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La Tuscia laziale è un territorio unico da scoprire perfetto per chi desidera relax e tranquillità anche in estate: ecco un itinerario unico.
C’è una parte d’Italia dove il tempo sembra essersi fermato, e dove l’estate assume i contorni di un sogno gentile e surreale. È la Tuscia, terra antica e generosa incastonata nel cuore del Lazio settentrionale. Una travel blogger ha recentemente svelato sui social un itinerario che, tappa dopo tappa, sta accendendo la curiosità di migliaia di viaggiatori in cerca di meraviglie fuori dai circuiti turistici più battuti. Quattro luoghi, tutti raggiungibili in giornata, che sembrano usciti da un libro di miti e leggende, e che restituiscono l’anima più autentica e sorprendente di questa terra etrusca.
Bomarzo e il richiamo onirico del Sacro Bosco
La prima tappa è un luogo che non si dimentica. Immerso in una selva intrisa di simbolismi e misteri, il Sacro Bosco di Bomarzo, noto anche come Parco dei Mostri, è un giardino straordinario creato nel Cinquecento per stupire, confondere e sedurre. Le sue sculture colossali, dai volti deformi e dalle posture grottesche, non hanno nulla di fiabesco: sono figure oniriche, quasi inquietanti, che sembrano uscite da un sogno alchemico. Passeggiare tra gli alberi, tra una casa pendente, un orco spalancato e sfingi silenziose, è un’esperienza che mescola arte, storia e suggestione. Il costo del biglietto (€13 adulti, €8 bambini) è un piccolo prezzo da pagare per entrare in una dimensione che sfugge alla logica e alla linearità.

Vitorchiano: pietra sospesa tra cielo e mistero
Poco distante si trova Vitorchiano, un borgo che sfida la gravità. Le case sembrano crescere direttamente dalla roccia, aggrappate a un costone di peperino che domina la valle sottostante. La sensazione, arrivando al belvedere, è quella di trovarsi di fronte a un miracolo di equilibrio architettonico. Ma Vitorchiano non è solo questo. A renderlo unico al mondo è la presenza di un Moai originale, scolpito da indigeni dell’Isola di Pasqua e donato al borgo come simbolo di legame spirituale. Un dettaglio che trasforma questa tappa in qualcosa di più di una semplice visita: è un incontro tra mondi lontani, un piccolo cortocircuito geografico che sorprende e affascina.
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Sant’Angelo: quando il borgo diventa una fiaba
La terza tappa è un sogno colorato ad occhi aperti. Sant’Angelo, conosciuto anche come il borgo delle fiabe, è stato letteralmente trasformato in un libro illustrato a cielo aperto. I suoi vicoli, le piazzette, le facciate delle case: tutto è decorato con murales ispirati alle favole della tradizione europea e italiana. Cenerentola, Pinocchio, Alice, il Gatto con gli Stivali: ogni angolo è una sorpresa, ogni scorcio è un invito a tornare bambini. Questo borgo è un laboratorio collettivo di sogni, nato per ridare vita a un paese spopolato e oggi diventato simbolo di rinascita creativa. È il luogo perfetto per chi cerca poesia senza artificio, e una bellezza che non si dimentica.
Civita di Bagnoregio: il tempo sospeso
L’ultima tappa è una delle più struggenti, e forse per questo la più memorabile. Civita di Bagnoregio, la “città che muore”, resiste caparbiamente sopra un fragile cucuzzolo di tufo, collegata al resto del mondo da un ponte sospeso che si percorre solo a piedi. Entrare nel borgo (l’ingresso costa 5 euro, gratuito per chi alloggia lì) è come varcare una soglia temporale. Le stradine silenziose, le case di pietra, gli scorci mozzafiato sulla valle dei Calanchi: tutto parla di un passato che ancora vive, di una bellezza antica che sfida l’oblio. È un luogo che commuove per la sua fragilità, e che invita a riflettere sulla forza della memoria, sull’arte del restare.
Questo itinerario nella Tuscia non è solo un viaggio fisico: è una discesa dentro l’immaginario, una fuga gentile dai ritmi della modernità. Ogni tappa regala emozioni diverse, ma tutte hanno un filo in comune: la capacità di stupire con discrezione, senza clamore. La travel blogger che l’ha condiviso ha saputo cogliere e raccontare un frammento d’Italia che, pur esistendo da secoli, sembrava attendere lo sguardo giusto per essere riscoperto. Ecco qui un itinerario meraviglioso in Umbria da percorrere in estate.
