"Vivo permanentemente su una nave da crociera: vi dico il lato oscuro di questa vita"

Lynelle è una donna statunitense che è riuscita nel sogno di molte persone. Di recente ha mollato tutto: casa, lavoro tossico, matrimonio da dimenticare. A 53 anni ha scelto di cambiare rotta, letteralmente. Si è imbarcata per sempre su una nave da crociera e oggi la sua casa galleggia tra un porto e l’altro. Ha venduto tutti i suoi beni - casa compresa - per potersi permettere una 'vita in vacanza'. Oppure no? Belli i buffet, belli i tramonti sull’oceano ma c'è anche il lato oscuro del vivere full time in crociera. E Lynelle lo racconta senza filtri. Domanda più gettonata: quanto paga? 2500 dollari (2100€) al mese per una stanza standard con cibo (dalla mensa) incluso. Per il resto, lavanderia, Wi-Fi e altri servizi 'accessori' non sono inclusi. Lynelle guadagna grazie al suo canale YouTube e altri lavori online, sfruttando il tanto tempo libero.

Cabine? Più piccole di un armadio Ikea

La prima batosta arriva dritta dal letto, anzi dalla cabina. “Prendi la tua camera da letto, tagliala a metà e infilaci un letto matrimoniale, due comodini e tutto quello che ti serve per vivere”, racconta Lynelle nel suo canale YouTube Poverty to Paradise. Spazio? Praticamente inesistente.

Le cabine delle navi da crociera non sono fatte per viverci mesi interi. Anche quelle dei passeggeri a lungo termine restano anguste. Solo le suite extralusso garantiscono un po’ di respiro, ma richiedono il portafogli di un milionario. Il risultato? Vivi in un microcosmo, dove ogni centimetro conta. E anche i muri sembrano di carta.

Lynelle ha raccontato di notti insonni passate ad ascoltare litigi, karaoke stonati e conversazioni surreali dai vicini di cabina. Ha persino chiamato il personale per far calmare certe situazioni. L’insonnia è diventata una compagna di viaggio, almeno finché non ha imparato a gestirla.

Privacy? Solo nei sogni (ma non dormi comunque)

Per gli introversi, la vita in crociera può diventare una prova di resistenza. Lynelle lo dice chiaramente: “Non puoi sfuggire alle interazioni sociali. Se vivi lì, sei bersaglio di chiunque voglia scambiare due chiacchiere”. Il problema è semplice: lo spazio condiviso, i ristoranti comuni, gli spazi ricreativi affollati. Tutto ti porta al contatto continuo. E se per alcuni è il paradiso del pettegolezzo da buffet, per altri è una prigione galleggiante di convenevoli forzati.

Il consiglio di Lynelle è chiaro: “Fate prima qualche crociera di prova. Sperimentate la vita a bordo. Non tutti sono fatti per questo tipo di esistenza”. E se soffri di mal di mare, la risposta è già scritta sulle onde: lascia perdere.

Il buffet infinito? Dopo un po’ sembra la mensa della scuola

Chi pensa che vivere su una crociera significhi mangiare aragosta ogni giorno non ha mai passato tre settimane con lo stesso menù a rotazione. Lynelle lo racconta con una smorfia: “Alla fine, i piatti diventano monotoni. È sempre la stessa roba, solo servita in modo diverso”. Le offerte culinarie variano poco, soprattutto per chi viaggia per mesi. Anche gli chef più creativi devono sottostare a logiche di fornitura e budget. E no, non puoi ordinare un sushi fresco in mezzo all’Atlantico, a meno di pagare cifre folli.

Poverty to Paradise, su YouTube, racconta com'è vivere 365 giorni l'anno su una nave da crociera, con i pro (tanti) e i contro (qualcuno)
Poverty to Paradise, su YouTube, racconta com'è vivere 365 giorni l'anno su una nave da crociera, con i pro (tanti) e i contro (qualcuno)

E parlando di soldi: la vita a bordo non è economica. Internet? Carissimo. Lavanderia? A peso d’oro. I servizi essenziali sono spesso a pagamento e fanno lievitare i costi mensili. Altro che risparmio in pensione.

Emozioni in alto mare: legami fragili, solitudine a sorpresa e orari imposti

Il mare è vasto, ma le relazioni a bordo sono fugaci. Lynelle lo dice senza mezzi termini: “Quando trovi qualcuno con cui vai d’accordo, spesso quella persona sbarca pochi giorni dopo. Resti solo, di nuovo”. Il ricambio continuo di passeggeri rende difficile costruire amicizie vere. I legami si formano e si dissolvono alla velocità del prossimo scalo. E chi ha un’anima sensibile rischia di sentirsi più solo che in un monolocale in periferia.

Alcuni si deprimono vedendo gli altri tornare a casa, mentre loro restano lì, in mezzo al nulla”, aggiunge. Non è solo nostalgia: è il senso di sradicamento che può colpire anche in mezzo a un oceano pieno di promesse turistiche.

Chi sogna una vita senza orari dovrebbe cambiare sogno. La routine in crociera è scandita da annunci, regole di sicurezza, briefing, esercitazioni antincendio e orari di sbarco rigidi come quelli del treno Italo. Vuoi passare un giorno in più su un'isola che ti è piaciuta particolarmente? Impossibile. Alle 17:00 salpa la nave, con o senza di te. Anche la flessibilità ha le sue maree. Gli spostamenti seguono orari serrati, e ogni deviazione costa cara.

Inoltre, anche per i passeggeri, ci sono limiti d’accesso a certi spazi. E per l’equipaggio? I ristoranti degli ospiti restano un sogno. Loro vivono in una sorta di città parallela, più nascosta e decisamente meno glamour.

Nostalgia di casa e mondo reale lontano anni luce

La connessione a terra è debole, e non solo quella Wi-Fi. Vivere su una crociera ti scollega dalla vita di tutti i giorni: niente supermercato sotto casa, niente pizza d’asporto, niente chiacchiere al bar sotto casa. E soprattutto, niente famiglia. Per chi ha figli, genitori anziani o anche solo un gatto, la distanza può diventare una lama affilata. Certo, ci sono le videochiamate, ma funzionano solo quando il segnale non si perde tra un satellite e l’altro.

Ci sono momenti in cui ti manca tutto quello che hai lasciato”, ammette Lynelle. E quando la malinconia arriva, non basta un mojito al tramonto per scacciarla.

Nonostante tutto, Lynelle non tornerebbe indietro. La vita da crociera ha tanti difetti, ma per lei i pro superano i contro. Ha trovato un nuovo equilibrio, lontano da una vita che non le apparteneva più. “Non pensavo di finire a vivere su una nave, ma è la scelta migliore che potessi fare”, dice con convinzione.

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