Entra in un supermercato della Corea del Nord e nota "tante stranezze"

Jesse Romberg, content creator appassionato di viaggi, ha pubblicato un video rarissimo che sta facendo il giro del web: un tour dentro un supermercato nordcoreano. Non è roba da tutti i giorni. In Corea del Nord filmare in luoghi pubblici e privati è quasi sempre proibito, ma durante una breve finestra nella primavera del 2025 in cui il regime aveva riaperto le frontiere, Jesse ha colto l’occasione e ha documentato ciò che ha visto nel cuore di Pyongyang.

Un supermercato... solo per occhi occidentali?

Nel video, Romberg spiega che il supermercato faceva parte di un tour organizzato. Nessuno dei partecipanti aveva bisogno di fare la spesa: venivano già serviti con tre pasti al giorno dall'hotel che li ospitava. Eppure, eccoli lì, dentro un market super fornito, circondati da cittadini locali apparentemente impegnati a fare acquisti. Ma qualcosa non torna. O meglio, tante cose non tornano.

Molti comportamenti mi sono sembrati strani”, dice Jesse. Ovviamente per "strani", intendiamo agli occhi di un occidentale: in Nord Corea è l'opposto di strano. Per esempio, le persone si scambiavano prodotti da un carrello all’altro come fosse la cosa più naturale del mondo. C’erano lunghe file davanti a contenitori di plastica con cibo non identificato e, ciliegina sulla torta, uomini in divisa monitoravano ogni mossa del gruppo di turisti. Uno di questi, a un certo punto, porge un cartello a Jesse. Lui non lo prende. “Sembrava tutto troppo perfetto”, commenta nel video.

Un supermercato da copertina o da copione?

Nella didascalia del video, il content creator si fa più di una domanda: quel market era vero o una messinscena per i turisti? L’ambiente appariva pulito, ordinato e straripante di prodotti, più simile a un supermercato europeo che a quello che ci si aspetterebbe in un paese colpito da sanzioni internazionali e frequenti crisi alimentari. Il tutto, condito da un dettaglio curioso: mentre le strade di Pyongyang apparivano spesso deserte, il supermercato era pieno zeppo di clienti. Un caso?

A sinistra l'abbondanza di frutta, a destra una fila per acquistare un prodotto alimentare non specificato.
A sinistra l'abbondanza di frutta, a destra una fila per acquistare un prodotto alimentare non specificato.

Romberg stesso si divide tra due impressioni. Da un lato, pensa che la scena fosse genuina, almeno per gli abitanti della capitale, che potrebbero godere di privilegi alimentari sconosciuti al resto del paese. Dall’altro, nota che tutto sembrava fin troppo orchestrato. Insomma, un vero dilemma da “Realtà o Truman Show?”

Corea del Nord: quando lo shopping diventa propaganda

Il supermercato visitato da Jesse sembra avere avuto una funzione ben precisa: dimostrare al mondo che la Corea del Nord ha cibo a sufficienza. O almeno, questa è l’idea che il regime avrebbe voluto trasmettere. Perché un turista che filma scaffali pieni e clienti soddisfatti fa più effetto di mille comunicati ufficiali. D'altronde, solo alcuni supermercati permettono l'accesso dei turisti. Quelli che frequentano abitualmente i nordcoreani, invece, sono off limits.

Ma chi conosce anche solo superficialmente la storia della Corea del Nord sa che tutto viene filtrato, controllato e, quando serve, anche messo in scena. Il supermercato di Jesse, con la sua affluenza sospetta e le guardie in agguato, potrebbe essere stato più uno teatro alimentare che uno spaccato di vita quotidiana.

Il video di Jesse Romberg rappresenta una rara finestra sulla vita quotidiana nordcoreana. Ma è una finestra opaca, in cui verità e apparenza si mescolano. Quel supermercato poteva essere reale o costruito ad arte. Forse entrambe le cose.

Il content creator non ha la pretesa di spiegare tutto. Ma il suo racconto apre una domanda interessante: quanto c'è di autentico e quanto di strategico nell’immagine che la Corea del Nord vuole mostrare al mondo?

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