Gaeta tra mito e realtà: grotta segreta sul mare all'interno della Montagna Spaccata

Sulla costa del Lazio la meravigliosa Gaeta nasconde bellezze antiche autentiche affacciate sul mare: ecco perché visitarla in estate.

C’è un angolo del litorale tirrenico dove la roccia sembra raccontare storie antiche, dove il mare si insinua silenzioso tra fenditure vertiginose e ogni gradino conduce a un tempo sospeso tra fede e mito. Questo luogo è Gaeta, e il suo cuore più arcano pulsa all’interno della Montagna Spaccata, custode della Grotta del Turco, uno dei gioielli naturali più suggestivi d’Italia.

Questa cavità, scavata dall’acqua salmastra nel ventre del promontorio di Monte Orlando, si raggiunge solo con una discesa che è già di per sé un rito. Circa 300 gradini conducono alla grotta, partendo dal Santuario della Santissima Trinità, dove la roccia si apre in fenditure ciclopiche e la luce si rifrange in riflessi incantati. Ogni passo è un invito al silenzio, alla contemplazione di uno scenario che cambia con il vento, con il sole, con la marea. E mentre si scende, l’anima si prepara a incontrare il mistero.

Il prodigio inciso nella pietra: il viaggio meraviglioso nel cuore di Gaeta

Lungo questo percorso, immerso tra pareti verticali e profumo di salsedine, si incontra un segno che sfida il tempo e la razionalità: l’impronta di una mano. Non è una semplice curiosità geologica. Secondo la leggenda, fu lasciata da un marinaio turco, incredulo di fronte alla sacralità della montagna. Avrebbe osato deridere il miracolo delle fenditure, nate si narra al momento della morte di Cristo. Ma al tocco della sua mano blasfema, la roccia si sarebbe sciolta come cera, fissando per sempre quell’impronta traslucida nella pietra.

Una narrazione che fonde il mito con la potenza della suggestione, ma che, anche solo per il suo valore simbolico, aggiunge alla grotta un’aura sacrale. Non sorprende che, per secoli, questo luogo sia stato rifugio non solo per i pellegrini, ma anche per pirati saraceni, che trovavano riparo tra gli anfratti prima di lanciarsi all’assalto delle navi in transito lungo il Tirreno. È anche da questa memoria di incursioni che nasce il nome della grotta: Grotta del Turco.

Gaeta
La meravigliosa montagna spaccata di Gaeta.

Quando si giunge finalmente alla cavità marina, l’impatto visivo è potente. La luce del sole, filtrando tra le fessure della montagna, danza sull’acqua creando sfumature smeraldo e turchese che sembrano appartenere più a un sogno che a un luogo reale. La roccia viva, scolpita dalle onde e dal tempo, racconta una storia millenaria che vibra sotto la pelle. Guardando in alto, la spaccatura si apre per oltre 150 metri, come se la montagna fosse stata divisa dalla lama di una spada divina.

Gaeta, il riflesso del mito nella realtà: tutto quello che c'è da vedere

Eppure, la Grotta del Turco è solo una delle tante anime di Gaeta. Questa città sospesa tra cielo e mare, tra storia e natura, è una destinazione che non smette di sorprendere. I bastioni del Castello Angioino-Aragonese, le pietre medievali di Gaeta Vecchia, la monumentalità silenziosa della Cattedrale di Santa Maria Assunta e le viste impagabili dalla Chiesa di San Francesco compongono un mosaico di emozioni che si fondono con la bellezza naturale della Spiaggia di Serapo e del Parco Regionale di Monte Orlando.

Ma è nella grotta, in quella fenditura tra roccia e mare, che tutto sembra avere inizio e fine. È lì che Gaeta rivela il suo volto più intimo, più antico, più magico. Un luogo dove la leggenda plasma la pietra, e la pietra custodisce le voci di chi ha creduto, combattuto, vissuto e forse anche amato. Se invece sei alla ricerca di una vacanza senza mare, ecco qualche destinazione in montagna anche economica.

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