In Croazia c'è un'isola meravigliosa perfetta per chi ama il mare cristallino e la tranquillità: tutto il fascino di Curzola.
Mentre la Grecia si piega sotto il peso dell’overtourism, tra isole assediate da crocieristi e calette ormai diventate sfondo fisso di selfie indistinti, chi cerca una vera fuga dal rumore del mondo deve volgere lo sguardo un po’ più a nord. Curzola, o Korčula per dirla alla croata, è un’isola dalmata che custodisce ancora oggi l’essenza del Mediterraneo: ruvida, autentica, luminosa. Qui, la bellezza non è ostentata, ma si lascia scoprire con il passo lento del viaggiatore curioso. Le sue pietre parlano veneziano, i suoi ulivi odorano di storia, il mare è trasparente come una promessa mantenuta.
Curzola città è un labirinto di vicoli e segreti. Un piccolo scrigno cinto da mura veneziane, affacciato su un canale che sembra dipinto a mano. La chiamano “Piccola Ragusa” per via delle sue simmetrie medievali, delle case in pietra dorata che si abbracciano nelle strade a forma di spina di pesce, pensate per sfidare il vento e catturare la luce. Qui si cammina sulle orme di Marco Polo, che molti vogliono nato proprio tra queste mura. La sua presunta casa natale è oggi una tappa suggestiva per chi ama le storie di viaggi e di orizzonti lontani. Ma la vera meraviglia è ciò che resta fuori dai radar turistici: le torri silenziose al tramonto, le barche dei pescatori che si confondono col blu del mare, i caffè dove il tempo pare sciogliersi come ghiaccio in un bicchiere di rakija.

Spiagge solitarie, baie segrete e il respiro della natura
Chi fugge dalla folla troverà in Curzola una riserva di quiete. Le sue spiagge, mai troppo affollate, si nascondono tra pini marittimi e vecchie vigne, in baie dove il silenzio è rotto solo dal rumore del sale. A Lumbarda il mare si fa dolce e le spiagge sabbiose, una rarità in Croazia. A Pupnat e Smokvica, invece, si scopre una natura primitiva, dove la pietra e l’acqua dialogano senza intermediari. E poi ci sono le insenature raggiungibili solo in bicicletta o in kayak, che regalano l’impressione del primo sbarco, come se il mondo si fermasse lì, in quell’istante perfetto di luce e respiro.
Curzola è anche un’isola da assaporare, lentamente. Qui il vino ha il sapore del sole e del vento. A Lumbarda nasce il Grk, vino raro e misterioso, prodotto quasi esclusivamente da donne per via della sua curiosa natura botanica. Nella zona di Čara, invece, il protagonista è il Pošip, bianco corposo che racconta le colline e le mani che lo coltivano. Le cantine si aprono al viaggiatore con ospitalità antica, invitandolo a pedalare tra i filari, a degustare sotto pergolati ombrosi, a lasciarsi andare ai ritmi di un’estate che sa ancora di libertà.
La cucina segue lo stesso ritmo: pesce fresco, olio profondo, erbe selvatiche. Nulla di costruito, nulla di forzato. Solo sapori veri, raccontati con il rispetto che si deve a una terra che dona, sempre, senza chiedere nulla in cambio. Curzola non ha bisogno di effetti speciali. La sua forza sta nella discrezione. È un’isola che ti invita a rallentare, a osservare, a respirare. Un rifugio per chi è stanco delle folle e cerca un’estate fatta di bellezza silenziosa, di luoghi che ancora sanno raccontare storie.
