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Scopri l’Oratorio di San Pellegrino a Bominaco, Abruzzo: affreschi medievali, la Cappella Sistina d’Abruzzo rivelata da travel blogger.
C’è un punto d’Italia in cui la storia dell’arte non si contempla soltanto: si ascolta. È l’Oratorio di San Pellegrino a Bominaco, nel cuore dell’Abruzzo, un luogo che due travel blogger italiani hanno riportato sotto i riflettori con immagini e parole capaci di far vibrare lo schermo. Varcata la soglia, si entra in un vortice di affreschi medievali del XIII secolo: un racconto pittorico compatto, totale, che abbraccia pareti e soffitto come un tappeto di pigmenti antichi rimasti sorprendentemente vividi per quasi otto secoli. È qui che molti sussurrano l’appellativo che ormai gli calza a pennello: “Cappella Sistina d’Abruzzo”. Un paragone audace? Forse. Eppure l’impatto è così potente da far dimenticare ogni cautela.
Un interno che toglie il fiato: cicli pittorici che sembrano parlare
L’oratorio accoglie con una narrazione per immagini che scorre intorno al visitatore come un fiume in piena. Si riconoscono episodi della Vita di Cristo, le Storie dell’Infanzia di Gesù, un intenso Giudizio Universale che spalanca l’aldilà in un teatro di gesti e sguardi, e soprattutto il celebre ciclo dei mesi, una rarità che intreccia il calendario agricolo, i lavori delle stagioni e la misura del tempo umano. È un enciclopedia figurata dove ogni riquadro suggerisce una trama, ogni dettaglio diventa indizio: gesti minimi, abiti d’epoca, simboli che rimandano a un immaginario medievale ancora vivo, reso con una pittura al tempo stesso ingenua e sapiente, sospesa tra l’eredità romanica e riflessi italo-bizantini.
La luce che filtra all’interno agisce come una lente naturale: non abbaglia, ma svela. E la tavolozza: rossi caldi, azzurri profondi, ocra e verdigris sembra aver trattenuto i segreti dell’archeologia del colore. Non è solo bellezza: è memoria, è ritmo, è una teologia dipinta che rende comprensibile l’invisibile. Il risultato è un effetto ipnotico: davvero pare che le pareti parlino, che l’oratorio mormori al visitatore una preghiera antica in forma di immagini.

Bominaco: dove il silenzio amplifica la bellezza
Perché questo luogo conquista? Perché l’Oratorio di San Pellegrino vive in simbiosi con il paesaggio. Bominaco è una piccola frazione del comune di Caporciano, in provincia dell’Aquila: un ricamo di colline e boschi che accompagnano lo sguardo fino all’orizzonte, interrotto solo dal profilo di borghi autentici e campanili che sembrano custodire la sostanza del tempo. Qui il silenzio non è assenza, ma risonanza: amplifica i colori, mette a fuoco i lineamenti degli affreschi, restituisce alla visita la dimensione lenta che merita.
Arrivare non è complicato: la strada che serpeggia verso Bominaco prepara all’incontro, quasi fosse un rito di passaggio. E quando finalmente ci si ferma, l’oratorio appare con la discrezione delle cose necessarie: niente frastuono, solo la promessa di un tesoro custodito con misura. È proprio questa discrezione a renderlo irresistibile per i viaggiatori curiosi, per chi cerca luoghi segreti che non si offrono al primo sguardo.
Dall’oratorio alla Chiesa di Santa Maria Assunta: un dialogo tra sobrietà e splendore
Pochi passi separano l’oratorio dalla Chiesa di Santa Maria Assunta, autentico capolavoro romanico. La sua architettura è una lezione di equilibrio: facciata essenziale, pietra che respira, proporzioni meditate. Dopo l’overdose visiva dell’oratorio, l’ingresso in Santa Maria Assunta è come un respiro profondo: lo sguardo si riposa sulla purezza delle linee, sulla geometria che esalta il vuoto tanto quanto il pieno. È un dialogo virtuoso, quello tra i due edifici: da un lato la narrazione poderosa degli affreschi, dall’altro la sobrietà architettonica che li accompagna e li incornicia nella vita del complesso monastico.
Subito oltre, il borgo di Bominaco invita alla passeggiata lenta: vicoli, muri dorati dal sole, il tempo scandito dai passi. Ogni curva regala una prospettiva diversa sul paesaggio, ogni sosta una fotografia naturale. È quel tipo di autenticità che non ha bisogno di proclami: basta esserci, lasciarsi assorbire dal ritmo del luogo, e la visita diventa un’esperienza completa.
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Quando andarci e come viverlo: la misura giusta della meraviglia
Il momento ideale? Quello in cui la luce è più morbida, quando l’Abruzzo si veste dei toni dorati del pomeriggio e il silenzio diventa complice. Entrare con tempo a disposizione fa la differenza: l’oratorio non è un luogo da “spuntare”, ma da abitare per qualche minuto in più, seguendo con lo sguardo il filo iconografico che lega i riquadri, scovando dettagli che al primo passaggio sfuggono. Poi, usciti, lasciare che la Chiesa di Santa Maria Assunta ripulisca lo sguardo con la sua geometria serena, e infine concedersi il borgo: una panchina, un muretto, una vista. Ecco qui un altro tour meraviglioso in Abruzzo.
