Va a mangiare nell'osteria più antica del mondo (in Emilia-Romagna): quanto si spende

Molti turisti lo sanno bene: i ristoranti dove mangiano i locali sono una garanzia. Niente menu plastificati in cinque lingue, nessuno che ti ferma per strada e ti chiede se hai fame. Solo piatti veri, ambiente vissuto e spesso anche prezzi onesti. In Emilia-Romagna, questo concetto raggiunge il suo apice grazie a un locale che, secondo fonti storiche, avrebbe aperto nel 1435. Sì, hai letto bene. Si tratta della “Osteria al Brindisi”, un piccolo angolo di storia nascosto nel cuore di Ferrara.

Osteria al Brindisi: la più antica del mondo è a Ferrara

Il nome potrebbe far sorridere pensando alla città pugliese, ma qui il "brindisi" indica gesto conviviale di alzare i calici. L’osteria, infatti, nasce come mescita di vino e mantiene viva questa tradizione ancora oggi. Le bottiglie, molte delle quali letteralmente coperte da anni di polvere, fanno parte dell’arredamento e della sua identità. E c’è di più: tra i documenti storici, spunta anche il nome di Ludovico Ariosto, che avrebbe citato il locale in una sua opera proprio nel 1435. Tra dieci anni, dunque, il locale festeggerà 600 anni di attività. Questo dà alla locanda non solo un’aura antica, ma anche letteraria.

A visitarla è stato Francesco Zini, content creator toscano noto su Instagram e TikTok per i suoi racconti gastronomici. In uno dei suoi ultimi video, ha documentato passo dopo passo la sua esperienza in questo locale, diventata subito virale per la sua atmosfera unica e i piatti 100% ferraresi.

Cosa si mangia all’Osteria al Brindisi: il menù della tradizione ferrarese

La cucina è ferrarese fino all’osso, e non ci sono concessioni alle mode o ai gusti internazionali. Nel menù, che si può scegliere alla carta o con opzioni a prezzo fisso, Zini ha deciso di provare tre piatti simbolo del territorio. Il primo è stato un grande classico: i cappellacci di zucca al ragù. "Pasta buona, leggermente dura nel nodo del cappellaccio, ragù molto cremoso. Il ripieno di zucca non mi fa impazzire, ma è questione di gusti", ha raccontato nel suo video.

Il secondo piatto è più raro da trovare fuori dai confini della provincia: il pasticcio ferrarese. Si tratta di uno sformato di pasta condita con besciamella, funghi e carne, racchiusa in uno scrigno di pasta frolla dolce. Un mix dolce-salato che oggi può sembrare azzardato a chi vive in altre regioni, ma che nasce da un’esigenza pratica: la pasta frolla serviva a conservare meglio il ripieno. “Anche questo, come i cappellacci, è molto zuccherino. Ai ferraresi piacciono le pietanze dolci”, ha commentato Zini, accompagnando il piatto con un bicchiere di vino passito.

Due piatti assaggiati da Zini nell'osteria più antica del mondo: a sinistra la Salama da sugo con purè, a destra il pasticcio ferrarese.
Due piatti assaggiati da Zini nell'osteria più antica del mondo: a sinistra la Salama da sugo con purè, a destra il pasticcio ferrarese.

Infine, il gran finale con un vero monumento della cucina locale: la salama da sugo con purè. Un insaccato di maiale molto speziato e sapido, cotto a lungo e servito su un letto di purè che ne assorbe i grassi. "Ha la consistenza di una salsiccia e il sapore di un prosciutto crudo molto sapido. Un'esperienza unica", ha dichiarato Zini. Questo piatto, spesso considerato “difficile” da chi non è abituato, racconta molto del legame profondo tra la cucina emiliana e le sue radici contadine.

Quanto costa mangiare nell’osteria più antica del mondo?

Una delle domande più frequenti nei commenti sotto al video di Zini è stata: quanto hai speso? La risposta è sorprendentemente onesta per un posto così unico e storico. Ecco il dettaglio del suo conto:

  • Cappellacci di zucca al ragù: 14€
  • Pasticcio ferrarese: 10€
  • Salama da sugo con purè: 14€
  • Vino passito: 5€
  • Acqua: 2€

Totale: 45€ per un pranzo completo che spazia tra storia, gusto e tradizione. Non un pasto economico, ma nemmeno fuori scala considerando la location e l’autenticità dei piatti. Nessuna tassa di coperto esagerata, nessun sovrapprezzo da “turista sprovveduto”. Solo piatti della tradizione ferrarese, cucinati come vuole la storia.

Un’esperienza tra sapori, polvere e memoria

Nonostante i gusti personali di Zini – che ha ammesso di non amare particolarmente il ripieno zuccherino dei due primi piatti – l’esperienza lo ha colpito. "Un posto unico", ha detto alla fine della sua recensione. E, in effetti, l’Osteria al Brindisi non è solo un ristorante: è un tuffo nella storia, un luogo dove ogni bottiglia racconta una storia, ogni piatto segue una ricetta che affonda le sue radici nei secoli.

 

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