Quanto costa una giornata al lido, ossia in uno stabilimento balneare in Grecia? La differenza, stando a quello che raccontano ben due influencer noti sui social, con l'Italia è veramente abissale.
Immagina di arrivare su una spiaggia greca e di trovare ombrelloni e lettini pronti ad accoglierti, senza dover sborsare cifre esorbitanti. In Grecia gli stabilimenti balneari funzionano in modo diverso rispetto all’Italia, e a raccontarlo sono stati i due influencer conosciuti sui social come @therealtravelmakers, che viaggiano tra le mete più amate raccontando abitudini e curiosità locali.
Quanto costa andare al mare in un lido in Grecia?
La formula greca è semplice e vincente: non paghi l’affitto di sdraio e ombrelloni, ma solo ciò che consumi al bar o al ristorante dello stabilimento. Può bastare anche un caffè per trascorrere ore sotto l’ombrellone, senza alcun obbligo di spesa minima. Un sistema che sembra premiare chi sceglie di fermarsi più a lungo e che garantisce a tutti la possibilità di vivere il mare senza costi esagerati.
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Il servizio degli stabilimenti balneari in Grecia non si ferma qui. Drink e piatti tipici vengono serviti direttamente sotto l’ombrellone, trasformando una giornata in spiaggia in un’esperienza completa, tra relax e buon cibo. Non occorre alzarsi, fare file o abbandonare la propria postazione per gustare un pranzo o una bevanda fresca. Un modello che unisce comodità e ospitalità, due tratti distintivi della cultura greca. Ci sono poi delle isole greche che sono particolarmente economiche, oltre che spettacolari, e che vale la pena visitare.

C’è anche un aspetto normativo che rende le spiagge elleniche ancora più attraenti. Per legge, almeno metà dell’arenile deve restare sempre libero, accessibile a chiunque senza vincoli di consumo o prenotazione. Un dettaglio che fa la differenza, soprattutto se si pensa al dibattito che in Italia ciclicamente si riaccende sul diritto alla libera fruizione del mare.
La differenza con l'Italia
Naturalmente, nelle mete più turistiche come Mykonos o Santorini la regola non sempre viene rispettata in modo rigido. In questi luoghi esclusivi capita di trovare stabilimenti che chiedono una spesa minima o che applicano tariffe per i lettini, ma resta comunque un’eccezione rispetto al sistema diffuso nelle altre zone del Paese.
Il confronto con l’Italia diventa inevitabile. Qui l’ombrellone e i due lettini possono costare anche 40 euro al giorno, con cifre che lievitano ulteriormente nei weekend o in alta stagione. Una spesa che spesso non include servizi aggiuntivi e che, in molti casi, non consente neppure di consumare cibo o bevande sotto l’ombrellone. Il risultato è un modello che pesa sul portafoglio dei turisti e che penalizza chi vorrebbe vivere il mare senza costi proibitivi.
Il racconto dei @therealtravelmakers ha acceso certamente la curiosità di molti. In Grecia l’idea è quella di rendere la spiaggia un luogo inclusivo, dove il turista si sente accolto e invogliato a rimanere. In Italia prevale invece una logica di esclusività, che spesso rende il mare un lusso. Un’altra differenza importante riguarda il legame con il territorio. In Grecia la presenza di spiagge libere è tutelata e garantita, così da mantenere un equilibrio tra attività commerciali e spazi accessibili a tutti.
In Italia, invece, le spiagge libere si riducono di anno in anno, lasciando ai bagnanti meno alternative economiche e alimentando polemiche sul monopolio dei privati. Guardando alla gestione ellenica, viene spontaneo chiedersi se non sia il caso di prendere esempio. Un sistema che permette di godere del mare senza sentirsi vincolati a tariffe rigide, che valorizza l’esperienza con servizi comodi e che tutela allo stesso tempo il diritto di accesso per tutti. Un equilibrio che in Italia potrebbe cambiare radicalmente il modo di vivere le vacanze al mare.
