Polpette fritte al sugo: la versione cacio e ova di Benedetta Parodi che conquista tutti, ecco cosa cambia nell'impasto.
Ci sono piatti che profumano di casa, che bastano a evocare i ricordi delle domeniche in famiglia. Le polpette rientrano senza dubbio tra queste ricette intramontabili, ma oggi parliamo di una variante davvero speciale, che arriva dalla tradizione abruzzese e che Benedetta Parodi ha riportato alla ribalta con il suo tocco familiare e genuino.
Le polpette cacio e ova, o come vengono chiamate in dialetto locale pallotte cacio e ova, sono un piatto rustico e saporito, perfetto sia come antipasto che come secondo piatto. Non hanno carne, ma riescono lo stesso a conquistare al primo assaggio grazie alla combinazione di formaggio, uova e pane raffermo.
Un piatto nato dalla cucina povera, che oggi torna protagonista sulle tavole moderne, anche grazie alla sua versatilità. Benedetta Parodi le propone nella versione più amata, quella con il sugo di pomodoro, ma non manca la variante “in bianco”, semplicemente fritte, croccanti fuori e morbide dentro.
Polpette cacio e ova: la versione di Benedetta Parodi e come fare l'impasto
La forza di questa ricetta è la sua semplicità. Non servono ingredienti ricercati né particolari abilità, basta solo un po’ di attenzione nella preparazione e il risultato è assicurato. Per 4-6 persone occorrono:
- 3 o 4 uova
- 200 g di pecorino grattugiato (oppure metà pecorino e metà parmigiano)
- 100-200 g di pane raffermo, meglio solo la mollica e ammollata nel latte
- prezzemolo tritato, facoltativo ma utile a dare freschezza
- uno spicchio d’aglio, schiacciato o tritato fine
- sale e pepe quanto basta
- latte q.b. per ammorbidire il pane
- olio di semi per friggere
Con pochi passaggi si ottiene un impasto consistente e ricco di sapore, pronto per trasformarsi in piccole polpette che faranno la gioia di tutti. Si parte dal pane raffermo, che va sbriciolato e, se troppo secco, ammorbidito con un po’ di latte. In una ciotola si uniscono poi le uova sbattute, il formaggio grattugiato, il pane, l’aglio e il prezzemolo. Il composto va lavorato fino a diventare omogeneo e ben amalgamato: deve risultare compatto ma non duro, così da permettere di modellare facilmente le polpette.

Una volta pronte, si formano delle palline grandi come una noce, che possono essere leggermente infarinate prima della frittura. Questo passaggio è facoltativo, ma aiuta a rendere l’esterno ancora più croccante. Le polpette vanno immerse in olio caldo e fritte fino a doratura uniforme: già così sono deliziose e potrebbero essere servite immediatamente come antipasto. La Parodi, tra l'altro, ha già preparato la prima ricetta autunnale.
La variante al sugo di pomodoro
La versione più golosa, però, resta quella “al sugo”. Dopo la frittura, le polpette vengono immerse in una salsa di pomodoro semplice ma profumata, preparata con un soffritto leggero di cipolla, passata di pomodoro, basilico fresco e un filo d’olio. Bastano pochi minuti di cottura perché le pallotte assorbano il gusto del pomodoro, restando morbide e saporite.
Portate in tavola fumanti, diventano un secondo piatto capace di mettere d’accordo tutti. Il bello di questa preparazione è che non ha stagioni: in estate il sugo può essere fatto con pomodori freschi e maturi, mentre in inverno basta una buona passata. Le pallotte cacio e ova sono sempre buone, che sia un pranzo in famiglia o una cena tra amici.
Origini e tradizione
Questo piatto ha radici antiche nella cucina abruzzese. Nasce come ricetta di recupero, pensata per utilizzare pane vecchio e uova, arricchiti dal formaggio locale, spesso il pecorino. Era un modo per portare in tavola un secondo piatto sostanzioso anche in assenza della carne, troppo costosa per le famiglie contadine.
Col tempo, le pallotte sono diventate simbolo della convivialità e della tradizione regionale, servite nelle feste popolari e nei pranzi domenicali. Nonostante l’origine povera, oggi queste polpette vengono apprezzate anche nelle cucine moderne, perché uniscono gusto e semplicità, rispettando quell’idea di cucina sostenibile che valorizza il pane raffermo e ingredienti facilmente reperibili.