sostanza scura e ricchissima di nutrienti, che si forma attraverso la decomposizione naturale di materiale organico come erbacce, foglie secche, scarti vegetali. A compiere questa trasformazione ci pensano funghi, batteri e lombrichi, autentici alleati dell’agricoltura sostenibile.

Nel terreno, l’humus svolge un ruolo chiave: migliora la struttura del suolo, aumenta la capacità di trattenere acqua, favorisce la crescita delle piante e stimola la biodiversità. Non è un caso che venga chiamato “l’oro nero del contadino”.
Il metodo alternativo: il compostaggio
Per chi non vuole più bruciare nulla, la soluzione più efficace è il compostaggio domestico. Si parte raccogliendo erbacce (meglio se senza semi maturi), scarti da cucina e altri residui vegetali. Si mescolano materiali umidi come erba fresca e verdure con elementi secchi come foglie o rametti, così da favorire la decomposizione.
Il tutto viene disposto a strati in una compostiera o in un cumulo ben aerato. Rivoltando periodicamente il materiale, in 6-12 mesi si ottiene un compost maturo, pronto per essere usato nell’orto o nei vasi di casa. È un fertilizzante gratuito, naturale e ricchissimo.
Altre alternative ecologiche alla combustione
Oltre al compostaggio, esistono altri modi intelligenti per riutilizzare le erbacce:
- Pacciamatura: distribuire le erbacce tagliate (senza semi) direttamente sul terreno per trattenere l’umidità e limitare la crescita di nuove infestanti.
- Cippato: tritare rami e residui legnosi per ottenere un materiale utile sia come pacciamatura che come componente del compost.
- Radici nel terreno: tagliare le erbacce alla base, lasciando che le radici si decomponano direttamente nel suolo, arricchendolo dall’interno.
Ogni residuo verde può diventare una risorsa. Basta cambiare prospettiva. Daverio lo ha fatto e, con lei, una community sempre più numerosa che sceglie di vivere in armonia con la natura, rispettando i cicli del suolo e riducendo l’impatto ambientale anche con piccoli gesti quotidiani.
“Quello che per qualcuno è un problema, per me è una soluzione”, dice Chiara Daverio mentre riempie il suo sacco di erbacce, destinandole a nuova vita. Un messaggio semplice, pratico e potente. Invece di bruciare, costruisce. Invece di distruggere, rigenera. E ci invita a fare lo stesso, partendo proprio da quello che credevamo di dover buttare.
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