Si trasferisce in Germania e trova lavoro come insegnante: quanto guadagna al mese

Lasciare il proprio per cercare fortuna all’estero non è una novità per italiani, spagnoli, portoghesi e greci, ma quando a raccontarlo è un giovane educatore diventato virale su TikTok, l’interesse esplode. Javier, o Javi come si fa chiamare online, ha scelto di cambiare vita e trasferirsi in Germania, precisamente a Monaco di Baviera, per lavorare come educatore infantile in una “Kita” – l’equivalente tedesco dei nostri asili nido o scuole dell’infanzia. Molte persone lavorano esclusivamente per lo stipendio e non per la gloria. Quanto guadagnerà un insegnante della scuola primaria in un Länder ricco come la Baviera?

Stipendio di un educatore in Germania: quanto guadagna davvero

Il primo dato che salta all’occhio è lo stipendio. Javier racconta apertamente di guadagnare tra 3.600 e 3.700 euro lordi al mese. Un salario che, comparato a quello medio di un educatore in Spagna – dove spesso non si superano i 1.400 euro netti – evidenzia subito il gap tra i due paesi. Il contratto tedesco, inoltre, prevede spesso benefit extra che in Spagna o in Italia sono rari. Per Javier, non si tratta solo dello stipendio: “Ma non è tutto”, dice nel video. Per lui, il vero vantaggio sta in ciò che ruota attorno alla retribuzione. Ok, sono lordi. A quanti € netti corrispondono?

Se, come presumibile, appartiene alla Steuerklasse 1 (tipica per un single senza figli), il netto che riceverà dopo tasse e contributi sociali sarà circa 2.440€ al mese. Questo corrisponde a circa il 66% dello stipendio lordo. I contributi e le tasse che vengono trattenuti includono: Imposta sul reddito: (~462€/mese), pensione: (~344€/mese), assicurazione sanitaria: (~316€/mese), assicurazione contro la disoccupazione e per l'assistenza a lungo termine: totale di circa ~140€/mese.

Trasporti pagati e flessibilità: cosa offre il contratto

Un aspetto che Javier sottolinea con entusiasmo riguarda i trasporti. Il suo datore di lavoro copre interamente i costi degli spostamenti casa-lavoro. “Mi rimborsano gli spostamenti. Posso scegliere tra benzina per l'auto e l'abbonamento ai mezzi pubblici”, spiega. Non avendo un’auto, ha optato per l’abbonamento ai mezzi pubblici, senza tirare fuori un euro. Una spesa in meno a fine mese, che non fa mai male.

In una città come Monaco di Baviera, dove il costo della vita è alto ma i trasporti sono affidabili ed efficienti, questa opzione rappresenta un vero vantaggio, non solo economico ma anche in termini di qualità della vita quotidiana.

Il content creator spagnolo ha trovato lavoro come insegnante di scuola primaria in Germania, per l'esattezza Monaco di Baviera.
Il content creator spagnolo ha trovato lavoro come insegnante di scuola primaria in Germania, per l'esattezza Monaco di Baviera.

Un altro elemento che ha sorpreso migliaia di utenti su TikTok è il trattamento durante l’orario di lavoro. Javier non deve pensare né a preparare né a pagare i pasti: “Mi rimborsano anche tutti i pasti: colazione, snack di metà mattinata, pranzo…”. In pratica, ogni giorno riceve colazione, merenda e pranzo direttamente al lavoro. In un contesto educativo, dove i ritmi sono spesso serrati e il tempo per sé scarseggia, sapere di avere tutto pronto rappresenta un sollievo. E incide anche sulle finanze: risparmiare sui pasti significa poter mettere da parte molto di più ogni mese.

La testimonianza di Javier non si ferma qui. Il centro in cui lavora crede fermamente nel benessere fisico e mentale dei dipendenti. E lo dimostra con un benefit inusuale: l’abbonamento in palestra. "Ho un pass e posso andare in qualunque centro della città e perfino in altri paesi", racconta. Non solo può allenarsi in una qualsiasi palestra della rete in Germania, ma può farlo anche in Spagna quando è in vacanza. Un’attenzione che va ben oltre il classico “welfare aziendale” e che rafforza il senso di equilibrio tra lavoro e vita privata.

Dal TikTok alla realtà: perché sempre più educatori emigrano

Il video di Javier ha superato migliaia di visualizzazioni in pochi giorni. Ma il suo racconto non è un caso isolato. Sempre più educatori, insegnanti e professionisti del settore scolastico stanno scegliendo di lasciare paesi come la Spagna o l’Italia, dove lo status sociale dell’insegnante è spesso bistrattato e gli stipendi stagnano da anni. In Germania, la figura dell’Erzieher (educatore) è riconosciuta e valorizzata, non solo a parole ma anche economicamente. E nei grandi centri urbani come Monaco, Berlino o Amburgo, le opportunità abbondano, così come i contratti a tempo indeterminato e i percorsi di formazione continua.

L’aspetto forse più interessante è che in molte “Kita” tedesche, la conoscenza del tedesco a livello avanzato non è sempre un prerequisito. Alcuni centri offrono percorsi di formazione linguistica in parallelo al lavoro. Un’opportunità concreta per tanti giovani educatori europei in cerca di riscatto professionale.

Lavorare in Germania come educatore: ecco cosa serve

Per chi sta pensando di seguire le orme di Javier, è utile sapere che per lavorare legalmente in Germania come educatore bisogna avere un titolo di studio riconosciuto (come una laurea in Scienze della Formazione) e, in molti casi, richiedere il riconoscimento professionale tramite il sito ufficiale del Bundesamt für Migration und Flüchtlinge (BAMF). Serve anche registrarsi presso le autorità locali una volta arrivati in città (Anmeldung), aprire un conto bancario tedesco e iscriversi al sistema sanitario pubblico o privato. E, soprattutto, essere pronti a immergersi in una cultura dove il rispetto per la professione educativa passa prima di tutto dai fatti.

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