Italiana alle Hawaii assaggia il vero poke poi svela: "Non è quello che conosciamo"

Una turista italiana in vacanza alle Hawaii ha deciso di raccontare com'è la vera poke: molto diversa da quella che mangiamo in Italia.

Hai mai assaggiato il vero poke delle Hawaii? Se la risposta è no, preparati a rivedere completamente l’idea che hai di questo piatto diventato ormai iconico in tutto il mondo. Perché alle Hawaii il poke non è la semplice bowl colorata che ci viene servita nei locali alla moda, ma una ricetta autentica, profondamente radicata nella cultura del luogo, capace di raccontare storia, mare e tradizione in ogni boccone.

Il poke originale: molto più di una moda

Il termine poke significa letteralmente “tagliare a pezzi” e non a caso la base di questa preparazione è il pesce freschissimo, tagliato a cubetti e condito con ingredienti essenziali. Non ci sono topping elaborati, non ci sono salse fusion: il poke nasce come piatto dei pescatori hawaiani, che utilizzavano il pesce appena pescato, lo marinavano con un po’ di sale marino, alghe e noci kukui, e lo gustavano subito, in riva all’oceano. È così che ancora oggi si trova alle Hawaii, lontano anni luce dalle versioni occidentali che riempiono le bowl di avocado, mango e maionese speziata.

Se da noi il salmone è spesso protagonista, alle Hawaii non c’è dubbio: il re incontrastato del poke è il tonno, pescato localmente e servito crudo in una freschezza quasi commovente. Ogni cubetto racconta la potenza dell’oceano e la delicatezza di una cucina che non ha bisogno di eccessi. Basta un tocco di salsa di soia, cipolla verde o sesamo per esaltare la carne del pesce e rendere il tutto un’esperienza gastronomica che resta impressa. Assaggiarlo qui, sotto il sole di Waikīkī, significa comprendere la vera essenza di questo piatto.

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Il poke originale da mangiare in viaggio alle Hawaii. Fonte: Instagram

Supermercati come templi del gusto: dove assaggiare il migliore a Waikīkī

Un dettaglio che sorprende chi arriva per la prima volta alle Hawaii è che il poke non si trova solo nei ristoranti: i supermercati hanno veri e propri banchi dedicati esclusivamente a questa specialità. File e file di vaschette colme di tonno marinato in decine di versioni diverse: con shoyu, piccante al peperoncino, arricchito con alghe, oppure più delicato con cipolle dolci. È un rito quotidiano per i locali fermarsi a comprare una vaschetta di poke da portare in spiaggia, gustandolo come uno snack fresco e nutriente.

Girando tra le strade animate di Waikīkī, ci sono alcuni indirizzi che restano impressi nella memoria. Da Foodland, una catena di supermercati che sembra un laboratorio infinito di marinature, al piccolo Five Star Poke, dove ogni porzione è preparata con cura quasi artigianale, fino al celebre Maguro Spot, amato da chi cerca la semplicità autentica del poke originale. Tre luoghi diversi, ma accomunati da un unico filo conduttore: il rispetto assoluto per la materia prima e la voglia di tramandare una tradizione senza snaturarla.

Dopo aver assaggiato il poke alle Hawaii, diventa difficile tornare indietro. Non perché le versioni che troviamo in Italia non siano gustose, ma perché si scopre la distanza che c’è tra un piatto nato come cibo popolare e identitario e la sua trasformazione in tendenza globale. Il vero poke è un inno al mare, alla freschezza e alla semplicità. È un invito a riscoprire il valore del prodotto puro, senza orpelli.

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