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Un commento apparentemente “innocente” è costato carissimo a un dirigente scolastico in Irlanda. La Workplace Relations Commission (WRC) ha infatti condannato il consiglio di amministrazione della St Tola’s National School, a Delvin, nella contea di Westmeath, a pagare 85.000 euro di risarcimento a un’insegnante, dopo che il preside le aveva rivolto una frase considerata discriminatoria durante un colloquio di lavoro.
Il commento che ha cambiato tutto
L’episodio risale al 18 giugno 2024, quando Emily Williams, docente già in servizio nella scuola dal 2022, aveva sostenuto un colloquio per un contratto a tempo determinato. Alla fine dell’incontro, la preside Eileen Smyth le avrebbe detto: “Dovresti davvero goderti ogni momento a casa con il tuo bambino”. Una frase oggettivamente non offensiva né volgare. Tuttavia, secondo la docente, non solo risultava fuori luogo, ma rischiava di influenzare negativamente il giudizio della commissione esaminatrice.
La commissione era composta dalla stessa Smyth, dal presidente del consiglio scolastico padre Seamus Heaney e da un’assessora esterna, Ann Fitzpatrick. Williams ha dichiarato davanti alla WRC di essersi sentita messa in difficoltà, soprattutto perché il tema della maternità non aveva nulla a che fare con la valutazione professionale.
La decisione della Workplace Relations Commission
L’arbitrato è stato seguito dall’adjudicator Patricia Owens, che ha riconosciuto la presenza di discriminazione basata sullo status familiare. La docente aveva infatti appena terminato il periodo di maternità, mentre un’altra candidata – con meno esperienza – aveva ottenuto un contratto a tempo indeterminato.
Owens ha sottolineato che il commento della preside non era stato fatto in un momento “casuale”, bensì prima che la commissione attribuisse i punteggi finali. Questo, secondo la decisione, avrebbe potuto influenzare il risultato. Inoltre, la scuola non ha fornito prove sufficienti per dimostrare che la frase non avesse avuto un impatto concreto sulla scelta.
Le difese e le versioni a confronto
Durante l’udienza, la difesa della scuola, rappresentata da Mary-Paula Guinness BL, ha sostenuto che la frase fosse semplicemente un gesto di cortesia e che non dovesse essere interpretata come discriminatoria. La stessa preside Smyth ha spiegato che, da madre di tre figli, aveva voluto esprimere empatia e auguri personali, senza alcuna intenzione di influenzare la commissione.

Anche padre Heaney, membro della commissione, ha confermato di non aver percepito nulla di inappropriato. Ha dichiarato di aver interpretato la frase come un semplice saluto amichevole. Tuttavia, per la WRC, il contesto formale di un colloquio non giustificava alcuna allusione alla vita privata della candidata.
Un precedente che farà discutere
Il risarcimento di 85.000 euro rappresenta una cifra significativa e manda un messaggio chiaro: in ambito professionale, ogni parola conta, soprattutto quando si parla di colloqui di lavoro e di parità di trattamento. La WRC ha ricordato che i processi di selezione devono rimanere neutrali e basati esclusivamente su competenze ed esperienza.
Il caso di Emily Williams ha acceso un dibattito acceso tra insegnanti e sindacati. Il sindacato INTO, che ha assistito la docente con i legali Brian McGrath e Kevin Fitzpatrick, ha definito la decisione una “vittoria importante per la tutela dei diritti legati alla maternità e allo status familiare”.
Per le scuole e le aziende, questo episodio rappresenta un monito concreto: commenti che possono sembrare gentili o di circostanza, se inseriti in contesti ufficiali come un colloquio, rischiano di trasformarsi in elementi discriminatori con conseguenze pesanti, anche dal punto di vista economico.
Emily Williams, che aveva concluso il suo contratto nell’agosto 2024, non ha ottenuto il posto per cui aveva fatto domanda, ma ha visto riconosciuta la sua battaglia legale. Una frase, pronunciata forse senza malizia, ha segnato la differenza tra un gesto di cortesia e un atto di discriminazione. E ha stabilito un precedente che probabilmente influenzerà molti altri casi futuri nel mondo del lavoro.
