Ricomincio da tre: perché vale la pena rivedere il capolavoro di Massimo Troisi su RaiPlay.
Ci sono film che non invecchiano mai. Restano vivi nella memoria collettiva, continuano a far ridere e commuovere anche a distanza di decenni. “Ricomincio da tre”, esordio alla regia di Massimo Troisi del 1981, è uno di questi. Oggi il film è disponibile su RaiPlay e rappresenta un’occasione perfetta per riscoprire non solo una commedia brillante, ma un tassello fondamentale della storia del cinema italiano.
Troisi, che oltre a dirigere interpreta anche il protagonista Gaetano, ha saputo raccontare con una delicatezza rara la voglia di cambiare vita, i timori della giovinezza e l’eterno conflitto tra restare fedeli alle proprie radici e inseguire nuovi sogni. Guardare questo film oggi significa ritrovare l’essenza di un cinema che sapeva unire risate e malinconia, senza mai cadere nella banalità.
Su RaiPlay il capolavoro di Massimo Troisi: ha riscritto le regole della commedia
La storia segue Gaetano, un giovane timido che vive con la famiglia in periferia a Napoli. Insoddisfatto della sua vita, decide di partire per Firenze in cerca di nuove possibilità. La sua non è però una fuga totale. Gaetano vuole “ricominciare da tre” perché sente che almeno tre cose della sua vita sono riuscite bene e non intende lasciarle alle spalle.

Questa battuta, diventata proverbiale, racchiude già lo spirito del film: il desiderio di cambiare senza rinnegare ciò che si è. Nel suo viaggio, Gaetano incontra persone che lo mettono alla prova, scopre l’amore, stringe amicizie e affronta le contraddizioni del trasferirsi al Nord. Il racconto resta sempre leggero, ma dietro la comicità si percepisce un sottile velo di malinconia. Troisi riesce a rendere l’irrequietezza del protagonista con un minimalismo che non ha perso freschezza.
Temi ancora oggi attuali
Uno dei motivi per cui “Ricomincio da tre” merita di essere rivisto su RaiPlay è la sua sorprendente attualità. La pellicola tocca temi che continuano a parlare al pubblico contemporaneo: l’emigrazione interna, la difficoltà di costruirsi un futuro lontano dalla propria terra, la ricerca di felicità e realizzazione personale. Gaetano rappresenta il sogno di tanti giovani che sentono il bisogno di allontanarsi per crescere, ma che allo stesso tempo faticano a recidere il legame con le proprie radici.
È un equilibrio fragile, raccontato con tenerezza e ironia, che ancora oggi risuona nelle storie di chi lascia il Sud per tentare la fortuna altrove. Il film parla anche di amore e di amicizia, elementi fondamentali per affrontare i cambiamenti della vita. Troisi mostra come i legami affettivi possano diventare un punto fermo anche nei momenti di maggiore incertezza.
Un successo che ha fatto la storia
Al suo debutto nel 1981, “Ricomincio da tre” fu un trionfo. Sorprendendo tutti, il film conquistò il pubblico e la critica, vincendo due David di Donatello (miglior film e miglior attore) e quattro Nastri d’argento. Più che un semplice esordio, fu la consacrazione di Massimo Troisi come una delle voci più originali e amate del cinema italiano.
Troisi riuscì a portare qualcosa di nuovo nella commedia. Con il suo stile fatto di pause, sguardi e silenzi, trasformò la comicità in uno strumento capace di raccontare anche la fragilità e la solitudine. Non è un caso che tanti registi e attori abbiano riconosciuto in lui un modello. Un altro elemento che rende unico il film è l’uso del dialetto napoletano.
Troisi scelse di non abbandonare la sua lingua madre, convinto che potesse veicolare emozioni universali. Questa scelta, che all’epoca poteva sembrare rischiosa, si rivelò invece un punto di forza. Il dialetto non è una barriera, ma un ponte che rende i personaggi autentici e vicini allo spettatore. Il messaggio è chiaro: si può raccontare una storia universale senza rinunciare alla propria identità.
