"Sono andata in un negozio della Corea del Sud e la commessa mi ha messo in enorme imbarazzo"

La content creator spagnola Mikaela, che ha lavorato come modella tra Corea del Sud e Giappone, ha raccontato un episodio curioso e imbarazzante durante il podcast @unchinoymedio_oficial. Nel suo primo anno a Seul è entrata in un negozio con l’intenzione di acquistare una gonna, ma le commesse le hanno impedito di provarla. Mentre osservava, altre ragazze coreane ricevevano invece il permesso di accedere al camerino senza alcun problema. Quando ha chiesto spiegazioni, la risposta è stata spiazzante: «È per via del tuo odore, che rimarrebbe impresso nel tessuto».

Il racconto di Mikaela e la reazione

La giovane modella confessa di essersi arrabbiata molto ma anche di non aver saputo come reagire. Non conosceva ancora la lingua coreana, non era in grado né di leggerla né di parlarla, e si è trovata in grande difficoltà.

In pratica, la content creator si è sentita dire che non poteva provare la gonna perché aveva un odore corporeo troppo forte.
In pratica, la content creator si è sentita dire che non poteva provare la gonna perché aveva un odore corporeo troppo forte.

Alla domanda degli host su cosa avesse fatto dopo quell’episodio, Mikaela preferisce non entrare nei dettagli: «Era il primo anno lì, non capivo bene le dinamiche. Preferisco non dire cosa ho fatto per vendicarmi». Un ricordo che, pur restando spiacevole, apre uno spunto interessante sul modo in cui cultura e biologia influenzano le relazioni quotidiane.

Perché in Corea del Sud gli occidentali vengono percepiti come più “odorosi”

In Corea del Sud e in altre società dell’Asia orientale la questione ha una base scientifica precisa. Circa l’80-95% della popolazione coreana possiede una particolare variante del gene ABCC11, capace di ridurre la produzione di composti nelle ghiandole sudoripare apocrine. Si tratta delle ghiandole responsabili dell’odore corporeo: quando queste producono meno materiale organico, i batteri cutanei hanno meno sostanze da degradare e l’odore risulta quasi inesistente. Negli occidentali questa mutazione è invece molto rara: solo il 2% circa la possiede. Di conseguenza, il sudore viene percepito come più intenso e persistente. È su questa differenza genetica che si fonda la convinzione, diffusa in Corea, secondo cui gli stranieri avrebbero un odore più marcato.

Il sudore: odore, cultura e percezione

Il sudore in sé rimane inodore per tutti. L’odore nasce dal contatto con i batteri della pelle, che trasformano le sostanze prodotte dalle ghiandole apocrine. Tuttavia, le diverse frequenze genetiche hanno avuto conseguenze culturali notevoli. In Corea del Sud il deodorante non rappresenta un prodotto di largo consumo: è considerato un articolo di nicchia, spesso difficile da reperire nei supermercati. In Europa e negli Stati Uniti, al contrario, deodoranti e antitraspiranti fanno parte dell’igiene quotidiana e sono percepiti come indispensabili. Questo divario spiega perché per una commessa coreana un cliente occidentale possa suscitare sospetti legati all’odore, mentre per un europeo la questione appare quasi incomprensibile.

Altri fattori: dieta e abitudini culturali

Accanto alla genetica contano anche dieta e cultura. Alcuni coreani descrivono gli occidentali come “profumati in modo eccessivo”, perché utilizzano colonie e profumi più intensi rispetto agli standard locali. Mikaela stessa ha riportato la frase: «Ellos huelen a colonias que parecen jabón, en cambio nosotros olemos a colonias de marca». Più che di cattivo odore, quindi, si tratterebbe di un’impressione di eccessiva presenza olfattiva. Questa differenza di percezione ha alimentato piccoli pregiudizi e ha portato episodi come quello vissuto da Mikaela, dove il rifiuto non nasce da una reale condizione igienica, ma da una sensibilità culturale diversa.

Un episodio che svela due mondi diversi

L’esperienza di Mikaela in Corea del Sud non è isolata. Altri espatriati hanno raccontato vicende simili, spesso legate a malintesi culturali. In Asia orientale il tema dell’odore corporeo raramente viene discusso, perché riguarda una minoranza della popolazione. In Occidente, invece, rappresenta un argomento quotidiano, tanto da aver creato un mercato miliardario di prodotti per la cura personale. La storia della gonna negata a Mikaela non rimane soltanto un ricordo imbarazzante, ma diventa un esempio concreto di come biologia e società possano intrecciarsi e condizionare persino un semplice momento di shopping.

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