Avvocato indica la parola che usano più spesso i bugiardi: "Così sai che ti mentono"

Un avvocato texano diventato celebre anche come esperto di comunicazione, Jefferson Fisher, ha spiegato in un podcast quale parola tradisce più spesso i bugiardi. Durante un episodio di Diary of a CEO con Steven Bartlett, il legale ha rivelato che chi mente tende a ricorrere a termini “assoluti” come “mai” e “sempre”. Secondo lui queste espressioni estreme sono un “campanello d’allarme” che dovrebbe attirare l’attenzione di chi ascolta.

Le parole assolute: “mai” e “sempre”

Jefferson Fisher ha raccontato un esempio concreto per chiarire il concetto. Alla domanda “Stavi scrivendo messaggi mentre guidavi?”, un bugiardo tende a rispondere in maniera immediata: “No, non lo faccio mai. Mai quando guido”. L’avvocato sottolinea che proprio quel “mai” è il dettaglio che smaschera la menzogna. Nella realtà, chiunque nella propria vita ha inviato almeno una volta un messaggio in auto. Proprio per questo, quando un interlocutore usa parole assolute, spesso nasconde la verità dietro un eccesso di sicurezza.

L’esperto aggiunge che anche il contrario, cioè “sempre”, rientra nella stessa categoria. Dichiarazioni come “Ti ascolto sempre” o “Sono sempre puntuale” difficilmente corrispondono al vero. Ogni persona, prima o poi, viene meno a una promessa o fa ritardo.

Il tempismo delle risposte e il potere del silenzio

Un altro dettaglio che, secondo Fisher, può smascherare i bugiardi è la velocità della risposta. Chi mente spesso non prende neanche un attimo per riflettere. Non cerca di ricordare davvero, ma ribatte di getto, quasi a voler chiudere subito la questione. Questo comportamento, in tribunale come nella vita quotidiana, diventa un indizio molto utile.

L'avvocato Fisher, che è anche esperto di comunicazione verbale, ha indicato le parole che usano più spesso i bugiardi
L'avvocato Fisher, che è anche esperto di comunicazione verbale, ha indicato le parole che usano più spesso i bugiardi

L’avvocato ha poi spiegato che il silenzio funziona come un’arma potentissima. Fare una pausa dopo aver ricevuto una risposta spinge chi mente a riempire quel vuoto con ulteriori parole. È in quel momento che emergono contraddizioni o aggiustamenti improvvisi come: “Beh, forse qualche volta sì, ma raramente”. Una correzione che conferma i sospetti iniziali.

Le altre parole che tradiscono una bugia

Fisher non è l’unico a studiare il linguaggio dei bugiardi. Psicologi e specialisti di comunicazione verbale hanno evidenziato altre espressioni che spesso vengono usate per rafforzare artificialmente la credibilità. Eccone alcune:

  • “Onestamente”, “Sinceramente”, “A dire il vero”: chi dice la verità raramente sente il bisogno di sottolinearlo.
  • “Ti giuro”, “Giuro su Dio”, “Ti assicuro”: giuramenti eccessivi spesso nascondono una debolezza nella versione raccontata.
  • “Perché dovrei mentirti?”: è una strategia difensiva che sposta il focus sulla relazione, non sul fatto concreto.
  • “Non ricordo bene”: usata per guadagnare tempo e scansare risposte dirette.
  • “Non è come pensi”: serve a confondere chi sospetta.
  • “Te lo stavo per dire”: classica frase per coprire omissioni.
  • “Stai esagerando” o “Mi fraintendi sempre”: manipolano la percezione e spostano la colpa sull’altro.

Molto frequenti anche termini vaghi come “forse”, “probabilmente” o frasi generiche del tipo “dico solo che…”. Sono tutti segnali che la persona vuole tenersi sul vago per non rischiare di contraddirsi.

Consigli per gestire chi mente

Jefferson Fisher, autore del libro The Next Conversation: Argue Less, Talk More, spiega che smascherare una bugia non significa umiliare l’altro. Il consiglio è offrire una via d’uscita. Quando l’interlocutore, messo alle strette, corregge la propria risposta, conviene dire qualcosa come “Se hai mandato un messaggio, va bene”. Questo riduce la tensione e apre la porta a una comunicazione più autentica.

L’esperto ricorda che nelle discussioni la vera forza non sta nel vincere, ma nel mantenere il controllo delle proprie emozioni. Respirare, restare calmi e scegliere parole ponderate permette di evitare il meccanismo di attacco o difesa. Così diventa più facile arrivare a una soluzione e non lasciare cicatrici nei rapporti personali.

Prestare attenzione a parole come “mai”, “sempre”, “onestamente” o a risposte troppo immediate può aiutare a interpretare meglio una conversazione. Non si tratta di prove certe di menzogna, ma di indizi linguistici che, se messi insieme, possono rivelare molto. Allo stesso tempo, comprendere questi meccanismi permette anche di comunicare con maggiore consapevolezza, evitando errori che potrebbero farci apparire meno credibili.

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