Non solo Giappone: anche in Europa esiste una città con più gatti che umani

Chi pensa che per vedere una colonia felina da record serva per forza volare in Giappone non ha ancora sentito parlare di Kotor, la perla montenegrina affacciata sulle Bocche omonime, diventata una vera e propria capitale europea dei gatti. Dimenticate Aoshima o Tashirojima: qui, tra le mura di una cittadina medievale Patrimonio UNESCO, i gatti sono ovunque. E a quanto pare, sono più degli esseri umani.

Kotor, la città dove regnano i gatti

Nel cuore del Montenegro, Kotor è diventata negli ultimi anni una delle mete più sorprendenti per gli amanti dei viaggi insoliti. E dei gatti, ovviamente. Le stradine acciottolate, i palazzi storici e l’assenza totale di traffico rendono questa cittadina il paradiso ideale per le colonie feline. Basta una passeggiata nel centro storico per rendersene conto: ogni angolo nasconde un felino, spesso accoccolato su un muretto, su una sedia di un bar o addirittura sui tavoli di qualche negozio di souvenir.

I gatti qui non sono semplici “abitanti”, ma veri protagonisti della vita urbana. Il rapporto uomo-gatto è così stretto che non si contano più i locali a tema: bar, negozi, ristoranti e persino piccoli musei interamente dedicati ai mici. La sensazione? Di essere ospiti in una città dove il potere è passato… ai baffuti.

Non è solo una questione di simpatia o folklore. Secondo gli storici locali, l’origine della presenza massiccia di gatti a Kotor risale ai tempi delle rotte commerciali marittime. I mercanti portavano i gatti a bordo per liberare le stive dai topi, e una volta arrivati a destinazione, molti felini restavano a terra, trovando un habitat ideale per vivere e... riprodursi. Soprattutto in un luogo tranquillo e senza pericoli come la città vecchia di Kotor, dove le auto sono bandite.

Nel tempo, la popolazione felina ha continuato ad aumentare, favorita da un clima mite e da una comunità umana estremamente accogliente. I gatti di Kotor sono famosi per essere socievoli, rilassati e ben nutriti. In città ci sono distributori di cibo gratuito per i mici, ma anche tantissime box per le donazioni che servono a finanziare sterilizzazioni e cure veterinarie. Una convivenza armoniosa che ha reso i gatti parte integrante del tessuto sociale ed economico della città.

La testimonianza di @ireneccloset: “Qui si perde la dignità”

La popolarità di Kotor è esplosa anche grazie ai social. D'altronde su Internet i gatti funzionavano negli Anni '90 e funzionano nel 2025, quando l'offerta di intrattenimento è aumentata a dismisura. La content creator @ireneccloset ha condiviso con i suoi follower un viaggio nella città montenegrina, raccontando con ironia e passione l’esperienza. “Se amate i gatti, qui perderete la testa e forse anche la dignità”, dice all'inizio del diventato virale.

Durante il soggiorno, Irene ha incontrato decine di mici, tra cui anche uno un po’ meno amichevole: un gatto “scontroso” che ha tentato di “appropriarsi” di una busta di souvenir, difendendola con artigli affilati. Ma in fondo è anche questo il bello: a Kotor, i gatti non sono peluche da accarezzare a comando, ma abitanti liberi, con carattere, abitudini e spazi da rispettare. Il video ha ricevuto migliaia di like e commenti, e ha portato ancora più attenzione su questa destinazione alternativa, già nota agli appassionati di fotografia, storia medievale e... zampette.

Il gatto scontroso che ha tenuto in ostaggio la bustina di Irene per qualche secondo
Il gatto scontroso che ha tenuto in ostaggio la bustina di Irene per qualche secondo

Una colonia felice (e molto numerosa)

Ma quanti sono i gatti di Kotor? Nessuno lo sa con certezza. Alcuni parlano di qualche centinaio, altri ipotizzano che possano superare quota mille. Osservando le strade, sembra plausibile. L’impressione è che ce ne sia almeno uno ogni 5 metri. E i numeri crescono di anno in anno: ogni femmina può partorire fino a 4-5 cuccioli a volta, spesso di colori diversi, e in assenza di predatori naturali e pericoli urbani, la sopravvivenza è altissima. Per questo, c'è chi dice che ci siano più gatti che residenti stabili a Kotor.

Per tenere sotto controllo la popolazione, le associazioni locali e i negozianti hanno organizzato un sistema di sterilizzazione sostenuta dalle donazioni dei turisti. Un modo concreto per mantenere l’equilibrio tra turismo e benessere animale.

Oltre ai gatti, Kotor offre uno scenario mozzafiato: il fiordo più meridionale d’Europa, le mura veneziane che si arrampicano sulle montagne e un centro storico che sembra uscito da un racconto. I mici? Sono la ciliegina sulla torta, un elemento che rende questa destinazione semplicemente unica.

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