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Bere il caffè amaro, dunque senza zucchero o dolcificanti di vario tipo, non è soltanto una questione di gusto. Negli anni, diversi studi hanno provato a capire se la preferenza per il sapore amaro possa rivelare tratti della personalità. Non si tratta di un argomento semplice, perché entrano in gioco biologia, cultura e abitudini quotidiane. Tuttavia, la psicologia ha raccolto alcune evidenze interessanti che permettono di guardare con occhi diversi la tazzina di caffè nero.
Caffè amaro e personalità: cosa dicono gli studi
Un lavoro molto citato è quello di Sagioglou e Greitemeyer, pubblicato sulla rivista Appetite nel 2015. Gli autori hanno riscontrato una correlazione tra il piacere per i gusti amari (tra cui caffè nero, birra non dolcificata, acqua tonica e radicchio) e punteggi leggermente più alti nei cosiddetti “tratti oscuri” della personalità: psicopatia, narcisismo e sadismo. Attenzione però: si parla di correlazioni deboli, basate su autovalutazioni dei partecipanti. Non significa affatto che chi beve il caffè amaro abbia automaticamente queste caratteristiche, ma solo che, a livello statistico, sono emerse delle associazioni.
Dall’altro lato, ricerche come quella di Meier e colleghi (2012) hanno evidenziato che chi predilige i gusti dolci tende a percepirsi — e a essere percepito — come più accogliente, empatico e disponibile. In questo caso, la dolcezza nel gusto sembra riflettere, almeno simbolicamente, la dolcezza nei comportamenti sociali.
Autodisciplina o mito motivazionale?
Molti articoli divulgativi associano il caffè senza zucchero all’autodisciplina, alla resilienza e alla capacità di affrontare i problemi senza “addolcirli”. Queste interpretazioni si basano più sulla narrazione motivazionale che su dati scientifici solidi. Gli psicologi sottolineano che le preferenze alimentari dipendono in larga parte dalla biologia (recettori del gusto, sensibilità individuale all’amaro) e dal contesto culturale. Per esempio, in alcune aree del mondo il caffè amaro è la norma, mentre in altre è quasi sempre zuccherato.
Di conseguenza, ridurre la questione a un semplice “caffè nero uguale disciplina” non rende giustizia alla complessità del fenomeno.
Il ruolo della cultura e delle abitudini
Oltre agli aspetti psicologici, entrano in gioco fattori culturali. In Italia, per esempio, l’espresso viene spesso preso senza zucchero come segno di apprezzamento per la qualità del caffè. In altri Paesi, invece, è più comune aggiungere zucchero o latte. Questo significa che il tuo modo di bere il caffè racconta anche la cultura a cui appartieni e le abitudini che hai interiorizzato negli anni.

Le preferenze cambiano anche con l’età: ciò che da giovani sembrava troppo amaro, con il tempo può diventare piacevole. E questa evoluzione è legata tanto all’esperienza quanto all’adattamento dei recettori del gusto.
Cosa possiamo davvero dire sul caffè amaro
Alla luce delle ricerche disponibili, è corretto affermare che:
- Chi apprezza il sapore amaro potrebbe mostrare, in media, una maggiore inclinazione verso tratti di personalità più “freddi” o meno empatici. Ma non è una regola fissa.
- Chi preferisce il dolce tende a essere associato a caratteristiche più prosociali e accoglienti.
- La biologia del gusto e le abitudini culturali hanno un peso molto maggiore rispetto ai tratti psicologici.
In pratica, il tuo modo di bere il caffè parla soprattutto delle tue scelte quotidiane e alimentari. Se preferisci il nero e senza zucchero, non significa che sei più disciplinato o meno empatico: dice piuttosto che ti sei abituato a quel gusto e che probabilmente apprezzi l’autenticità del sapore del caffè.
Dal gusto all’autoconoscenza
Se vuoi usare questo gesto quotidiano come strumento di autoconoscenza, puoi farlo in maniera consapevole. Ogni volta che prendi il caffè, osserva cosa provi, come reagisci al sapore e cosa rappresenta per te quella scelta. Alcune persone lo vivono come un momento di autonomia, altre come un rituale di identità culturale, altre ancora come un atto di cura della salute se hanno deciso di ridurre lo zucchero.
In fondo, una tazzina di caffè amaro non ti definisce del tutto, ma può diventare uno spunto per riflettere su gusti, abitudini e piccoli tratti del carattere che emergono nelle scelte di ogni giorno.
