Va al ristorante con 2 stelle Michelin, la cena dura 7 ore e costa 800€: la recensione

Jack Canevali, ex concorrente di MasterChef Italia 14, ha deciso di spingersi ai limiti dell’esperienza gastronomica. Si è recato all’Alchemist, a Copenaghen, ristorante 2 stelle Michelin e quinto nella classifica dei migliori ristoranti del mondo secondo The World’s 50 Best Restaurants. Il risultato? Una cena lunga 7 ore (dalle 17:30 alle 00:30) composta da 44 portate e un costo di circa 800 euro.

La sua recensione, divisa in tre video virali pubblicati su Instagram, ha attirato migliaia di commenti e condivisioni. Non solo per il prezzo o la durata, ma per l’estrema creatività dei piatti serviti. Ingredienti inusuali, estetica teatrale e provocazioni concettuali: all’Alchemist nulla è lasciato al caso.

Un fiore metallico e una sfera alcolica per iniziare

Il viaggio di Jack Canevali all’Alchemist comincia con un drink molto particolare: una sferificazione di Pisco Sour gialla, servita sopra una struttura metallica che ricorda una margherita. Il gambo e i petali in ferro accolgono la sfera trasparente nel cuore del “fiore”. Una mise en place d’impatto che anticipa il tono dell’intera esperienza.

Il secondo drink è a base di formiche e c'è anche una formica intera all'interno.
Il secondo drink è a base di formiche e c'è anche una formica intera all'interno.

Il secondo drink sposta subito l’asticella: viene preparato con un estratto di formiche acide, e nel bicchiere c’è una vera formica. Il sapore è pungente, citrico e sorprendentemente fresco. Un’entrata a gamba tesa nel mondo visionario dello chef Rasmus Munk.

Dalla meringa ghiacciata al sashimi di medusa

Si prosegue con una pallina di glutine soffiato, ripiena di fumo, servita con crema di scampi e caviale. L’effetto scenico è fortissimo: la pallina “sbuffa” appena viene morsa. Poi arriva una meringa ghiacciata con cuore di marmellata di olivello spinoso, una bacca nordica dall’aroma intenso.

Ma il piatto che conquista Canevali è un sorprendente sashimi di medusa, condito con salsa ponzu e olio al wasabi. La consistenza gelatinosa della medusa incontra la sapidità elegante della salsa giapponese. Non capita spesso di mangiare una medusa a crudo, e meno ancora in una cena stellata. Questo è nella top 3 dei piatti migliori secondo l'autore del video.

Cod fritto e plastica edibile: la provocazione ambientale

Il piatto simbolo dell’Alchemist arriva poco dopo. Si tratta di una plastica commestibile, posata su un filetto di merluzzo fritto (Cod). Un concept forte, che denuncia in modo esplicito l’inquinamento marino. Il sapore rimane piacevole, ma è l’impatto visivo ed etico a colpire di più.

Segue la versione dell’Alchemist del lobster roll: un pane fritto, il cui impasto contiene astice, da intingere in una salsa al rafano. Croccantezza, grassezza, sapidità e piccantezza si incontrano in pochi bocconi, bilanciati alla perfezione.

Occhi, farfalle e piatti da leccare: il lato teatrale della cena

Tra i piatti più discussi della serata, spicca “1984”, ispirato al romanzo distopico di George Orwell. Una sfera di caviale gelificato, su base di capasanta, viene servita all’interno di un supporto che ricorda un grande occhio bianco. L’effetto inquietante è voluto: lo chef vuole evocare il senso di controllo e sorveglianza.

Nei video successivi pubblicati da Canevali si entra in una fase ancora più artistica. Si mangia leccando un piatto a forma di in ceramica. Si assaggia una farfalla liofilizzata. Si assiste a uno show in cui lo chef dipinge le pareti della sala con alimenti liquidi, mentre viene servito un piatto chiamato “Vernice”. C'è anche una mousse di cervello di vitello, la zampa di una gallina e tanto altro.

È chiaro che l’esperienza non è solo gastronomica. L’Alchemist è una performance immersiva, un’installazione vivente dove ogni portata racconta un messaggio. Dal cambiamento climatico alla sorveglianza digitale, dalla sostenibilità alimentare all’estetica contemporanea: tutto è parte di un discorso più grande.

800 euro, 7 ore e 44 piatti: ne vale la pena?

Per vivere questa esperienza multisensoriale, Jack Canevali ha speso circa 800 euro tra menu e abbinamenti. La durata della cena? Sette ore senza interruzioni, durante le quali vengono serviti 44 piatti diversi. Una maratona culinaria pensata per pochi, ma che ha attirato l’attenzione di moltissimi sui social.

L'Alchemist non è un ristorante "normale". È un luogo che divide: c’è chi lo definisce arte contemporanea applicata alla cucina e chi lo considera eccessivo. Ma una cosa è certa: l’esperienza raccontata da Canevali non passa inosservata.

Per chi vuole scoprire tutti i piatti – o semplicemente lasciarsi affascinare da uno dei menu più pazzi al mondo – basta visitare il profilo Instagram di Jack Canevali. I video della parte 2 e 3 mostrano ancora più piatti, dettagli e scene da teatro culinario. Vale la pena guardarli.

 

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