Indice dei contenuti
Quanti, entrando in un bar o in una cornetteria, hanno sgranato gli occhi davanti a quei barattoli giganti di Nutella? Un cilindro marrone con l’etichetta familiare, un rubinetto sul fondo e la promessa implicita che contenesse litri di crema spalmabile, pronti a scendere grazie a basilari leggi della fisica. Ma attenzione: non è come sembra. Dietro quei barattoloni c’è un sistema molto più ingegnoso (e forse un po’ deludente) di quanto si pensi.
Il barattolone di Nutella è (quasi) una scenografia
A svelare il retroscena ci ha pensato il profilo TikTok “realchillhouse”, con un video che ha fatto il pieno di visualizzazioni e commenti ironici. Il tiktoker mostra passo dopo passo cosa c’è davvero dentro quei barattoli giganti: no, non sono colmi fino all’orlo di Nutella come in molti speravano. Al loro interno si trovano delle ricariche bianche, dei veri e propri sacchetti rigidi in plastica, simili a grossi tubetti di dentifricio industriali.
Il meccanismo è semplice: si inserisce la ricarica nel supporto, si collega al sistema idraulico del barattolone e la crema viene “risucchiata” verso il rubinetto, pronta a essere erogata su cornetti e pancake. Nessuna magia, nessuna vasca di crema: solo efficienza logistica. La parola “truffa”, usata ironicamente nel video, ha generato un’ondata di commenti: “Pensavo fosse pieno fino all’orlo!”, “Mi avete spezzato il cuore”, “È come scoprire che Babbo Natale non esiste”.

È comprensibile che il barattolone gigante generi aspettative. Dopo tutto, parliamo di Nutella, un’icona della colazione italiana e non solo. Quel formato extra-large evoca abbondanza, esagerazione, sogni di infanzia. Ma razionalmente ha perfettamente senso che Ferrero abbia scelto questo sistema a ricarica. Conservare chili e chili di crema all’aria, in un contenitore aperto, non sarebbe igienico né efficiente. La ricarica garantisce freschezza, igiene e un utilizzo controllato del prodotto, evitando sprechi.
Un utente sotto il video ha scritto: “Non è una truffa, è un sistema per garantire che la Nutella non rimanga troppo tempo lì dentro”. E in effetti ha ragione. Il formato “scenico” serve più per marketing visivo che per contenere effettivamente decine di litri di crema spalmabile.
Un mito nato ad Alba e diventato globale
Per capire quanto amore c’è dietro quel nome, bisogna tornare alle origini. Nutella nasce ad Alba, in Piemonte, nel dopoguerra. Pietro Ferrero, alle prese con la scarsità di cacao, decide di mescolarlo con le nocciole delle Langhe e crea la “Pasta Giandujot”. Era il 1946. Poi arrivò la “Supercrema” nel 1951 e finalmente il nome attuale nel 1964, quando una legge vietò i superlativi nei nomi alimentari. Michele Ferrero, figlio di Pietro, unisce “nut” (nocciola, in inglese) al suffisso “-ella” e nasce la Nutella come la conosciamo oggi. Il primo barattolo esce il 20 aprile 1964, e da lì parte un successo mondiale: nel 1965 in Germania, nel 1966 in Francia, poi ovunque. Oggi Nutella è venduta in oltre 75 Paesi.
Curiosità e numeri da capogiro sulla crema più famosa del mondo
- Ogni 2,5 secondi viene venduto un barattolo di Nutella nel mondo. Mentre hai letto queste due frasi, ne sono stati venduti almeno due.
- La quantità prodotta ogni anno pesa quanto l’intero Empire State Building.
- Nel 2019 a Como è stato creato il panino con Nutella più lungo del mondo: 132,66 metri di dolcezza.
- Nel 2007 è nato il World Nutella Day, il 5 febbraio, per celebrare la crema con ricette e post social.
- Nel 2014 le Poste Italiane le hanno dedicato un francobollo celebrativo per i 50 anni.
Perfino l’arte e la cultura pop hanno reso omaggio a Nutella. Il libro “Nutella Nutellae” di Riccardo Cassini, la cita come musa. E c’è chi la nomina in canzoni e romanzi come simbolo di comfort food universale.
