Molte persone conoscono il film “Catch Me If You Can”, in italiano "Prova a prendermi". L'opera è ispirata alla storia vera di Frank Abagnale, che ha guidato aerei di linea commerciali senza avere il brevetto. La storia, in un certo senso, si è ripetuta ma il protagonista è un altro membro dell'equipaggio: un (finto) assistente di volo. Il suo nome è Tiron Alexander e ha viaggiato in lungo e in largo negli Stati Uniti (e non solo), accumulando più di 120 voli gratuiti. Come? Semplice: ha finto per anni di essere un assistente di volo. Sì, proprio così.
Il prezzo dei biglietti aerei continua a salire, complice l'inflazione, la carenza di aeromobili e una domanda di viaggi impazzita dopo il Covid. Secondo il Consumer Price Index, negli USA il costo medio dei voli è salito del 25% in un solo anno e anche in Europa volare è più caro rispetto all'epoca pre-virus. Ma Tiron ha trovato la sua personale “business class” senza spendere un dollaro. O meglio, facendola franca per un bel po’ di tempo.
Chi è Tiron Alexander: il “camaleonte dei cieli”
La domanda che tu, lettore o lettrice, ti starai ponendo è: come diavolo ha fatto? Secondo un comunicato ufficiale della U.S. Attorney’s Office del Distretto Sud della Florida, il 35enne è stato condannato per frode telematica e accesso fraudolento a un’area riservata dell’aeroporto. La condanna è arrivata il 5 giugno 2025, ma le sue imprese sono iniziate molto prima: dal 2018 al 2024 ha usato un sistema di prenotazione riservato al personale di volo per prenotare viaggi completamente gratis.
“Ha dichiarato di lavorare per sette compagnie aeree diverse”, scrivono le autorità. “Ha fornito circa 30 numeri di badge falsi e date di assunzione inventate, superando così i controlli previsti per ottenere biglietti interni”. Insomma, non un semplice passeggero furbetto, ma un vero e proprio maestro della mistificazione con qualche conoscenza di hacking, capace di camuffarsi tra gli assistenti di volo con una nonchalance degna di Hollywood.
Come ha fatto a ingannare i sistemi di sicurezza?
La parte più sorprendente della vicenda riguarda proprio la tecnologia. O meglio, la sua totale inefficacia nel fermare Alexander. Nonostante i badge inventati e le compagnie sempre diverse, il sistema non ha mai segnalato anomalie. Nessun allarme, nessun controllo incrociato, nessuna domanda in più. Come sia riuscito ad accedere a sistemi interni delle compagnie aeree resta ancora un mistero. Ma il danno è fatto: 120 voli spariti nel nulla e un conto che potrebbe pesare carissimo. Durante il processo, è emerso che Tiron si sarebbe anche presentato fisicamente come membro dell’equipaggio su tre voli di altre compagnie. Sì, perché nelle altre occasioni era un semplice passeggero che volava gratis grazie al sistema di prenotazione interno. Presentarsi sempre come steward avrebbe destato sospetti, dato che anche negli States c'è il numero fisso di 4 cabin crew per volo.
Cosa rischia adesso: 30 anni dietro le sbarre
Il giudice distrettuale Jacqueline Becerra annuncerà la sentenza il prossimo 25 agosto 2025. In base ai capi d’accusa, Tiron rischia fino a 20 anni di carcere per frode e altri 10 anni per l’accesso illecito alle aree protette degli aeroporti.

Il caso ha sollevato interrogativi pesanti sulla sicurezza aerea, proprio in un’epoca in cui le compagnie stringono i controlli sui passeggeri ma, a quanto pare, non su chi finge di lavorarci. E non è il primo a sfruttare le pieghe del sistema: molti ricordano Steven Rothstein, il banchiere newyorkese che comprò un pass illimitato da American Airlines e volò in prima classe per 25 anni. Anche lui, alla fine, è stato sbattuto giù dal volo.
Quello che lascia davvero a bocca aperta è la durata della truffa. Sei anni di voli gratis. Una maratona di imbarchi, check-in, gate, tratte interne e connessioni. Il tutto orchestrato da un uomo che, all’apparenza, non aveva nulla a che fare con il mondo dell’aviazione. Non un brevetto, non una divisa ufficiale, solo una gran faccia tosta e una serie di form online manipolati ad arte.
Nel 2002 il mondo scopriva con stupore la storia di Frank Abagnale, il “pilota fantasma” raccontato da Spielberg. Oggi, il testimone passa a Tiron Alexander: stesso cielo, stessi inganni, ma forse pene ben più severe.
