Etiopia, italiano fa una cena a base di cibo locale: la 'recensione'

Edoardo Pierantozzi, content creator italiano molto seguito, ha condiviso un’esperienza culinaria unica: una cena in un ristorante etiope, accompagnato da suo nonno e da Adam, un giovane etiope che ha fatto loro da guida culturale. Il video della serata, pubblicato sui suoi canali, ha catturato l’attenzione di migliaia di persone curiose di conoscere sapori e tradizioni di un Paese spesso poco raccontato nelle tavole italiane.

Il locale e l’atmosfera etiope

Appena varcata la soglia del ristorante, Edoardo ha mostrato due dettagli che hanno sorpreso non solo lui ma anche gli spettatori. Sul piccolo palco del locale si esibivano musicisti con strumenti tradizionali, mentre alcune ragazze ballavano al ritmo di canti popolari. La musica, intensa e quasi assordante, dava subito il senso di festa e convivialità.

L’altro gesto particolare è stato quello del lavaggio delle mani direttamente al tavolo. Un cameriere ha versato acqua tiepida da una grande teiera sulle mani degli ospiti, un rito di purificazione che anticipa il momento del pasto e che fa parte della cultura gastronomica etiope. Il motivo è semplice: gran parte del cibo etiope è fatto per essere mangiato con le mani. Edoardo e il nonno hanno accolto la tradizione con curiosità e rispetto, sorridendo di fronte a una scena che difficilmente si vede in Italia.

Le bevande locali: dalla Senq al vino al miele

Il primo assaggio della serata è arrivato con la Sen'q, una bevanda locale imbottigliata a base di caffè. Il nonno di Edoardo, dopo un sorso, ha commentato: “Ha il sapore delle caramelle al caffè”. Una frase semplice ma capace di rendere l’idea. Edoardo, invece, l’ha definita subito “buonissima”, conquistato dal gusto intenso ma dolce allo stesso tempo. La Senq rappresenta un simbolo dell’Etiopia, Paese che storicamente ha dato i natali alla pianta del caffè, coltivata soprattutto sugli altipiani.

Più difficile, invece, il rapporto con la seconda bevanda, sorseggiata dopo il pasto principae: il Taj. Si tratta di un vino al miele, preparato con la fermentazione di acqua, miele e lieviti naturali. Ha un sapore complesso, che unisce dolcezza e note alcoliche marcate. Edoardo, al primo assaggio, ha mostrato un’espressione perplessa e non ha nascosto la sua opinione: “Non è la mia bevanda preferita”, ha ammesso sorridendo alla sua guida Adam.

Il cuore della cena: l’njera e i piatti tradizionali

Il piatto principale della cena è stata l’njera, un grande pane piatto e spugnoso, simile a una piadina ma preparato con farina di teff. Quest’ultimo è un cereale antichissimo, coltivato in Etiopia da migliaia di anni, senza glutine e ricco di fibre e minerali. La consistenza della njera è morbida e leggermente acidula, ideale per accompagnare i diversi piatti che vengono serviti sopra di essa.

Il piatto principale della cena etiope
Il piatto principale della cena etiope

Sulla njera i camerieri hanno disposto lo Scirò, una crema di legumi speziata che costituisce uno dei pilastri della cucina etiope, e i Tibs, pezzi di carne saltata con cipolla e aromi. Il rituale prevede di strappare con le mani piccoli pezzi di njera e usarli per raccogliere carne e salse. Edoardo ha definito questa combinazione “molto buona, spugnosa e piccante”, mostrando entusiasmo per l’esperienza gastronomica autentica.

L’esperienza di Edoardo Pierantozzi e la scoperta culturale

La cena etiope ha rappresentato per Edoardo Pierantozzi non solo un momento conviviale con il nonno e con Adam, ma anche un’occasione per avvicinare il suo pubblico a una cultura ricca di simboli e sapori. Attraverso il cibo, infatti, si possono scoprire storie, tradizioni e valori di un popolo. Il gesto di condividere il pane, il rito del lavaggio delle mani, la musica dal vivo: ogni dettaglio ha contribuito a rendere l’esperienza indimenticabile.

 

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