Il grande autore Stephen King ha eletto quella che per lui, attualmente, è la miglior serie di Netflix in assoluto: ecco il titolo e perché vale la pena vederla.
Su Netflix c’è una miniserie che non solo ha fatto parlare gli appassionati di horror, ma ha anche conquistato il re del genere, Stephen King. Si tratta de La caduta della casa degli Usher, ideata da Mike Flanagan, già noto per aver creato altre opere di grande successo come The Haunting of Hill House e Midnight Mass. Con questa produzione, Flanagan porta sullo schermo una rivisitazione moderna e inquietante dei racconti di Edgar Allan Poe, in particolare dell’omonimo racconto del 1839.
La serie ha un impatto immediato per il suo stile cupo, per i dialoghi taglienti e per la capacità di intrecciare atmosfere gotiche con una critica feroce al potere, alla corruzione e all’avidità. Non è un semplice horror, ma un vero e proprio affresco sul lato oscuro dell’animo umano.
La serie tv Netflix migliore per Stephen King: cosa ha detto il re dell'horror
La storia segue Roderick Usher, amministratore delegato della Fortunato Pharmaceuticals, una delle aziende farmaceutiche più potenti e corrotte al mondo. Al suo fianco c’è la sorella Madeline, altrettanto spietata e ambiziosa. I due fratelli, negli anni ’80, hanno costruito il loro impero stringendo un patto oscuro con una misteriosa donna di nome Verna. Lei appare come una creatura soprannaturale, simbolo della morte o del diavolo, che offre potere e ricchezza in cambio di un prezzo altissimo: la rovina della discendenza degli Usher. Il patto si manifesta decenni dopo, quando i sei figli di Roderick, legittimi e illegittimi, iniziano a morire in modi violenti e terrificanti. Ogni morte diventa una sorta di racconto a sé, un tassello che unisce la follia della famiglia Usher al mondo inquietante di Poe.
La trama della serie si muove su due piani temporali. Da un lato c’è la confessione di Roderick Usher al procuratore Auguste Dupin. È un uomo ormai distrutto che ripercorre la sua vita, rivelando segreti e crimini. Dall’altro lato ci sono i flashback, che mostrano la scalata al potere della famiglia e la lenta, inesorabile caduta. Questa struttura permette di alternare il dramma familiare al mistero, offrendo allo spettatore una visione completa e avvincente. Ogni episodio è costruito con cura, richiamando i racconti di Poe sia nei titoli che nei dettagli narrativi. È un omaggio diretto, ma anche una reinterpretazione moderna che rende la serie accessibile anche a chi non conosce a fondo le opere dello scrittore.

Inoltre, va chiarito che non si tratta solo una serie di paura. Attraverso atmosfere gotiche e immagini inquietanti, affronta temi universali come la colpa, l’eredità, il potere e la corruzione. Ogni personaggio rappresenta un vizio, una debolezza, un aspetto oscuro della società moderna. La serie si interroga su cosa significhi vivere di compromessi, su come l’avidità possa distruggere tutto, anche i legami più profondi. Lo spettatore si trova davanti a un racconto che parla di fantasmi interiori prima ancora che di presenze soprannaturali. Lo stesso Stephen King ha elogiato la serie tv su X, dove ha scritto: "Me la sono persa quando è uscita a causa di un intervento all’anca, ma questa è una tipica gratificazione ritardata. Spaventosa, coinvolgente, con una scrittura arguta che fa avanzare la trama. C’è chi potrebbe dire che Mike Flanagan sia il Quentin Tarantino dell’horror".
Un cast che lascia il segno
Il cast è uno dei punti di forza. Bruce Greenwood interpreta Roderick Usher, offrendo una prova intensa e tormentata. Al suo fianco c’è Mary McDonnell nel ruolo di Madeline, glaciale e affascinante. Carla Gugino è Verna, la figura più inquietante della serie, capace di dominare ogni scena con la sua presenza magnetica. Carl Lumbly veste i panni di Auguste Dupin, l’investigatore che cerca di dare un senso alla tragedia della famiglia Usher. Ogni figlio di Roderick diventa un personaggio simbolico, un’allegoria dei peccati moderni. Questo rende la serie corale e allo stesso tempo profonda, perché ogni morte ha un significato che va oltre il semplice shock visivo.
Perché piace anche a Stephen King
Stephen King non ha nascosto la sua ammirazione per questa serie, lodandola pubblicamente. Non sorprende, perché La caduta della casa degli Usher incarna quel mix di horror e critica sociale che da sempre caratterizza anche i romanzi di King. La capacità di mostrare il male non solo come entità esterna ma come scelta umana è un filo conduttore che lega i due autori.
La miniserie è composta da otto episodi, tutti disponibili su Netflix. È perfetta per chi ama l’horror con radici letterarie, ma anche per chi cerca una storia avvincente che mescola paura, mistero e riflessione. Ogni puntata cattura lo spettatore e lo porta sempre più dentro la decadenza della famiglia Usher, fino a un finale che lascia senza fiato.
