È vero che nel Medio Evo tutti puzzavano? La risposta della storica italiana

È vero che nel Medio Evo tutti puzzavano? La risposta della storica italiana Benedetta Miarelli incuriosisce e allo stesso tempo sorprende. Il Medio Evo viene spesso immaginato come un’epoca buia, sporca e caratterizzata da cattivi odori. Ma quanto c’è di vero in questa rappresentazione collettiva? La giovane storica e divulgatrice, laureata in Lettere e Filosofia, ha dedicato un video a questo tema, portando alla luce dettagli che fanno riflettere, anche con un certo brivido.

Igiene personale nel Medio Evo: tra ricchi e poveri

Secondo Benedetta Miarelli, l’igiene non era del tutto trascurata. Anche allora la gente attribuiva importanza al lavarsi, ma la differenza sociale pesava moltissimo. I ricchi avevano accesso ad acqua pulita durante tutto l’anno e potevano permettersi bagni, profumi artigianali e cure specifiche. I poveri, invece, si limitavano a usare l'acqua dei fiumi e nei laghi, una pratica complicata soprattutto nei mesi invernali. Non stupisce quindi che gli standard igienici fossero estremamente bassi se confrontati con quelli moderni.

L’uso di profumi e oli essenziali era molto diffuso tra le classi abbienti, non solo per un vezzo estetico, ma come vera e propria necessità. D’estate potevano usufruire delle acque pubbliche, mentre in inverno i bagni diventavano più rari, sostituiti da fragranze forti che cercavano di coprire gli odori naturali.

Il vero problema: gli odori delle città medievali

Se il corpo umano poteva trovare qualche rimedio, gli ambienti urbani restavano il vero incubo olfattivo del Medio Evo. L’assenza di una rete fognaria costringeva la popolazione a gettare i propri escrementi direttamente in strada, spesso dalle finestre delle abitazioni, dopo averli raccolti nei cosiddetti chamber pots, piccoli recipienti destinati a questo scopo. Le vie cittadine si trasformavano così in veri e propri canali di sporcizia, aggravati dalle deiezioni di cavalli e animali randagi.

Per non respirare i miasmi degli escrementi umani e animali, chi ha vissuto nel Medio Evo spesso copriva le narici con dei fiori.
Per non respirare i miasmi degli escrementi umani e animali, chi ha vissuto nel Medio Evo spesso copriva le narici con dei fiori.

Per proteggersi dai miasmi, la gente preferiva coprirsi il naso con fiori e piante profumate. Un gesto semplice, ma che racconta molto del modo in cui si cercava di convivere con una condizione quotidiana altrimenti insopportabile.

Niente carta igienica e cure discutibili

L’igiene intima, poi, non conosceva certo le comodità moderne. La carta igienica non esisteva e si ricorreva a strumenti che oggi sembrano impensabili: un bastoncino di legno con una spugna naturale fissata all’estremità, un’usanza che ricalcava le abitudini già presenti in epoca romana.

Neppure la cura dei denti regalava sollievo. I dentifrici, allora inesistenti, erano sostituiti da miscele di cenere e carbone, mentre come collutorio veniva usata addirittura l’urina, ritenuta dotata di proprietà disinfettanti. Una pratica che a distanza di secoli appare bizzarra, ma che all’epoca sembrava avere una logica precisa.

La verità storica tra miti e realtà

Il Medio Evo non fu un’epoca di totale trascuratezza, ma sicuramente di enormi contrasti. Le classi alte riuscivano a mantenere un certo livello di igiene, mentre la maggior parte della popolazione conviveva con condizioni precarie e ambienti insalubri. Le città puzzavano più delle persone stesse, e le soluzioni adottate rivelano una sorprendente capacità di adattamento a un mondo in cui comodità e igiene, come le intendiamo oggi, erano ancora lontanissime.

Le parole di Benedetta Miarelli aiutano a capire come la percezione comune del Medio Evo non sia del tutto errata, ma vada contestualizzata. Gli odori c’erano, eccome, ma più che alle persone andrebbero attribuiti a un’intera società che viveva senza acqua corrente, fognature e strumenti igienici moderni.

@benedettamiarelli0 Puzze medievali 🥴 #medioevo #curiosità #divulgazione #igiene #impariamocontiktok ♬ Je te laisserai des mots - Patrick Watson

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