La psicologia descrive così coloro che accarezzano sempre i gatti per strada

Chi si ferma ogni volta che vede un gatto per strada, accarezza il suo pelo e magari scambia due “chiacchiere” silenziose con lui, non sta solo compiendo un gesto di tenerezza. Secondo la psicologia, dietro questo comportamento si nasconde molto di più: empatia, bisogno di connessione, regolazione emotiva e perfino benefici neurologici.

Empatia e connessione emotiva: il profilo psicologico di chi ama accarezzare i gatti

Le persone che non resistono alla tentazione di accarezzare un gatto randagio o di quartiere condividono spesso alcuni tratti di personalità. Studi riportati da Psychology Today mostrano come questo gesto rappresenti una manifestazione spontanea di empatia. John Amodeo, terapeuta familiare e autore di “Dancing with Fire”, spiega che chi si avvicina agli animali, in particolare ai gatti, è spesso guidato dal desiderio di stabilire un legame emotivo autentico. I gatti, a differenza degli esseri umani, non pongono condizioni e vivono nel presente: per questo attraggono chi cerca una forma di relazione senza giudizio.

Chi interagisce con i gatti per strada tende ad avere una maggiore sensibilità emotiva e una spiccata capacità di osservazione. I felini comunicano attraverso piccoli segnali, richiedono attenzione silenziosa, pazienza e rispetto per i tempi dell’altro. Non a caso, chi li accarezza spesso viene percepito come una persona riflessiva, capace di comprendere il linguaggio non verbale e attenta al benessere altrui.

Accarezzare un gatto attiva i neurotrasmettitori del benessere

A livello neurologico, il contatto con un gatto stimola la produzione di endorfine, le molecole che migliorano l’umore, riducono l’ansia e aumentano la sensazione di calma. Uno studio pubblicato sulla rivista Preventive Veterinary Medicine da Nadine Gourkow ha dimostrato che l’interazione regolare con i gatti produce benefici tangibili sia sull’animale che sulla persona. I gattini coccolati erano meno soggetti a patologie e mostrano comportamenti più stabili e affettuosi.

Ma l’effetto non è solo comportamentale. Accarezzare un gatto può abbassare la pressione sanguigna e ridurre la frequenza cardiaca, secondo una revisione pubblicata su Frontiers in Psychology nel 2021. Non è un caso che la pet therapy venga utilizzata come supporto per disturbi come la depressione e lo stress post-traumatico. Il pelo morbido, il suono delle fusa, il calore dell’animale: tutto questo crea una cornice sensoriale in grado di placare anche le emozioni più forti.

Chi accarezza i gatti cerca autenticità e relazioni non invadenti

Secondo la psicologa Patricia Pendry, chi predilige il contatto con i gatti tende ad avere uno stile relazionale più autonomo, a differenza di chi preferisce i cani, che richiedono una presenza costante. Le persone attratte dai gatti sono spesso introspective, calme e rispettose dello spazio altrui. Non cercano la costante approvazione o il caos dei rapporti invadenti: preferiscono relazioni equilibrate, dove la vicinanza emotiva nasce senza pressioni.

Molte persone sentono il bisogno di accarezzare i gatti che incontrano per strada (almeno quelli amichevoli!)
Molte persone sentono il bisogno di accarezzare i gatti che incontrano per strada (almeno quelli amichevoli!)

Inoltre, la teoria dell’attaccamento suggerisce che chi accarezza i gatti frequentemente potrebbe avere un attaccamento sicuro: una modalità affettiva basata sulla fiducia, in cui il contatto fisico diventa uno strumento per dare e ricevere affetto in modo sano. Anche chi presenta tratti ansiosi o insicuri può trarre beneficio da questo tipo di relazione, trovando nel gesto dell’accarezzare un rifugio affettivo stabile e rassicurante.

Accarezzare i gatti per strada può sembrare un gesto semplice, quasi banale. Eppure, osservando chi lo compie, si scoprono aspetti profondi della personalità. C’è chi ha bisogno di prendersi una pausa emotiva durante la giornata, chi trova conforto nella vicinanza silenziosa di un altro essere vivente, chi cerca connessione senza parole. Dal punto di vista psicologico, il gesto può rappresentare anche una forma di auto-regolazione emotiva. In un mondo frenetico, fatto di stimoli continui e interazioni digitali, il contatto diretto con un gatto rappresenta un ritorno all’autenticità. È un momento di presenza, di calma e di attenzione che riconnette la persona con se stessa.

Gatti e salute mentale: un legame sempre più studiato

Negli ultimi anni, l’interesse della ricerca per il legame tra esseri umani e gatti è cresciuto esponenzialmente. L’università di Missouri-Columbia, in una ricerca coordinata dalla professoressa Rebecca Johnson, ha evidenziato che il contatto con un gatto, anche per pochi minuti al giorno, può ridurre i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress. E secondo l’American Heart Association, avere un gatto riduce il rischio di infarto e ictus fino al 30%.

Chi accarezza sempre i gatti che incontra non è quindi solo un amante degli animali: è spesso una persona consapevole del proprio mondo interiore, con un bisogno di relazioni genuine, di equilibrio e di pace emotiva. Un piccolo gesto che racconta una grande storia psicologica, confermata dalla scienza e visibile ogni giorno, sui marciapiedi delle nostre città.

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