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Le mandorle vengono raccontate da anni come lo snack perfetto. Ricche di vitamine, acidi grassi essenziali, fibre e proteine vegetali, sono diventate protagoniste di diete salutiste e consigli di nutrizionisti. Basta pensare alle raccomandazioni della FAO, che sottolinea il ruolo della frutta secca nel sostegno al metabolismo e alla salute del cuore. Eppure, un salumiere italiano mette in guardia da quelle vendute nei grandi supermercati, arrivando a definirle perfino "pilloline di veleno" e accusandole di contenere più pesticidi di prodotti industriali di bassa qualità. Dichiarazioni che fanno discutere e che sollevano un interrogativo: quanto possiamo fidarci delle mandorle a basso costo sugli scaffali?
Il monito del salumiere: “Quelle economiche non sono vere mandorle di qualità”
Il protagonista di questa denuncia è il titolare de La bottega della Luana, una piccola attività specializzata in prodotti locali. La sua voce ha fatto il giro dei social: "Le mandorle che trovi al supermercato a basso prezzo spesso sono frutti andati a male. Se ne assaggi una molle, amara e dal retrogusto sgradevole, vuol dire che non stai mangiando una mandorla fresca, ma un prodotto di scarto", afferma senza mezzi termini.
Il commerciante punta il dito soprattutto contro le confezioni etichettate con la dicitura "UE e non UE". Secondo lui, quella formula non garantirebbe nessuna trasparenza: "Sai dire dove sono state coltivate? Che pesticidi hanno usato? Che tipo di lavorazione hanno subito?". Domande che lasciano intendere quanto il percorso della frutta secca sia lungo e, talvolta, poco chiaro.
Il problema delle etichette: “UE e non UE” non basta a garantire qualità
La dicitura "UE e non UE" è conforme alle normative europee sull’etichettatura alimentare. Significa che un prodotto può provenire da diversi paesi, sia all’interno sia all’esterno dell’Unione Europea. Tuttavia, per i consumatori rappresenta una zona grigia. Non sempre si ha la certezza di quali pesticidi siano stati utilizzati e in quali condizioni sia avvenuta la raccolta.

Il salumiere sottolinea un punto critico: in diversi paesi extra-UE sono ancora consentiti prodotti chimici vietati in Italia e in gran parte d’Europa. Si tratta di sostanze che, secondo ricerche pubblicate dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), possono accumularsi negli alimenti e rappresentare un rischio se consumate a lungo termine.
Pesticidi, conservanti e trattamenti: cosa c’è dietro le mandorle industriali
La questione non riguarda soltanto i pesticidi. Il salumiere denuncia pratiche di conservazione aggressive: "Per farle durare mesi, le mandorle vengono sbiancate chimicamente, trattate con conservanti e addirittura irradiate".
Questi processi esistono davvero. La FDA americana consente, ad esempio, l’irradiazione delle mandorle per eliminare eventuali contaminazioni batteriche. In Europa, invece, il tema è più controverso e sottoposto a controlli rigidi. Ma resta il dubbio: quante mandorle che arrivano sugli scaffali italiani hanno realmente subito trattamenti invasivi?
Perché scegliere mandorle locali fa la differenza
Secondo diversi esperti di alimentazione, scegliere mandorle locali e certificate riduce i rischi legati a pesticidi e trattamenti poco chiari. In Italia esistono aree di produzione di altissimo livello, come la mandorla di Avola in Sicilia o quella di Toritto in Puglia, che rappresentano un’eccellenza apprezzata anche all’estero.
Il prezzo più alto delle mandorle italiane non è soltanto legato al marchio di qualità, ma riflette metodi di coltivazione più controllati e spesso rispettosi della biodiversità. Non a caso, la Slow Food ha inserito alcune varietà di mandorle locali nei suoi Presìdi, a garanzia di un prodotto che rispetta il territorio e i lavoratori.
Il salumiere ribadisce un concetto chiave: "Se costano troppo poco, devi farti delle domande. La mandorla è un frutto prezioso, coltivarlo richiede cura e tempo. Quando vedi prezzi stracciati, non stai comprando qualità".
Le parole del salumiere non vanno prese come verità assoluta, ma come stimolo a riflettere su ciò che portiamo in tavola. Le mandorle restano un alimento straordinario dal punto di vista nutrizionale, ma per trarne davvero beneficio serve attenzione. Leggere le etichette, informarsi sulla provenienza e privilegiare i produttori locali sono scelte che possono fare la differenza tra una mandorla benefica e una mandorla da supermercato che rischia di essere soltanto un riempitivo chimico.
