Frutta e verdura in Giappone sono davvero così care? Residente mostra tutti i prezzi

Chi vive in Giappone o lo visita per la prima volta rimane spesso colpito da un dettaglio che nei mercati e nei supermercati balza subito all’occhio: i prezzi di frutta e verdura. Non si parla di pochi yen in più rispetto all’Italia, ma di cifre che in certi casi possono sembrare esagerate. In parte è una questione culturale, in parte di produzione. In Giappone, infatti, la frutta di alta qualità è considerata un regalo prestigioso, perfetto da portare quando si è ospiti. Per questo il mercato offre prodotti curati esteticamente in modo maniacale, con prezzi che riflettono il lavoro artigianale dietro ogni pezzo.

Ma come sono davvero i prezzi al dettaglio? A fare chiarezza è stato Chanchitosjp, un content creator giapponese che parla spagnolo e pubblica video dedicati alla vita quotidiana in Giappone. In due filmati recenti ha mostrato i prezzi reali della verdura e della frutta nel suo paese. I dati sono interessanti e rivelano che, accanto a prodotti dal costo molto elevato, ce ne sono altri in linea con i prezzi italiani. Dunque, il luogo comune della "frutta carissima in Giappone" è vero, indubbiamente, ma solo in parte.

I prezzi della verdura in Giappone

Guardando alla verdura, il primo dato curioso è che alcune referenze hanno costi simili a quelli italiani, mentre altre risultano decisamente più care. Ad esempio:

  • Peperone giallo singolo: 1,87€
  • Busta di prezzemolo: 1,25€
  • Fascio di asparagi: 1,87€
  • Sacchetto di 8-10 patate medie: 1,87€
  • 5 cipolle grandi: 3,14€
  • Testa d’aglio: 1,87€
  • Lattuga intera: 1€
  • 3 cipollotti: 1,63€
  • Mezza testa di cavolo: 0,87€
  • Sacchetto di spinaci: 1,50€
  • 2 pomodori grandi: 2,50€
  • 3 cetrioli lunghi: 1,63€
  • 3 melanzane lunghe: 1,87€

Verdure come cavolo, patate e lattuga hanno prezzi contenuti, talvolta inferiori a quelli di alcune città italiane. Ma ci sono eccezioni: pomodori e aglio, ad esempio, risultano decisamente cari.

La frutta: il vero “lusso” giapponese

È però con la frutta che la differenza diventa evidente. Qui le cifre superano facilmente quelle a cui siamo abituati in Italia. Secondo i dati mostrati da Chanchitosjp:

  • 6 mandarini: 4,45€
  • 4 banane: 0,94€
  • 3 limoni: 1,58€
  • Avocado: 1,90€
  • 2 pesche: 4,45€
  • Scatola di ciliegie giapponesi: 5,09€
  • Kiwi: 1,09€
  • Mango: 5,54€
  • 5 arance: 3,71€
  • 4 mele: 3,19€
  • Melone cantalupo: 4,47€
  • Anguria media: 8,20€
  • Ananas: 3,19€

Le banane restano un’eccezione con un prezzo oggettivamente basso. Limoni e arance non hanno prezzi modici, ma neppure irragionevoli. Pesche, mango e anguria raggiungono cifre da “regalo di lusso”. Alcune varietà di melone di altissima qualità, non presenti nell’elenco, possono superare tranquillamente i 100 euro al pezzo nei negozi specializzati.

Due pesche, in Giappone, costano più di 4€
Due pesche, in Giappone, costano più di 4€

Perché la frutta in Giappone costa così tanto?

Il prezzo elevato non è soltanto un effetto del costo della vita. In Giappone la produzione di frutta è spesso limitata e mirata alla qualità più che alla quantità. I coltivatori dedicano tempo alla selezione, all’impollinazione manuale e al controllo estetico di ogni singolo frutto. Un melone imperfetto, anche se buono, non raggiunge il mercato di fascia alta. Inoltre, il territorio limitato e la scarsità di terreni agricoli amplificano il costo di produzione.

A ciò si aggiunge l’elemento culturale: regalare frutta perfetta, confezionata in modo elegante, è un gesto di cortesia radicato da secoli. Per questo un mango da cinque euro può sembrare normale a chi vive lì, ma strano a chi arriva dall’Europa. Come si vede dal video, alcuni frutti hanno perfino una 'retina' bianca che ne protegge la delicatezza, segno distintivo di alta qualità.

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