L’estate 2025 è entrata nel vivo, e con lei è tornato anche il consueto dibattito sul caro ombrellone e il caro spiaggia. Con i prezzi in costante aumento dal 2022, moltissimi italiani cercano di risparmiare dove possono. Rinunciare al mare è fuori discussione, specialmente durante le ferie. Ma se l’ombrellone sotto il sole cocente è diventato quasi un obbligo (per evitare insolazioni e scottature), molti risparmiano sull'alimentazione e vanno di borsa frigo al seguito: panini, frutta e bottigliette d’acqua.
Ed è qui che scoppia la polemica. Alcuni stabilimenti balneari non vedono di buon occhio chi porta da casa cibi e bevande. In certe località, i gestori arrivano a controllare le borse all’ingresso, vietando l’accesso con viveri esterni. Ma questa pratica è legale? Può un lido decidere chi può mangiare cosa e quando? La risposta dell’avvocato Giuseppe Di Palo, noto su Instagram per spiegare il diritto con parole semplici, è molto chiara. E no, non lascia spazio a dubbi.
Perquisizioni in spiaggia: il punto dell’avvocato Giuseppe Di Palo
“Non possono perquisirti la borsa”, spiega Di Palo in un video diventato virale sui social. Non si tratta solo di una questione di buon senso, ma di veri e propri reati penali. Non uno, ma due. Il primo reato, secondo l’avvocato napoletano, è violenza privata: “Quando un gestore ti obbliga a subire un controllo contro la tua volontà, sta esercitando una costrizione che non gli spetta". E questa, secondo l’articolo 610 del Codice Penale, è violenza privata.

Il secondo reato è ancora più pesante: usurpazione di funzioni pubbliche. “Solo le forze dell’ordine possono effettuare controlli nelle borse. E lo possono fare soltanto in casi ben specifici e regolati dalla legge". Nessun privato cittadino, tanto meno un bagnino o un gestore di lido, può arrogarsi questo diritto.
Spiagge demaniali e regole: cosa dice la legge
Uno dei punti centrali del discorso di Di Palo è proprio la natura delle spiagge italiane. “Le spiagge sono demaniali. Non sono salotti privati dove il gestore detta legge. I lidi hanno solo una concessione, spesso anche scaduta. Ma ciò non dà loro il diritto di imporre regolamenti contrari alla legge”. Nessuna normativa nazionale vieta di portare cibo e bevande da casa in spiaggia. E un regolamento interno di uno stabilimento balneare non può in alcun modo andare oltre la legge dello Stato. Un lido può regolamentare alcuni aspetti del servizio, ma non può limitare diritti garantiti a livello pubblico.
Attenzione però: come in molte situazioni giuridiche italiane, esistono delle eccezioni. Alcuni Comuni o enti locali possono emettere ordinanze che limitano o vietano del tutto il consumo di cibo in certe aree della spiaggia, ma sempre e solo per motivi igienico-sanitari o ambientali. Ad esempio, per evitare l’abbandono di rifiuti in tratti particolarmente delicati. Ma anche in questi casi, a fare i controlli devono essere le autorità competenti. Un gestore privato non ha nessuna autorizzazione a controllare cosa c’è dentro la tua borsa frigo.
Il consiglio dell’avvocato Di Palo è netto: “Registra tutto con il cellulare. E chiama i Carabinieri se qualcuno insiste nel volerti controllare le borse”. Le forze dell’ordine sono le uniche autorizzate a intervenire e solo se ci sono gli estremi per un controllo. Nessun bagnino, steward o gestore può frugare nei tuoi effetti personali. E se non vuoi arrivare a tanto, c’è sempre un’altra soluzione: cambiare stabilimento. “Io non darei nemmeno un euro a chi si comporta in questo modo,” conclude Di Palo. “Anche perché magari lo fa per venderti l’acqua a 3,50€”.
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