Infermiera sulle navi da crociera spiega perché anche i dipendenti devono pagare il Wi-Fi

Lavorare a bordo di una nave da crociera viene spesso considerato un mestiere ricco di aspetti positivi: stipendi interessanti, vitto e alloggio compresi e la possibilità di visitare città diverse ogni settimana. La cabina viene offerta gratuitamente a tutti i membri dell’equipaggio, mentre i pasti principali non comportano alcuna spesa. Gli extra, come bevande gassate, cappuccini o gelati, possono avere un prezzo ridotto, ma non sempre. Tuttavia, tra i benefit dei dipendenti rimane un’ombra che pesa ogni mese sul bilancio personale: l’uso di Internet, che non è gratuito neppure per chi lavora a bordo.

Se per i passeggeri il costo elevato della connessione può sembrare comprensibile e sopportabile visto che si parla di alcuni giorni di permanenza, per i lavoratori che vi trascorrono mesi interi, rappresenta una sorpresa amara. Ormai la maggior parte delle persone sente il bisogno di collegarsi almeno una volta al giorno a WhatsApp, Facebook, YouTube o altri social. Dopo turni lunghi e faticosi, molti preferiscono inviare un messaggio a familiari o amici prima di andare a dormire. Ma quel gesto quotidiano, in mezzo all’oceano, ha un prezzo non indifferente.

Perché i dipendenti devono pagare il Wi-Fi a bordo

A chiarire questo punto è stata Eleonora Cavallitto, infermiera italiana impiegata su una nota compagnia di crociere italiana di cui non fa il nome, per cui non lo faremo neppure noi. In un’intervista ha spiegato che, anche se l’equipaggio paga tariffe ridotte rispetto ai passeggeri, la connessione rimane comunque a pagamento. «Noi membri dell’equipaggio – racconta – possiamo scegliere due pacchetti: uno a consumo, basato sui gigabyte, oppure uno a tempo, calcolato sui minuti di navigazione. Esiste anche una linea gratuita riservata a WhatsApp, ma solo per messaggi di testo, senza foto o video». Probabilmente serve più che altro a garantire comunicazioni urgenti tra colleghi.

I dipendenti delle navi da crociera pagano il Wi-Fi in base ai minuti di navigazione o ai giga utilizzati
I dipendenti delle navi da crociera pagano il Wi-Fi in base ai minuti di navigazione o ai giga utilizzati

La stessa Cavallitto ha ricordato che non tutte le compagnie adottano la medesima politica. In passato, con un altro datore di lavoro, aveva a disposizione una connessione illimitata pagando una quota mensile molto bassa. Oggi, invece, paga ogni volta che utilizza il servizio in base ai minuti di connessione, una differenza che incide notevolmente sulle spese personali.

I motivi tecnici e i costi delle compagnie

Per comprendere perché le compagnie di crociera facciano pagare il Wi-Fi anche ai dipendenti, occorre guardare alla parte tecnica. La connessione in mare avviene tramite satelliti, non con reti terrestri. Ciò significa che la larghezza di banda è limitata e molto più costosa. Un accesso illimitato e gratuito metterebbe a rischio non solo la qualità del servizio per i passeggeri, ma anche le comunicazioni operative della nave, che hanno sempre la priorità.

Le compagnie riservano infatti una parte della connessione gratuita solo per scopi lavorativi, come la gestione di emergenze o i collegamenti con la sede centrale. Per tutto ciò che riguarda l’uso personale, viene richiesto un contributo economico, sia agli ospiti che al personale. Questa politica serve anche a ridurre gli abusi e a bilanciare il carico di rete.

Tra Mediterraneo e rotte oceaniche: differenze di spesa

L’infermiera ha sottolineato che molto dipende dalla rotta. Nel Mediterraneo, dove la nave sosta frequentemente in porti europei, è possibile utilizzare la propria SIM senza costi aggiuntivi o sfruttare il roaming. Quando invece la crociera si spinge fuori dall’Europa, diventa quasi inevitabile ricorrere al Wi-Fi di bordo o a una e-SIM internazionale. «Se visiti tanti Paesi in pochi giorni – spiega Cavallitto – con la e-SIM rischi di dover comprare pacchetti diversi per ciascuna nazione. In questi casi conviene affidarsi alla rete della nave».

Chi vuole risparmiare ha comunque alternative. In molti porti esistono bar dedicati ai crew member, che offrono Wi-Fi gratuito a chi consuma qualcosa. In altre situazioni basta semplicemente fermarsi in un locale, ordinare una bevanda e chiedere la password.

Policy aziendali e prospettive future

Oltre ai costi tecnici, entra in gioco anche la policy aziendale. Le compagnie considerano l’accesso personale a Internet come un extra, al pari delle bevande fuori pasto o di altri benefit opzionali. Per questo motivo i pacchetti per il personale rimangono a pagamento, seppur più convenienti di quelli destinati ai passeggeri.

La situazione potrebbe cambiare con lo sviluppo delle reti satellitari di nuova generazione, come quelle basate su costellazioni in orbita bassa (LEO). Queste tecnologie promettono di abbattere i costi e aumentare la velocità della connessione, aprendo la strada a tariffe più accessibili anche per l’equipaggio. Fino ad allora, però, la realtà resta una: chi lavora in crociera deve mettere in conto che il Wi-Fi non rientra tra i benefit gratuiti.

La testimonianza di Eleonora Cavallitto ha permesso di chiarire un aspetto poco noto del lavoro sulle navi da crociera. Se i vantaggi non mancano, tra stipendi competitivi e spese quotidiane ridotte, il costo dell’internet a bordo continua a rappresentare una voce significativa nel bilancio mensile di chi vive e lavora in mare aperto.

Lascia un commento