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La Norvegia, con un PIL pro-capite di 73.200 dollari, viene considerata la decima nazione più ricca al mondo. Per chi arriva da Paesi come Italia o Spagna, dove il PIL pro-capite si aggira intorno ai 37.000 dollari, gli stipendi norvegesi appaiono decisamente competitivi. Nonostante non faccia parte dell’Unione Europea, Oslo ha firmato nel 1994 gli accordi per entrare nello Spazio Economico Europeo (SEE) e aderisce all’Area Schengen, rendendo più semplice per gli europei trasferirsi e lavorare nel Paese scandinavo.
Chi sceglie di vivere qui, però, deve fare i conti non solo con opportunità economiche interessanti ma anche con un clima rigido e un costo della vita elevato. Nonostante ciò, il racconto della giovane spagnola @m0ralaexploradora, che ha condiviso su TikTok la sua esperienza come cameriera in Norvegia, sta suscitando grande curiosità e diventando virale.
Lo stipendio di una cameriera in Norvegia: tra corone ed euro
Nel suo video, la ragazza ha spiegato nel dettaglio il suo guadagno orario: “In un’ora si possono guadagnare da 190 a 230 corone norvegesi, dipende dal ristorante e dal ruolo. Io percepisco 225 corone, circa 19 euro”. Una cifra che, rapportata agli stipendi medi in Italia o Spagna, rappresenta quasi il doppio per lo stesso tipo di mansione.
A queste entrate si aggiungono le maggiorazioni: le ore extra vengono retribuite con un incremento del 40-50% rispetto alla tariffa base, mentre domeniche e festivi permettono di guadagnare il doppio. La giovane, che lavora quasi sempre nei giorni festivi, racconta di aver portato a casa cifre mensili comprese tra i 3.500 e i 4.000 euro netti.
La tassazione e le spese principali
Uno dei temi più discussi riguarda le tasse in Norvegia. La cameriera spiega: “Al primo anno si paga il 25%, dal secondo in poi la percentuale sale al 30. Io sono al terzo anno ma continuo a versare il 25% perché viaggio molto e non raggiungo le soglie che fanno scattare l’aumento”. Una fiscalità chiara, che però incide in maniera significativa sullo stipendio lordo.

Il vero nodo, però, rimane il costo della vita. Un caffè può costare 5 euro, una stanza singola si aggira intorno ai 500 euro e un monolocale standard a Tromso (la città dove vive Dua) varia dai 1.000 ai 1.500 euro al mese. Nonostante questo, la giovane cameriera sostiene di riuscire a mettere da parte anche il 60% del suo stipendio, grazie a scelte mirate: “Spendo poco per il cibo perché mangio quasi sempre al ristorante in cui lavoro. Pago 50 euro per l’abbonamento dell’autobus e circa 100 euro al mese per alimentari extra. Il resto lo risparmio, perché ho un progetto lavorativo più grande”.
Lingua e integrazione: vivere e lavorare a Oslo
Molti si chiedono se conoscere il norvegese sia fondamentale per lavorare. La ragazza chiarisce subito il punto: “All’inizio l’inglese basta per il lavoro. Ma se si vuole rimanere a lungo, studiare norvegese diventa importante. Alcune persone non amano parlare inglese, e avere una base nella lingua locale aiuta nella vita di tutti i giorni”.
Dal punto di vista burocratico, consiglia a chiunque voglia trasferirsi di registrarsi subito al commissariato, un passaggio necessario per lavorare regolarmente e ottenere i documenti di residenza.
Tra clima rigido e forza di volontà
La vita in Norvegia non è solo fatta di stipendi alti. Il clima gioca un ruolo cruciale, con notti polari, poche ore di sole e temperature rigide. Eppure la giovane spagnola non si lascia scoraggiare: “Il freddo e l’oscurità non mi spaventano. Ho una mente forte e so che sono qui per lavorare e risparmiare. A me questo clima non dispiace, anzi, mi stimola a resistere e a raggiungere i miei obiettivi”.
Il suo racconto mostra il rovescio della medaglia: vivere in Norvegia comporta sacrifici, ma per chi ha obiettivi chiari e voglia di mettersi in gioco, la ricompensa economica e personale può essere molto alta. Un’esperienza che, come testimonia @m0ralaexploradora, continua ad attirare l’attenzione di molti giovani europei alla ricerca di un futuro professionale più stabile.
