Sbaglia una vocale e compra un biglietto aereo per un'altra nazione: come va a finire

Mario Andres Mantilla Ardila doveva andare nella capitale francese, ma ha quasi fatto rotta verso un’isola greca. Bastava una “i” al posto della “o”. E così, da Parigi è passato (quasi) a Paros. Il 22enne colombiano, studente di architettura e grafico freelance, stava prenotando il volo dei suoi sogni per Parigi. Ma ha digitato “Paros” invece di “Paris” sul sito della compagnia aerea. Sarebbe comunque arrivato in Europa dall'America del Sud, ma in un ambiente totalmente diverso dalla capitale francese: Paros, isola dell’Egeo a ovest di Naxos.

Paros invece di Paris: il video su TikTok fa il giro del mondo

Quando ha ricevuto il biglietto, tutto sembrava regolare. Bogotá-Paros, posto 28F. Ma qualcosa non tornava. E la conferma è arrivata quando ha controllato l’aeroporto di destinazione: non Charles de Gaulle, ma uno scalo con un nome a lui sconosciuto.

Mario ha bloccato tutto in tempo e non è partito per la Grecia. Ma prima di correggere l’errore, ha fatto quello che ogni Gen Z avrebbe fatto: ha pubblicato tutto su TikTok. Nel video, ormai virale con oltre 9,2 milioni di visualizzazioni, si copre la bocca con la mano, tra shock e risate. La didascalia? “Dovevo andare a Parigi, ma per via della mia dislessia ho comprato un volo per Paros”.

Il biglietto con la vocale sbagliata. Essendo un graphic designer potrebbe averlo creato lui per fare hype su TikTok, ma questo è certamente un pensiero complottista.
Il biglietto con la vocale sbagliata. Essendo un graphic designer potrebbe averlo creato lui per fare hype su TikTok, ma questo è certamente un pensiero complottista.

“Per fortuna me ne sono accorto in tempo”, ha raccontato a What's The Jam. “Dovevo raggiungere Viviers, nell’Ardèche, per partecipare a un programma di volontariato e aiutare a restaurare la Maison des Chevaliers, edificio del XIV secolo”. Un piccolo errore, quindi, che ha rischiato di diventare una vacanza alternativa. Anche se, aggiunge con ironia: “Dopo aver visto le foto di Paros, quasi quasi ci vado davvero!”.

Sotto al video, migliaia di utenti si sono scatenati. Alcuni hanno condiviso storie simili, altri hanno dichiarato amore eterno all’isola greca. “Paros è meglio di Parigi, credimi”, ha scritto un utente. “Ora voglio andarci anche io”, ha aggiunto Valery. E Ale ha ricordato un classico: “Mio fratello ha confuso Svizzera e Svezia”. Non è la prima volta che un errore di battitura o distrazione porta a un volo sbagliato. Ma è raro che tutto venga raccontato con così tanto umorismo e sincerità. Il tempismo di Mario ha evitato una deviazione costosa, ma gli ha regalato un momento virale degno dei trend estivi.

Chi sbaglia, viaggia: le storie (vere) di chi è finito dall’altra parte del mondo

Non è solo una storia da TikTok. Ecco tre episodi reali di persone finite in tutt’altro luogo per colpa di un errore banale:

  • Italia-Svezia per errore: nel 2019, una signora di 67 anni doveva volare da Milano Linate a Bari. Ma è atterrata a Stoccolma. Nessuno, né al check-in né ai controlli, si è accorto del biglietto sbagliato. Solo all’arrivo, sentendo tutti parlare svedese, ha realizzato l’errore. (Fonte: Il Messaggero)
  • Studente finisce in Germania invece di Londra: Anton Berg, 14enne svedese, aveva da tempo organizzato una vacanza studio a Londra nel 2018. Ma è salito sull’aereo sbagliato e si è ritrovato a Düsseldorf. Se n’è accorto solo quando ha visto cartelli in tedesco. (Fonte: The Independent)
  • Corsica o Parigi? Poco chiaro…: una turista francese, nel 2016, ha preso il volo sbagliato da Marsiglia e invece di Parigi è atterrata a Bastia, in Corsica. Il codice del volo era simile, il personale ha letto solo “Air France” e l’ha imbarcata. (Fonte: La Repubblica)

Curiosità: per anni ha circolato online una voce secondo cui l’aeroporto di Salzburg, in Austria, avesse uno sportello dedicato ai passeggeri che volevano andare in Australia. Ma non è vero. Era solo una pubblicità ironica della compagnia tech Commend, finita su un nastro bagagli. L’aeroporto ha dovuto pubblicare su Facebook una smentita ufficiale, vista l'ondata di meme e post ironici (ma non veritieri) sull'accaduto.

Lascia un commento