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Chi ha avuto almeno una volta un gatto in casa sa benissimo che i felini non si affezionano a caso. Non basta riempirli di coccole o giocattoli: per conquistare un posto nel loro cuore, bisogna rispondere a criteri precisi. E no, non sono affatto scontati. Secondo l’esperta di comportamento felino @prideofkittycats, molto seguita anche sui social, i gatti adottano una sorta di gerarchia affettiva con le persone che li circondano. E se sei stato scelto come “umano preferito”, sappi che non è stata una questione di fortuna. Ci sono almeno quattro fattori chiave che determinano questa preferenza. Ecco quali sono.
1. Cura costante e attenzioni quotidiane
La prima cosa che un gatto osserva è chi si prende cura di lui in modo coerente. Non solo chi gli dà da mangiare, ma chi lo fa sempre alla stessa ora, con il cibo che preferisce, chi tiene la lettiera pulita e chi rispetta i suoi rituali quotidiani.
I gatti sono abitudinari. Vivono meglio in ambienti prevedibili, con punti fermi nella loro routine. E chi riesce a garantirgli questa stabilità diventa un punto di riferimento. È il principio del rinforzo positivo: se ogni volta che mi avvicino a te succede qualcosa di buono (cibo, coccola, gioco), allora torno. E lentamente ti scelgo.
Lo conferma anche un dato pubblicato sul Journal of Feline Medicine and Surgery: i gatti tendono ad affiliarsi di più con chi interagisce in modo prevedibile e rispettoso, anche se meno frequente rispetto ad altre persone.
2. Rispetto dei confini (sì, anche i gatti ne hanno)
Chi si avvicina troppo, troppo presto, troppo invadente... resta fuori dal club. I gatti detestano sentirsi forzati. Loro devono decidere quando avvicinarsi, quando giocare, quando farsi accarezzare. Non funziona come con i cani. Molti gatti scelgono come preferito chi sembra ignorarli. E non è un caso. Chi lascia spazio e aspetta viene premiato. I gatti associano questo comportamento alla sicurezza e alla fiducia. Non è disinteresse, ma una forma di rispetto che comprendono molto bene.

Un’analisi pubblicata nel 2022 dalla Companion Animal Psychology ha mostrato che i gatti mostrano più comportamenti affiliativi verso persone che interagiscono solo quando il gatto prende l’iniziativa.
3. Comprensione del linguaggio del corpo felino
I gatti comunicano tantissimo con il corpo: orecchie, coda, occhi, postura. Capire quando una coda vibra per l’eccitazione o si agita per il fastidio fa tutta la differenza. Secondo @prideofkittycats, i gatti si fidano di chi “legge” correttamente questi segnali e agisce di conseguenza. Chi ignora il loro linguaggio corporeo – per esempio continuando ad accarezzarli nonostante le orecchie abbassate o la coda rigida – rischia di diventare indesiderato molto in fretta.
Un esperimento dell’Università di Sussex ha dimostrato che un semplice gesto come il battito di ciglia lento (lo “slow blink”) è percepito dai gatti come segno di fiducia. E spesso lo restituiscono. Un piccolo trucco per entrare in sintonia, che può fare miracoli anche con i gatti più diffidenti.
4. Presenza calma e costante
I gatti non amano le persone troppo rumorose, frenetiche o imprevedibili. Chi urla, sbatte porte o cambia spesso umore li mette in allerta. La calma è la chiave. Questo vale ancora di più per i gatti adottati da situazioni difficili o con esperienze traumatiche. Secondo @prideofkittycats, in questi casi “il tempo per creare fiducia si allunga, ma con costanza e gentilezza si può costruire un legame profondo”.
È il motivo per cui spesso i gatti scelgono come preferita la persona più tranquilla della casa. Non quella che gioca o coccola di più, ma quella che trasmette stabilità. Chi non li forza, ma resta presente. Chi non pretende nulla, ma è sempre lì. Una base sicura, silenziosa ma costante.
