Boliva, entra in un supermercato e nota prezzi insensati: "Olio d'oliva a 80€", i motivi

Gabriel Dunn, content creator boliviano che da anni vive negli Stati Uniti, è tornato nella sua terra natale e ha deciso di raccontare con un video ciò che ha visto nei supermercati di La Paz. La sorpresa è stata enorme: i cartellini dei prezzi recitano cifre che, per chi guarda dall’Europa, sembrano uscite da un film che racconta di una società al collasso. L’esempio più eclatante è l’olio extravergine d’oliva, arrivato a costare 645 bolivianos, ovvero 80 euro per due litri. Ma non è l’unico prodotto ad avere raggiunto cifre folli, perché praticamente ogni genere alimentare e di consumo quotidiano ha registrato aumenti spropositati.

Prezzi fuori controllo nei supermercati di La Paz

Dunn ha mostrato come un pollo intero, che qualche anno fa costava 25-30 bolivianos, oggi venga venduto a 50 (circa 6 euro). Se per un consumatore europeo la cifra può sembrare più che accettabile, la differenza rispetto al passato pesa moltissimo sui redditi locali. La carne di manzo, nello specifico la colita de cuadril (coda di scamone), è passata da 90 bolivianos a 186, cioè 25 euro: più del doppio in meno di due anni. Secondo l'autore del video, molte famiglie boliviane, non potendo più permettersi la carne rossa, comprano soltanto le ossa, usandole per insaporire i brodi.

I prodotti lattiero-caseari non sono da meno. Un pezzetto di formaggio da 100 grammi costa oggi quasi 4 euro, mentre in passato veniva venduto a metà prezzo. Anche beni non alimentari hanno subito un balzo drammatico: una crema corpo Nivea è passata da 40 a 110 bolivianos, cioè 14 euro. Ancora più impressionanti i prezzi dei cereali Kellogg’s, arrivati a 27 euro, e dei “Fruit Loops”, cerchietti colorati, che toccano i 47 euro a confezione.

Dall’olio al riso: gli alimenti base diventano beni di lusso

Se c’è un prodotto che racconta meglio di altri la crisi è il riso, alimento base della cucina locale. Un pacco da un chilo costa 12,20 euro, praticamente il doppio rispetto a pochi anni fa. Per non parlare dell’olio da cucina per friggere: una tanica da 4,5 litri supera ormai i 12 euro. "E la cosa più clamorosa è che gli scaffali sono semivuoti: la gente fa scorta perché teme che possa aumentare ancora il prezzo", commenta l'autore del video.

Tuttavia, il triste primato di aumento folle è appannaggio dell’olio d’oliva. Due litri in bottiglia di vetro di extravergine arrivano a 80 euro, una somma che in Bolivia corrisponde a diversi giorni di lavoro per buona parte della popolazione. Un olio d'oliva non extravergine, in bottiglia di plastica e prodotto in Spagna, costa invece 32 euro. Altro dettaglio non da poco: tutte le bottiglie hanno l'allarme antifurto, visto il prezzo di vendita così elevato.

Un olio d'oliva non extravergine in bottiglia di plastica costa oltre 30€
Un olio d'oliva non extravergine in bottiglia di plastica costa oltre 30€

Persino la carta igienica, che fino a poco tempo fa aveva prezzi accessibili, è diventata un bene costoso: 12 rotoli con doppio velo costano 17 euro e il pacco da 24 supera i 21 euro.

Le cause della crisi economica boliviana

La situazione è frutto di una combinazione di fattori economici e politici. Secondo dati ufficiali, nel 2025 l’inflazione alimentare ha superato il 19% su base annua, mentre l’inflazione generale si è attestata intorno al 18%. Gli analisti hanno evidenziato diversi elementi chiave:

  • Finanziamento monetario del deficit: l’emissione eccessiva di valuta locale ha indebolito il boliviano, spingendo le famiglie a rifugiarsi nel dollaro.
  • Crisi delle riserve valutarie: la Banca centrale ha bruciato gran parte delle riserve in dollari, mentre sul mercato nero il cambio supera il doppio di quello ufficiale.
  • Blocchi politici e carenza di carburante: difficoltà logistiche e proteste hanno ostacolato la distribuzione dei beni, alimentando carenze e speculazioni.
  • Emergenze climatiche: incendi e problemi agricoli hanno ridotto i raccolti, aggravando l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.

Quando è iniziata la spirale inflazionistica

Il progressivo aumento dei prezzi è iniziato tra il 2023 e il 2024, ma ha raggiunto il culmine nella prima metà del 2025. In pochi mesi, l’inflazione è esplosa e nei supermercati di città come La Paz e Santa Cruz i prezzi sono diventati insostenibili per gran parte della popolazione. Le file davanti ai negozi statali, dove spesso vengono razionate quantità minime di alimenti, ricordano scenari di crisi che la Bolivia non viveva da decenni.

Le famiglie hanno visto ridursi drasticamente il potere d’acquisto. Molti cittadini acquistano solo beni essenziali e la carne rossa è quasi scomparsa dalle tavole. Secondo osservatori internazionali, tra cui le Nazioni Unite, la Bolivia rischia una crisi alimentare se la situazione non verrà stabilizzata a breve. Aumentano inoltre i flussi migratori verso i paesi confinanti, spinti dalla necessità di trovare condizioni di vita più sostenibili.

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