Indice dei contenuti
Molte persone dai 20 ai 50 anni hanno un sogno: smettere di lavorare presto e vivere di rendita. In un’Italia in cui il dibattito sulla pensione è sempre più acceso, complice l’enorme debito pubblico e una popolazione che invecchia rapidamente, l’idea di non dover più timbrare il cartellino da giovani e ricevere un assegno mensile che permetta di vivere senza preoccupazioni sembra un privilegio irraggiungibile. Eppure c’è chi, come Hollie, imprenditrice britannica di 28 anni, ha scoperto che arrivare così presto a una sorta di “semi pensione” non significa automaticamente essere felici.
Il sogno di smettere di lavorare presto
Ogni mattina milioni di italiani tra i 30 e i 50 anni si svegliano calcolando quanto manchi alla pensione, spesso finendo per scoraggiarsi. La riforma previdenziale, i calcoli sulle future uscite dal mondo del lavoro e le proiezioni degli assegni mensili riempiono giornali e talk show. Possiamo dirlo: le prospettive non sono rosee. Ma intanto c’è chi ce l’ha fatta in anticipo, anche senza leggi speciali: Hollie e la sua socia Lorna hanno costruito da zero un brand di skincare naturale, Wild and Wood Skincare, e dopo cinque anni di sforzi immani si ritrovano a gestire tutto da remoto. Hanno assunto abbastanza dipendenti che gestiscono il 90% delle attività dell'azienda. Loro si limitano a fare da supervisori, dopo aver delegato tutto.
Una condizione che per molti è il traguardo perfetto, per loro è diventata una sfida emotiva. Hollie lo ha raccontato in un video virale su TikTok: “Abbiamo lavorato tantissimo, saltando serate e rinunciando a tempo con i nostri figli. Adesso che possiamo seguire l’azienda dal telefono, mi sento strana. Mi manca andare in negozio, mi manca la mia migliore amica con cui ho condiviso questa avventura”. Una confessione che ha fatto riflettere migliaia di persone.
Dietro le quinte del successo
Wild and Wood è un marchio cresciuto rapidamente nel Regno Unito, tanto da finire sulle pagine di Yorkshire Business Women e vincere premi locali. Ma proprio quando i risultati hanno iniziato a garantire libertà economica, le due fondatrici hanno affrontato un vuoto inatteso. “La mia socia Lorna è partita per vivere all’estero, io mi ritrovo a casa con più tempo libero di quanto avessi mai immaginato, e non so bene cosa farne”, ha spiegato Hollie. Una frase che suona paradossale, ma che racconta la complessità del rapporto tra lavoro, identità personale e realizzazione.
Gli utenti nei commenti hanno mostrato comprensione. C’è chi ha raccontato di avere più attività e di continuare a lavorare anche senza necessità economica, solo per non perdere motivazione. Altri le hanno suggerito di aprire nuovi punti vendita o di ritagliarsi un ruolo più creativo all’interno dell’azienda, così da mantenere viva la passione senza tornare al ritmo frenetico del passato.
La pensione anticipata non è sempre una festa
L’esperienza di Hollie fa emergere una contraddizione spesso ignorata: smettere di lavorare presto può destabilizzare. La routine che scandisce le giornate, i rapporti con i colleghi, la sensazione di utilità: tutto scompare di colpo. Secondo una ricerca della Harvard Business Review, molte persone che lasciano il lavoro in età precoce devono affrontare una fase di assestamento psicologico, simile a quella di chi cambia radicalmente carriera. Non è solo una questione di soldi, ma di identità.

In Italia il tema della pensione è ancora più delicato. Con l’età media di uscita dal lavoro che tende a salire, e con assegni che rischiano di essere sempre più leggeri, la prospettiva di un “ritiro” a 28 anni sembra lontanissima. Tuttavia la storia di Hollie mette in evidenza un punto chiave: non basta arrivare al traguardo, bisogna anche capire cosa fare dopo.
Dal lavoro come fatica al lavoro come scelta
Il caso di Wild and Wood apre una discussione più ampia: cosa significa davvero lavorare oggi? Se fino a pochi decenni fa l’obiettivo era solo garantirsi uno stipendio e una pensione dignitosa, ora le nuove generazioni guardano al lavoro anche come a uno strumento di realizzazione personale. Hollie non è felice di non dover più lavorare in ufficio ogni giorno perché il lavoro, nonostante la fatica, le dava energia, relazioni, un senso di direzione. E questo vale per molti, indipendentemente dal settore.
Per questo sempre più giovani professionisti preferiscono reinventarsi, aprire nuove attività, sperimentare progetti creativi anche dopo aver raggiunto la stabilità economica. Come ha scritto un’utente nei commenti al video di Hollie: “Non è solo questione di soldi, è questione di sentirsi vivi”.
