Su RaiPlay c'è un film nascosto, ma tenero e necessario: ha ricevuto anche due candidature ai David di Donatello e ai Nastri d'Argento.
Ci sono film che parlano direttamente al cuore, senza bisogno di effetti spettacolari o colpi di scena estremi. Magari, diretto da Ginevra Elkann, appartiene a questa categoria. Si tratta del suo esordio alla regia, presentato al Festival di Locarno nel 2019 e distribuito nel 2020, che racconta una storia di infanzia, sogni e fragilità familiari. Il film è disponibile su RaiPlay ed è un’occasione per scoprire una voce nuova e sensibile del cinema italiano contemporaneo.
Su RaiPlay un film nascosto, ma da vedere: candidato ai David di Donatello
La vicenda è ambientata negli anni ’80, periodo che la regista conosce bene e che diventa sfondo per un racconto autobiografico e intimo. Al centro c’è Alma, una bambina che vive a Parigi insieme ai fratelli Seb e Jean, alla madre Charlotte e al patrigno. La madre, in attesa di un nuovo figlio, decide di mandare i tre bambini a trascorrere le vacanze di Natale con il padre, Carlo, a Roma. È l’inizio di un viaggio che mescola la gioia della scoperta con la difficoltà di affrontare un mondo adulto fatto di contraddizioni.
Carlo, interpretato da Riccardo Scamarcio, è uno sceneggiatore in crisi economica, un uomo affascinante ma inaffidabile. È anticonformista, un po’ sognatore e incapace di assumersi del tutto le proprie responsabilità. Insieme alla compagna Benedetta, impersonata da Alba Rohrwacher, accoglie i figli in una casa al mare vicino a Roma. Lì i bambini trascorrono giorni fatti di attese, incomprensioni e piccoli momenti di felicità. Alma, però, non smette mai di sperare che, magari, quella vacanza possa riportare la sua famiglia unita come un tempo. Il cast offre interpretazioni delicate e intense. Oltre a Scamarcio e Rohrwacher, spiccano i giovani attori Oro De Commarque, Milo Roussel ed Ettore Giustiniani, che interpretano i tre fratelli. La loro spontaneità regala autenticità a un film che vive proprio delle emozioni dell’infanzia.

Elkann riesce a guidarli con uno sguardo affettuoso, senza mai cadere nella retorica. Il cuore del film sta nel contrasto tra lo sguardo dei bambini e quello degli adulti. I piccoli vivono le giornate con una leggerezza che si scontra con la realtà fragile e incerta dei genitori. La regista racconta questa distanza con toni malinconici ma anche con momenti di dolcezza e ironia. Il titolo stesso, Magari, riassume il senso di un desiderio che resta sospeso, quello di una famiglia che non riesce a ricomporsi ma continua a esistere nei sogni dei figli.
Ricezione e critica: un grande successo
Lo stile del film è essenziale e al tempo stesso evocativo. Elkann costruisce un racconto intimo, fatto di dettagli quotidiani che diventano simboli universali. La fotografia calda richiama le atmosfere degli anni ’80 e rende ancora più forte la sensazione di nostalgia. Alcune scene restano particolarmente impresse, come la partita di pallone sulla spiaggia o il momento in cui tutti cantano in macchina “Se mi lasci non vale” di Julio Iglesias. Sono immagini che richiamano il cinema italiano più autentico, capace di emozionare con piccoli gesti.
La critica ha accolto positivamente l’opera, riconoscendo alla regista la capacità di dare voce a un racconto personale ma anche universale. Magari ha ricevuto due candidature ai Nastri d’Argento e due ai David di Donatello, tra cui quella come miglior regista esordiente per Ginevra Elkann e miglior attrice non protagonista per Alba Rohrwacher. Un risultato importante per un film distribuito principalmente in streaming, a causa delle restrizioni legate alla pandemia di COVID-19.
Il legame autobiografico è un aspetto centrale. Elkann attinge a ricordi personali per costruire un film che, pur non essendo un’autobiografia in senso stretto, restituisce la verità emotiva di un’infanzia segnata da famiglie divise e affetti complessi. Le ambientazioni della casa sul mare e la rappresentazione delle dinamiche familiari rimandano direttamente alle esperienze della regista, rendendo l’opera ancora più sincera.
Perché vale la pena guardarlo
Guardare Magari significa lasciarsi trasportare in un mondo fatto di contraddizioni, sogni e delusioni. È un film che parla a chiunque abbia vissuto la fragilità degli affetti e il desiderio di ricomporre ciò che non può più essere. Allo stesso tempo, è un racconto che restituisce l’energia dell’infanzia, capace di trovare speranza anche nelle situazioni più complicate.
Su RaiPlay, Magari si presenta come una visione perfetta per chi cerca una storia intima, senza eccessi, ma capace di emozionare con sincerità. Non è un film gridato, non è una commedia rumorosa né un dramma esasperato. È un piccolo gioiello che punta al cuore e lascia una traccia profonda grazie alla sua delicatezza.
La forza di questo esordio sta proprio nella capacità di Elkann di mescolare leggerezza e profondità. Racconta una famiglia imperfetta ma reale, restituendo un’immagine autentica dei legami e delle fragilità che ci accompagnano durante la crescita. Magari è un invito a guardare indietro alla propria infanzia con occhi nuovi, a riconoscere la bellezza delle piccole cose e la potenza dei sogni.
