Corea del Sud, turista mangia il polpo come la gente del posto: "Che sapore ha"

Drew Binsky, noto content creator americano con oltre 4 milioni di follower su YouTube, ha un obiettivo comune a molti altri appassionati di viaggi: visitare ogni nazione riconosciuta dall’ONU. Attualmente si trova in Corea del Sud. Durante il soggiorno a Seul, un’esperienza gastronomica ha superato ogni aspettativa: ha mangiato il polpo vivo, proprio come fanno i locali.

Sì, vivo. Il piatto si chiama sannakji ed è una delle specialità più sorprendenti (e controverse) della cucina coreana. Si tratta di piccoli esemplari di Octopus minor, tagliati appena prima di essere serviti, con i tentacoli ancora in movimento nel piatto. Il condimento è essenziale: olio di sesamo e semi di sesamo.

Sannakji, il piatto coreano che si muove nel piatto

Il sannakji non è un piatto per tutti. E non solo per l’aspetto. Anche dal punto di vista gustativo, può essere un’esperienza impegnativa. Drew ha raccontato la sua prova in un video virale girato insieme a un amico nordcoreano: “Wow, è una delle cose più strane che abbia mai mangiato”, ha detto. “La cosa più strana è che i tentacoli rimangono in bocca anche dopo averli masticati. Si attaccano alla lingua. È viscido e colloso ma è comunque saporito”.

A sinistra il polpo crudo, a destra l'amico nordcoreano di Drew che si fa coraggio e lo prova per primo.
A sinistra il polpo crudo, a destra l'amico nordcoreano di Drew che si fa coraggio e lo prova per primo.

Il rischio non è solo gastronomico. Le ventose del polpo, anche se tagliate, rimangono attive per diversi minuti. Per questo, se non vengono masticate bene, possono attaccarsi alla gola e causare soffocamento. I ristoranti coreani che servono sannakji lo sanno bene e raccomandano sempre massima attenzione. Il piatto è comunque considerato una prelibatezza locale, e chi lo prova, difficilmente lo dimentica.

Polpo vivo e non solo: i piatti coreani che sorprendono gli europei

Chi pensa che il sannakji sia l’unico “shock culturale” a tavola in Corea del Sud si sbaglia di grosso. La gastronomia coreana è ricca di piatti che per un turista occidentale possono sembrare stravaganti o addirittura impensabili. Ecco alcuni esempi:

  • Beondegi: bozzoli di bachi da seta bolliti, venduti come snack di strada. Il profumo è forte, il gusto è dolciastro e terroso.
  • Dakbal: zampe di pollo grigliate e ricoperte di salsa gochujang, molto piccante. Vengono spesso servite come stuzzichini nei bar. Qualcosa di simile esiste anche in Cina.
  • Kongguksu e mul naengmyeon: sono zuppe fredde con ghiaccio, perfette per l’estate. I noodles galleggiano in un brodo ghiacciato a base di soia o carne.
  • Odeng (o eomuk): tortine di purea di pesce su stecco, immerse in brodo caldo. Street food molto popolare nei mercati coreani.
  • Yukhoe: carne cruda di manzo tagliata finemente, condita con salsa di soia, zucchero, sesamo e spesso un tuorlo d’uovo crudo sopra. La versione coreana della tartare.
  • Kimchi: il celebre cavolo fermentato piccante che accompagna quasi ogni pasto. Chi non è abituato può trovarlo eccessivamente pungente e acido. Malgrado ciò, sta diventando di moda anche in Italia, a differenza di tutti i cibi precedenti della lista.

I ristoranti tradizionali, come quelli frequentati da Drew Binsky, offrono l’occasione di vivere un’autentica esperienza coreana. Sedersi a un tavolo con la brace al centro, condividere piatti, assaporare pietanze insolite, fa parte di un viaggio sensoriale che difficilmente può essere replicato altrove.

E proprio da esperienze come queste nasce il successo virale dei video di Drew: racconti diretti, senza filtri, che mostrano cosa significhi davvero uscire dalla comfort zone – anche solo per un boccone di sannakji.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Drew Binsky (@drewbinsky)

Lascia un commento