Perché si pensa che i gatti neri portino sfortuna? In pochi sanno la risposta

La superstizione che riguarda i gatti neri affonda le proprie radici in epoche lontane e si è trasformata nel corso dei secoli, passando da simbolo di sacralità a presagio di sfortuna. Il fenomeno non nasce ovunque nello stesso modo: mentre in alcune culture il gatto nero è stato venerato, in altre è diventato oggetto di paura e diffidenza. Analizzare l’evoluzione storica e psicologica di questa credenza aiuta a capire perché, ancora oggi, molte persone guardino con sospetto un felino dal manto scuro che attraversa la loro strada.

Origini antiche e cambiamento nel Medioevo

Nell’antico Egitto i gatti neri erano considerati animali sacri, protetti dalla dea Bastet, simbolo di fecondità e prosperità. La loro presenza nelle case era ritenuta benaugurante, tanto che uccidere un gatto, indipendentemente dal colore, veniva punito severamente. Con il crollo delle civiltà antiche e l’avanzare del cristianesimo, la percezione mutò radicalmente. Dal basso Medioevo, specialmente a partire dal XIV secolo, il gatto nero venne associato alla stregoneria. La sua capacità di muoversi silenziosamente e di vedere al buio alimentò il sospetto che fosse in contatto con forze oscure.

Gatti neri, streghe e caccia alle superstizioni

Durante la lunga stagione della caccia alle streghe, i gatti neri furono considerati “famigli”, ovvero spiriti servitori delle streghe. Diverse cronache europee riportano credenze secondo cui alcune donne accusate di stregoneria sapessero trasformarsi in questi felini.

Aver eliminato decne di migliaia di gatti neri perché si credeva portassero sfortuna ha fatto sì che i ratti che portavano la peste bubbonica avessero vita più facile
Aver eliminato decne di migliaia di gatti neri perché si credeva portassero sfortuna ha fatto sì che i ratti che portavano la peste bubbonica avessero vita più facile

Tra il Trecento e il Seicento la paura raggiunse livelli tali da generare uccisioni di massa, con conseguenze anche pratiche: la drastica diminuzione delle popolazioni feline lasciò campo libero ai roditori, proprio nei secoli in cui si diffondeva la peste bubbonica. Alcuni storici sottolineano che questa persecuzione, anziché proteggere gli esseri umani, abbia favorito indirettamente l’avanzata del contagio.

Il colore nero e il simbolismo della sfortuna

Il colore nero, da sempre carico di significati legati alla morte, al lutto e all’ignoto, ha rafforzato l’aura negativa attorno ai gatti dal manto scuro. La loro apparizione notturna, unita al riflesso degli occhi nella penombra, li rese oggetto di timori collettivi. Non sorprende, dunque, che nei secoli la loro immagine sia stata associata a cattivi presagi. Tuttavia, le interpretazioni non furono ovunque identiche: in contesti marinari inglesi e scozzesi, ad esempio, un gatto nero a bordo di una nave veniva considerato un portafortuna, capace di proteggere l’equipaggio e garantire un viaggio sicuro.

Differenze culturali e psicologia della superstizione

In Italia, in Spagna e negli Stati Uniti la credenza secondo cui un gatto nero che attraversa la strada porti sfortuna resta diffusa. Al contrario, in Giappone e in Scozia questi animali continuano a essere simbolo di abbondanza e prosperità. Il contrasto dimostra come la superstizione sia profondamente radicata nella cultura popolare, più che in fatti reali. Dal punto di vista psicologico, la tendenza a collegare eventi negativi a un segno visibile, come l’apparizione di un gatto nero, risponde al bisogno umano di trovare spiegazioni in circostanze casuali e incontrollabili. D'altronde, sfortune piccole e grandi capitano quasi ogni giorno. Se ci cade il bicchiere di mano e poche ore prima abbiamo visto un gatto nero, ci convinciamo che la colpa sia sua.

I gatti neri oggi tra pregiudizio e rivalutazione

Nonostante secoli di discriminazioni, il gatto nero ha riconquistato dignità in molte società moderne. Oggi diverse associazioni animaliste promuovono campagne per incoraggiarne l’adozione, soprattutto nei mesi autunnali, quando ancora circolano falsi miti legati ad Halloween. Gli studi storici hanno chiarito che non esistono prove di un legame diretto tra gatti neri e diffusione della peste; anzi, la loro eliminazione ha probabilmente peggiorato le condizioni igieniche medievali. La superstizione rimane, ma la conoscenza e la sensibilizzazione stanno lentamente trasformando il gatto nero da simbolo di paura a emblema di resilienza e bellezza misteriosa.

La lunga storia dei gatti neri racconta come un animale possa diventare bersaglio di paure collettive e, allo stesso tempo, oggetto di venerazione. Capire il passato significa anche liberarsi dai pregiudizi che ancora oggi li accompagnano, restituendo a questi felini il ruolo che meritano: compagni di vita affascinanti e custodi di un patrimonio simbolico che non smette di evolversi.

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