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Un miliardo di euro. No, non è uno scherzo. È il saldo che il Politecnico di Milano, una delle università pubbliche più prestigiose d’Italia, custodisce sul proprio conto corrente bancario. Una cifra che fa girare la testa e che ha acceso l’attenzione anche di Tommy.verse, divulgatore italiano di economia e finanza seguito da migliaia di utenti su Instagram.
Nel suo ultimo video, l’esperto ha svelato e commentato punto per punto i conti pubblici dell’ateneo, confermando che il Politecnico non solo è sano finanziariamente, ma vanta anche numeri impressionanti in termini di entrate, spese e risparmi. Tutti questi dati sono pubblici, perché il Politecnico è un’università statale, a differenza della Bocconi, che è privata.
Ricavi da record: tasse universitarie, fondi pubblici e ricerche
Partiamo dai numeri. Nel 2024, il Politecnico ha incassato 774 milioni di euro. Una cifra mostruosa per un’università pubblica, che arriva da fonti diverse. I più di 48.000 iscritti hanno contribuito con 101 milioni di euro in tasse universitarie. La media? Circa 2.100 euro a studente, anche se la cifra varia a seconda dell’ISEE.
A sorprendere è anche un’altra voce: altri 101 milioni arrivano dalle ricerche commissionate dalle aziende. Una doppietta perfetta, che affianca la formazione all’innovazione su richiesta del mercato. A confronto, l’università Bocconi, con rette medie attorno ai 16.000 euro l’anno, non incassa nemmeno lontanamente queste cifre da progetti di ricerca.
Ma la vera linfa arriva dal finanziamento pubblico. Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha versato 400 milioni, mentre regioni e province hanno aggiunto altri 37 milioni. Non mancano nemmeno i fondi europei: 52 milioni dall’Unione Europea e 3,7 milioni da altre amministrazioni.
Quanto spende il Politecnico di Milano?
Nonostante le entrate da capogiro, anche le spese sono importanti. Nel 2024, il Politecnico ha speso 232 milioni di euro per il personale docente e ricercatore, composto da oltre 1.800 professionisti. Altri 93 milioni sono serviti per coprire gli stipendi dei 1.382 dipendenti amministrativi. Per gli studenti, l’università ha stanziato 100 milioni di euro, probabilmente tra borse di studio, agevolazioni, progetti di mobilità e supporti didattici. Le spese generali, ovvero bollette, manutenzioni e gestione degli edifici, hanno raggiunto quota 80 milioni.
Il patrimonio immobiliare, vastissimo, ha generato 24 milioni di ammortamento, mentre il capitolo "tasse" pesa per 19 milioni di euro (il 10%). Nonostante tutto, nessun debito: l’ateneo ha chiuso ogni pendenza con le banche, estinguendo l’ultima tranche di mutuo proprio nel 2024.
Un utile da 172 milioni: ecco perché il conto è stracolmo
Alla fine dell’anno, dopo aver fatto i conti tra ricavi e costi, l’università ha chiuso con un utile di 172 milioni di euro. Una somma che si è aggiunta al già florido conto corrente, portando il saldo a 1.080.000.000 euro. Sì, oltre un miliardo.

La Banca Popolare di Sondrio gestisce la liquidità dell’ateneo. Non tutto però è disponibile per la spesa immediata: 740 milioni di euro rientrano nelle cosiddette riserve vincolate. Sono somme che, per legge o per statuto, possono essere utilizzate solo per determinati progetti, investimenti o esigenze future.
Tommy.verse chiude il suo video con una battuta: “Pensavate che la Bocconi fosse la regina dei soldi? E invece il Polimi la batte a mani basse. Di questi soldi... fatene buon uso!”
Cosa significa tutto questo per il futuro dell’università?
Un bilancio così solido rappresenta un’enorme opportunità per il Politecnico di Milano. La disponibilità economica permette di affrontare con tranquillità progetti di espansione, innovazione tecnologica, internazionalizzazione e miglioramento delle strutture.
È anche un segnale positivo per gli studenti e le famiglie. Un ateneo con fondi disponibili può permettersi di investire in borse di studio, laboratori d’eccellenza e partnership internazionali. Il modello del Politecnico dimostra che una università pubblica può essere al tempo stesso accessibile e virtuosa nella gestione economica.
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