Il museo più importante d’Europa sta collassando: “Troppi turisti”

Scene da film, ma è tutto reale: centinaia di turisti accalcati sotto la celebre Piramide di vetro, personale in sciopero e sale stracolme. Il Museo del Louvre, simbolo della cultura europea (non a caso, è il museo più visitato del Vecchio Continente), non ce la fa più. E la situazione rischia di peggiorare nel futuro prossimo. Negli ultimi mesi, il museo parigino è entrato in una fase di profonda crisi logistica e organizzativa. A lanciare l’allarme è stato il direttore stesso, Laurence des Cars, che ha definito la visita al Louvre “un calvario fisico”. Ma il problema è molto più ampio di qualche coda o sala affollata: qui si parla di collasso strutturale. Non c'è mai stata così tanta gente desiderosa di vedere la Mona Lisa e le altre opere d'arte qui ospitate.

8,7 milioni di visitatori in un anno: numeri fuori controllo

Il Louvre è stato pensato per accogliere circa 4 milioni di visitatori l’anno. Nel 2024 ne ha ricevuti più di 8,7 milioni. Il calcolo è semplice: più del doppio. Una cifra che supera ogni limite sostenibile. In alcune giornate si registrano oltre 30.000 persone, con picchi che ricordano più uno stadio che un museo. Il risultato? Code interminabili, sale invivibili, servizi igienici insufficienti, scarsa ventilazione e personale allo stremo. E al centro del caos c’è sempre lei: la Gioconda. L’iconica opera di Leonardo Da Vinci attira da sola circa 20.000 visitatori al giorno nella Salle des États, creando veri e propri ingorghi umani.

La Mona Lisa è sicuramente la causa principale del sovraffollamento del Louvre.
La Mona Lisa è sicuramente la causa principale del sovraffollamento del Louvre.

Scioperi e proteste: anche i dipendenti dicono basta

La situazione ha raggiunto il punto di rottura a inizio giugno, quando un’improvvisa mobilitazione del personale ha costretto il Louvre a chiudere i battenti senza preavviso. Addetti alla sicurezza, guide e cassieri hanno abbandonato le postazioni, denunciando condizioni “insostenibili” e carenza cronica di personale. “Non possiamo aspettare sei anni per ricevere aiuti”, ha dichiarato Sarah Sefian, dipendente del museo, facendo riferimento al progetto “Louvre Nouvelle Renaissance”, un piano decennale da 700-800 milioni di euro annunciato da Emmanuel Macron.

Per ora, l’unica contromossa concreta è la limitazione degli accessi giornalieri a 30.000 persone. Ma è chiaro che non basta. Il progetto del nuovo ingresso vicino alla Senna è previsto solo per il 2031, mentre si discute anche di spostare la Gioconda in una sala separata con biglietti a tempo per regolare i flussi. Nel frattempo, il museo più visitato del mondo rischia di diventare invivibile. E il paradosso è evidente: più successo ha, più si avvicina al collasso.

Turismo di massa vs patrimonio culturale

La crisi del Louvre è il simbolo perfetto di un problema più ampio: il turismo di massa sta travolgendo i luoghi d’arte europei. Venezia, Barcellona, Lisbona, ora anche Parigi. L’equilibrio tra accessibilità e tutela sembra ormai perduto. Il Louvre ha retto guerre, pandemie e rivoluzioni. Ma ora si trova a fronteggiare il nemico più imprevedibile: il successo stesso. E forse, come ha detto un turista americano in coda sotto la Piramide, “anche la Gioconda ha bisogno di un giorno di riposo”. Parlando di luoghi turistici francesi che stanno collassando, dispiacerà sapere che anche alla Reggia di Versailles la situazione non è positiva. Anzi.

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