"Queste torture medievali non sono mai esistite", storico italiano smonta così la credenza popolare

“Ma perché a scuola non ti hanno mai insegnato che le torture medievali non sono mai esistite?”. Con questo incipit diretto, Vito – conosciuto online come Lo storico seriale – ha aperto un suo recente video su TikTok. Il content creator italiano, che negli ultimi anni ha raggiunto migliaia di utenti parlando di storia con linguaggio semplice e accessibile, ha affrontato un tema che continua ad affascinare e spaventare: le presunte torture medievali. Il gancio, però, è generico: solo alcune torture medievali non sono mai esistite.

Secondo Vito, infatti, gran parte di ciò che oggi viene raccontato nei cosiddetti “musei della tortura” non appartiene al Medioevo. Anzi, si tratta di invenzioni moderne nate tra Settecento e Ottocento, quando scrittori e collezionisti hanno contribuito a creare un’immagine cupa e sanguinaria di quell’epoca.

Musei della tortura e falsi miti medievali

Chiunque abbia visitato una città turistica europea si sarà imbattuto almeno una volta in un museo della tortura. All’interno si trovano strumenti macabri come la vergine di ferro, i letti chiodati o le maschere di ferro. Questi oggetti colpiscono l’immaginario collettivo, ma – come sottolinea Vito – non sono medievali. La vergine di ferro, per esempio, è stata “ricostruita” nel Settecento per impressionare i viaggiatori. Altri marchingegni sono stati addirittura inventati nell’Ottocento, senza alcun fondamento nelle fonti medievali.

In realtà, durante il Medioevo la tortura esisteva, ma in un contesto molto diverso da quello che siamo abituati a immaginare. Non veniva utilizzata come punizione sadica o spettacolo crudele, bensì come strumento processuale, pensato per estorcere confessioni e – paradossalmente – per evitare di condannare un innocente.

La tortura nei tribunali medievali

Lo storico americano John Langbein, nel suo studio Torture and the Law of Proof (1977), ha spiegato come nel Medioevo si credesse che il dolore potesse costringere l’accusato a dire la verità. Una delle pratiche realmente attestate consisteva nel legare le mani dietro la schiena dell’imputato, fissare delle carrucole e lasciarlo cadere nel vuoto. Dopo l’impatto, il corpo veniva medicato affinché il prigioniero potesse sopravvivere e confessare.

Ben diverso è il caso delle torture con il fuoco, che molti immaginano tipiche di quel periodo. Nel 1215 una bolla papale ne proibì l’uso, perché privava l’accusato della possibilità di ricevere una benedizione religiosa. Solo nel 1252 papa Innocenzo IV autorizzò nuovamente alcune forme di tortura durante gli interrogatori, ma entro limiti ben precisi.

Dal mito della vergine di ferro alla caccia alle streghe

Il fascino oscuro del Medioevo ha spesso confuso epoche storiche diverse. La caccia alle streghe, per esempio, non appartiene al Medioevo: esploderà soprattutto tra Cinquecento e Seicento. E anche in questo caso, il famigerato rogo non rappresentava una tortura, ma una condanna capitale. La differenza è sostanziale, ma raramente spiegata nei contesti turistici.

Questa tortura medievale non esiste: è stata inventata nel Settecento per screditare il Medio Evo.
Questa tortura medievale non esiste: è stata inventata nel Settecento per screditare il Medio Evo.

Molti di questi errori di interpretazione derivano dal desiderio, maturato tra Settecento e Ottocento, di screditare il Medioevo come un’epoca oscura e primitiva. Da qui nasce l’esigenza di esibire strumenti terrificanti, spesso mai esistiti, che potessero alimentare un racconto sensazionalistico.

Perché crediamo ancora a queste leggende

Secondo l’esperta Sara Bardsley, autrice di Medieval Justice (2006), il mito delle torture medievali resiste perché risponde al bisogno collettivo di vedere il passato come radicalmente diverso e più crudele del presente. Nonostante gli studi accademici abbiano ormai smontato gran parte di questi miti, i musei della tortura continuano ad attrarre visitatori, complici l’impatto visivo e la curiosità morbosa.

Vito, nel suo video, invita a coltivare il dubbio: quando si visita un museo della tortura, è utile chiedere quali fonti storiche confermino l’esistenza di quegli oggetti. Molto spesso, dietro una vetrina suggestiva non c’è la storia, ma la costruzione di un mito turistico che sconvolga il pagante.

Il Medioevo reale e quello immaginato

Il Medioevo è stato senza dubbio un periodo duro, segnato da guerre, carestie e malattie. Tuttavia, non corrisponde al teatro dell’orrore che molti ancora oggi immaginano. La realtà storica appare più sfumata: meno spettacolare, ma non per questo meno complessa. La conoscenza accademica ci restituisce un’immagine in cui la tortura era un mezzo giudiziario, regolato da norme e limitazioni, e non un’esposizione di sadismo gratuito.

Quello che oggi ci sembra “horror medievale” è in gran parte una narrazione costruita in tempi moderni, alimentata da collezionisti, scrittori e musei. Conoscere la differenza tra mito e realtà non serve solo a smascherare false credenze, ma ci permette anche di guardare al Medioevo con uno sguardo più equilibrato e meno caricaturale.

@lo.storico.serial Quante volte sei entrato in un museo della tortura convinto di vedere gli orrori del Medioevo? 🪓😱 Beh… sorpresa: gran parte di quegli strumenti sono bufale moderne! La famigerata vergine di ferro, ad esempio, non è medievale: fu “ricostruita” nel 700 per impressionare i turisti. Lo stesso vale per molti letti chiodati o maschere di ferro: invenzioni spettacolari ma senza traccia nelle cronache medievali 📜❌ Certo, le torture nel Medioevo esistevano… ma non con quegli marchingegni da film horror. Il mito nasce tra Settecento e Ottocento, quando collezionisti e scrittori volevano vendere un’immagine cupa e sanguinaria dell’età di mezzo 🔮 Fonti: J. Langbein, Torture and the Law of Proof (1977); S. Bardsley, Medieval Justice (2006) 👉 Il Medioevo è stato duro, ma molto meno “horror” di come lo raccontano i musei della tortura. #TrueCrimeHistory #Medioevo #BufaleStoriche #StoriaOscura #LoStoricoSeriale ♬ suono originale - Lo Storico Seriale

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