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Una semplice passeggiata sulla spiaggia si è trasformata in un momento da brividi per Beckylee Rawls, 29 anni, durante una vacanza a Okinawa, in Giappone. Appassionata collezionista di conchiglie, non ha resistito alla tentazione di raccoglierne una dal fondale. Aveva un aspetto meraviglioso, con un pattern marmorizzato che sembrava uscito da un dipinto. A primo impatto, dunque, solo sensazioni positive; qualche ora più tardi, però, è arrivata una scoperta sconvolgente.
Una conchiglia bellissima… ma viva
Rawls si trovava a fare tide pooling (osservazione delle pozze di marea) quando ha notato l'oggetto scintillante tra le rocce. Ha afferrato la conchiglia con le mani nude e ha perfino realizzato un video, poi pubblicato sul suo profilo TikTok @beckyleeinoki. "Era bellissima, sembrava finta", ha raccontato a Newsweek. "Ne ho raccolte decine, mai avrei pensato che potesse essere pericolosa".
Solo dopo qualche secondo si è accorta che la conchiglia era ancora viva, per questo l’ha rimessa in acqua, pensando si trattasse di un innocuo mollusco. Lì per lì non ha provato nessuna paura, nessun sospetto. Almeno fino al momento in cui, tornata a casa, ha fatto una ricerca per immagini su internet per identificarla.
La scoperta agghiacciante: si trattava di una lumaca cono
Il risultato della ricerca l'ha gelata. Quel piccolo e grazioso oggetto era in realtà una lumaca cono (cone snail), appartenente alla famiglia Conidae: un tipo di mollusco predatore capace di iniettare un veleno mortale tramite una sorta di dente a forma di arpione, chiamato radula.
Queste lumache marine usano il veleno per immobilizzare le prede, solitamente vermi o altri molluschi. Ma possono colpire anche l’uomo, soprattutto quando vengono maneggiate a lungo, come accaduto a Rawls. Il dato più inquietante? Una ricerca del National Center for Biotechnology Information ha evidenziato che il veleno di una sola lumaca cono può essere teoricamente letale per oltre 700 persone. Insomma, non avrebbe avuto alcun problema a 'fare fuori' un singolo individuo.

Le punture avvengono spesso alle mani o alle dita, proprio come sarebbe potuto accadere a Beckylee. "Appena ho letto tutte queste informazioni mi è salita l’ansia", ha confessato. "Non riuscivo a smettere di pensare a tutto quello che avevo fatto. L’ho tenuta in mano, l’ho agitata… poteva finire molto male".
Nessun sintomo, ma una lezione che non dimenticherà
Fortunatamente, Rawls non ha riportato sintomi nei giorni successivi. Nessuna paralisi, nessun segnale di avvelenamento. Ma la paura è rimasta. "Ogni volta che sentivo qualcosa alla mano, mi chiedevo se fosse il veleno in ritardo. Ho vissuto giorni di paranoia". Il caso ha voluto che la lumaca non reagisse, e questo ha probabilmente salvato la vita alla ragazza. Si dirà: e vabbè, la medicina moderna avrà un antidoto, come per altri animali velenosi. No. Dopo aver approfondito ulteriormente l’argomento, ha scoperto che non esiste nessun antidoto al veleno della cone snail. "Più leggevo informazioni sul web, più mi rendevo conto di quanto fossi stata fortunata", ha detto.
Il video condiviso da Rawls ha fatto il giro del web, raggiungendo oltre 25,8 milioni di visualizzazioni e 833.500 like in pochi giorni. La clip mostra la lumaca cono viva, nella mano della ragazza, mentre lei la osserva ignara. I commenti non si sono fatti attendere: più di 7.000 persone hanno condiviso il loro stupore e la loro preoccupazione.
"Questo è il giorno in cui smetto di raccogliere conchiglie in spiaggia", ha scritto un utente. Un altro ha commentato: "Dovrebbero insegnarlo a scuola. L’avrei raccolta anch’io senza pensarci due volte". Un biologo ha aggiunto: "Ammirate da lontano. Se non sapete cos’è una forma di vita marina, non toccatela".
Da allora ha una nuova regola quando esplora le spiagge: "If it’s a cone, leave it alone". Se ha forma di cono, meglio lasciarla stare. Nonostante tutto, continua ad amare il mare, ma ora lo fa con maggiore rispetto e attenzione.
Le lumache cono rappresentano un pericolo reale in molte aree costiere dell’oceano Pacifico e dell’oceano Indiano. Vivono nei fondali sabbiosi e nelle barriere coralline, dove è facile scambiarle per semplici conchiglie vuote. Il veleno che iniettano può causare paralisi muscolare, insufficienza respiratoria e arresto cardiaco, anche in pochi minuti. Nonostante la loro fama limitata al mondo scientifico e agli esperti di fauna marina, questi molluschi stanno diventando tristemente noti grazie a casi virali come quello di Beckylee Rawls. Il consiglio è chiaro: anche le cose più belle possono nascondere pericoli. E in spiaggia, meglio osservare da lontano tutto ciò che non si conosce.
