Adesso tocca a me: il docufilm con Cesare Bocci che racconta Paolo Borsellino è su RaiPlay, ecco perché vale la pena vederlo.
Rai 1 nel 2017 ha proposto al pubblico un’opera intensa e coraggiosa: Adesso tocca a me. Un docufilm diretto da Francesco Miccichè che mescola fiction, testimonianze reali e immagini di repertorio per restituire la memoria di Paolo Borsellino, il magistrato siciliano che ha sacrificato la sua vita nella lotta alla mafia.
Il protagonista è Cesare Bocci, attore amatissimo dal pubblico, che qui interpreta Paolo Borsellino con grande sensibilità. Bocci riesce a trasmettere non solo la fermezza del magistrato, ma anche la sua dimensione più umana, fatta di paure, speranze e di un profondo senso di responsabilità.
RaiPlay: il docufilm con Cesare Bocci nelle vesti di Paolo Borsellino
Il racconto si concentra sugli ultimi giorni di vita di Borsellino, quelli che precedono la strage di via D’Amelio, avvenuta il 19 luglio 1992. Quel giorno il giudice venne assassinato insieme ai cinque uomini e donne della sua scorta. L’unico sopravvissuto fu Antonio Vullo, interpretato nel docufilm da Giulio Maria Corso. La scelta di narrare la vicenda attraverso lo sguardo di Vullo rende la storia ancora più intensa. Lo spettatore vive il dramma di chi ha visto crollare il proprio mondo in pochi istanti e si trova a fare i conti con il peso della memoria. Le immagini di fiction si alternano a interviste reali, a testimonianze dei familiari e a contributi giornalistici che riportano lo spettatore a quegli anni drammatici.

Accanto a Cesare Bocci e Giulio Maria Corso troviamo un cast che arricchisce la narrazione con interpretazioni solide. Antonino Bruschetta, Anna Ammirati, Giuseppe De Domenico e Federica D’Amore danno vita ai diversi volti che hanno accompagnato la vicenda di Borsellino. La sceneggiatura è firmata da Sandrone Dazieri, Giovanni Filippetto e Francesco Miccichè. Un lavoro che intreccia fedeltà storica e capacità narrativa, per un risultato che colpisce e commuove.
Adesso tocca a me non è solo il racconto di quella tragica strage. È soprattutto un omaggio al senso civico e al coraggio di un uomo che, pur sapendo di essere un bersaglio, non ha mai smesso di fare il suo dovere. Paolo Borsellino appare come un simbolo di resistenza, ma anche come un uomo consapevole della solitudine in cui spesso si trovava a combattere. Il docufilm sottolinea inoltre il legame con Giovanni Falcone. Dopo la strage di Capaci, Borsellino non si ferma, pur sapendo che il tempo a disposizione potrebbe essere poco. La forza della sua missione diventa un messaggio potente per chi guarda, un invito a non arrendersi davanti alle difficoltà.
Uno stile che unisce finzione e realtà
Centrale è anche la figura di Antonio Vullo, l’agente sopravvissuto. Il suo punto di vista porta alla luce il dolore di chi resta, costretto a convivere con il senso di colpa e con il ricordo di colleghi caduti al suo fianco ùLa regia di Francesco Miccichè costruisce un linguaggio che unisce piani diversi. Le scene di fiction sono girate con realismo e partecipazione, mentre i materiali d’archivio e le testimonianze restituiscono la concretezza storica.
Questo intreccio dona al racconto un equilibrio che coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine. La scelta di non limitarsi alla semplice fiction ma di inserire volti e voci reali è ciò che rende Adesso tocca a me un prodotto unico. Non è un film di pura ricostruzione, ma un’opera di memoria collettiva che tiene viva la storia.
A distanza di anni, Adesso tocca a me resta un’opera necessaria. Raccontare Borsellino significa ribadire il peso del suo sacrificio e l’importanza della sua eredità. Significa non dimenticare la strage di via D’Amelio e il vuoto lasciato da un uomo che aveva scelto di servire lo Stato fino all’ultimo istante. Il docufilm con Cesare Bocci diventa così non solo un ricordo, ma anche un invito a portare avanti i valori di giustizia e coraggio che hanno guidato Paolo Borsellino.
