Ángela, la nuova serie Netflix che racconta il lato oscuro della famiglia perfetta, solo sei episodi ma ricchi di suspense.
La nuova miniserie spagnola “Ángela”, disponibile su Netflix dal 26 settembre 2025, è già tra i titoli più visti sulla piattaforma. Composta da sei episodi di circa cinquanta minuti ciascuno, è un thriller psicologico che cattura lo spettatore dalla prima scena e non lo lascia più andare. Se amate questo genere, c'è un'altra serie Netflix da non perdere assolutamente.
La nuova serie su Netflix è già un fenomeno: sei episodi di pura suspense
La protagonista è Ángela Recarte Tomasena, interpretata da Verónica Sánchez, attrice nota per la sua intensità e per la capacità di dare spessore ai ruoli drammatici. Ángela sembra avere una vita da invidiare: una casa elegante, due figlie adorabili e un marito stimato come architetto, Gonzalo, interpretato da Daniel Grao. Ma dietro questa facciata borghese si nasconde un segreto oscuro. Gonzalo è un uomo violento, manipolatore e geloso, che rende la vita della moglie un incubo quotidiano fatto di abusi psicologici e fisici. La narrazione prende una svolta con il ritorno di Eduardo, detto Edu, un ex compagno del liceo interpretato da Jaime Zatarain.

La sua presenza sembra dare ad Ángela una via di fuga, un appiglio per ricominciare. Tuttavia, i suoi veri intenti restano avvolti nel mistero. È davvero un alleato sincero o ha un suo piano nascosto? L’arrivo di Edu accende nuove tensioni e moltiplica i dubbi, creando un intreccio in cui nessuno è davvero quello che sembra. A rendere ancora più credibile la storia è l’ambientazione. La serie è stata girata nei Paesi Baschi, tra Munguía, Mundaca e Bilbao.
Le atmosfere della costa, i paesaggi urbani e le case imponenti diventano parte integrante della tensione, contribuendo a creare un clima claustrofobico e opprimente. Il contrasto tra la bellezza dei luoghi e l’orrore che si consuma all’interno delle mura domestiche amplifica l’impatto emotivo della vicenda. La regia di Norberto López Amado e la sceneggiatura firmata da Sara Cano, Paula Fabra e Leire Albinarrate puntano a un racconto diretto, senza filtri. Non ci sono concessioni al melodramma o abbellimenti forzati. La violenza domestica viene mostrata per quello che è: un fenomeno brutale e difficile da spezzare, fatto di silenzi, ricatti emotivi e paura costante.
Non solo thriller: un invito a riflettere sui rapporti umani
Il cast funziona in modo perfetto. Daniel Grao riesce a dare a Gonzalo una doppia dimensione: uomo rispettabile agli occhi del mondo, ma crudele e calcolatore tra le mura di casa. Verónica Sánchez regge l’intera narrazione con una performance intensa, mostrando una donna divisa tra il terrore e la necessità di reagire. Accanto a loro, Lucía Jiménez interpreta Esther, l’amica confidente che cerca di supportare Ángela, pur consapevole dei rischi di affrontare un uomo tanto pericoloso
La serie non è solo un thriller, ma un racconto che invita a riflettere. “Ángela” porta sullo schermo il tema della violenza domestica, ma anche quello della manipolazione emotiva e del controllo. Mostra quanto sia difficile denunciare e liberarsi da un rapporto tossico, soprattutto quando la società tende ancora a minimizzare o a non vedere. Ogni episodio diventa così un viaggio nel dolore, nella paura e nella ricerca di libertà.
Il successo della miniserie non è un caso. La critica ha elogiato la capacità del racconto di restare realistico e coinvolgente, senza trasformarsi in spettacolo gratuito. Non la si può definire una serie leggera, anche se si lascia guardare un episodio tira l'altro. È un prodotto che scuote, che costringe lo spettatore a guardare in faccia una realtà scomoda. Proprio per questo riesce a distinguersi nell’offerta di Netflix, spesso popolata da titoli d’intrattenimento meno impegnativi. Qui il messaggio è chiaro: dietro la perfezione apparente può nascondersi un abisso, e trovare la forza di spezzare la catena della violenza diventa una sfida di sopravvivenza.
