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Perdere un volo è sempre fastidioso. Ma quando succede dall’altra parte del mondo, in un aeroporto dove nessuno parla la tua lingua e dove, a quanto pare, lo staff è tutt'altro che cordiale, la situazione può diventare un vero incubo. È quello che è capitato a Giulia Lucangeli, content creator italiana, durante un viaggio in Asia. Un’esperienza raccontata in un video virale su Instagram che ha raccolto in poche ore migliaia di visualizzazioni e commenti divisi.
Protagonista della storia: l’aeroporto di Shanghai. Uno degli scali internazionali più trafficati della Cina, ma anche uno dei più difficili da gestire per chi non ha dimestichezza con il sistema digitale cinese. Ed è proprio qui che Giulia ha vissuto una delle sue esperienze peggiori da viaggiatrice.
“Il volo non l’ho perso… ma in realtà sì”: cosa è successo a Shanghai
Giulia era partita dal Vietnam con un volo che prevedeva uno scalo a Shanghai Pudong prima di rientrare in Italia. Tutto sembrava andare secondo i piani. Atterraggio alle 6 del mattino, volo successivo previsto per le 12:30, dunque un arco di tempo più che sufficiente per non andare di fretta. “Ci siamo seduti davanti al gate 135, lo stesso indicato sul biglietto, sui tabelloni e sull’app Trip.com”, racconta.
Ma a ridosso dell’orario di imbarco, qualcosa inizia a non quadrare. Nessun annuncio, nessuna comunicazione. Lo staff dell’aeroporto, interrogato in inglese, si limita a incrociare le braccia in segno di “volo cancellato”. Nessuna spiegazione, nessuna alternativa proposta.
“Ero in un aeroporto smarrita, senza nessuno che parlasse inglese”, continua Giulia. “Ci guardavano male, ci portavano da un gate all’altro come se fossimo fastidiosi. Senza dirci nulla. Poi, all’improvviso, ci dicono che il volo era già partito. Ma com’è possibile? Nessuno ci aveva avvisato”.
Annunci solo in cinese e gate cambiato: caos e frustrazione per i turisti
L’ipotesi più probabile è che il gate sia stato cambiato all’ultimo minuto, con un annuncio fatto solo in lingua cinese. Una scelta che ha lasciato spaesati diversi passeggeri non sinofoni. “Ci hanno detto solo che l’aereo era partito, senza specificare da dove, né quando. Nessun aiuto concreto, solo sguardi ostili e zero comunicazione”.
Giulia e il suo gruppo, tra cui un ragazzo italiano conosciuto durante il viaggio, hanno vagato ore per l’aeroporto cercando di capire cosa fosse successo. “Scattavano foto alla nostra bottiglietta d’acqua, una cosa incredibile. Ma il volo non lo avevamo perso noi: lo avevano cambiato loro senza dircelo”.

Dopo ore di attesa, e numerose insistenze, l’aeroporto ha finalmente dato loro un nuovo biglietto con la stessa destinazione per il giorno successivo. Il tutto gratis. Una conferma, secondo Giulia, che la ragione era dalla loro parte.
Pagamenti digitali, niente WiFi e zero supporto: l’altra faccia dello scalo di Shanghai
Tra le difficoltà principali vissute da Giulia, anche l’impossibilità di comunicare con l’esterno. “In Cina non funzionano le carte di credito italiane e non ho comprato una eSim dato che avrei dovuto trascorrere solo sei ore in attesa di un altro aereo”. Elementi fondamentali, ma poco intuitivi per chi deve solo fare uno scalo di poche ore.
Molti utenti nei commenti hanno criticato la ragazza per non essersi informata prima. “Ma io dovevo solo aspettare sei ore, non avevo motivo per attivare servizi cinesi se ero solo in transito”, si difende Giulia. Un punto che tocca un nervo scoperto: l'accessibilità per i viaggiatori internazionali negli aeroporti cinesi.
A quanto pare, neppure un WiFi pubblico libero era disponibile, dettaglio che ha aggravato ulteriormente la situazione. Senza linea, senza possibilità di chiamare i genitori o controllare lo stato del volo, tutto diventa più difficile. “Ringrazio solo di non essere stata da sola. Non ho potuto nemmeno avvisare i miei genitori che sarebbero dovuti venire a prendermi all'aeroporto", conclude la creator, visibilmente provata nel video.
Commenti divisi: tra accuse di allarmismo e testimonianze simili
Sotto al video virale, la discussione si è accesa. C’è chi accusa Giulia di non essere preparata, chi parla di allarmismo ingiustificato, ma anche tanti utenti che confermano esperienze simili. “L’aeroporto di Shanghai è assurdo. Sei ore in una stanza senza acqua né spiegazioni”, scrive un utente. “Non mi facevano uscire dallo scalo, zero inglese e nemmeno un sorriso”, racconta un altro.
Altri, invece, difendono l’organizzazione generale della Cina: “Il resto degli aeroporti cinesi è molto più accogliente”, precisano in molti. “Shanghai è un mondo a parte, ma a Pechino e Shenzhen mi sono trovato benissimo”.
Scalo in Cina? Ecco cosa sapere prima di partire
Per chi deve passare da Shanghai (o da altri aeroporti in Cina) anche solo per uno scalo, conviene prepararsi in anticipo:
- Scaricare un’app VPN per accedere ai servizi occidentali;
- Acquistare una eSIM per navigare in internet con autonomia;
- Attivare un account WeChat con carta di credito internazionale;
- Verificare in tempo reale eventuali cambi di gate direttamente sul sito ufficiale dell’aeroporto;
- Imparare almeno qualche parola chiave in cinese per chiedere aiuto;
- Evita scali troppo lunghi in Cina se non hai familiarità con il sistema locale.
Il consiglio di Giulia è diretto: “Non fate scalo a Shanghai”. Un messaggio chiaro, che ha fatto il giro dei social e che, almeno per ora, continua a far discutere.
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